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Mercoledì 16 SETTEMBRE 2020
Vaccino antinfluenzale in farmacia. Mandelli (Fofi): “Il no dei Medici in base a un decreto regio del 1934. Si parla tanto di riforme e allora cambiamolo o il Paese resterà sempre ingessato”

Il presidente dell’Ordine dei farmacisti è tornato pure sulla carenza di prodotti per le farmacie: “Da un lato stimoliamo la vaccinazione e dall’altro non consentiamo di far trovare il vaccino in farmacia, è un controsenso”.

“La riflessione che fanno i farmacisti italiani è che quest’anno sarà ancora più importante rispetto al passato vaccinarci contro l’influenza. Ed è per questo che già dal mese di luglio abbiamo lanciato l’allarme. Purtroppo il numero di vaccini richiesti dalle Regioni (che sono il 40% in più rispetto all’anno scorso) di fatto vieterà di trovare i vaccini nel canale farmacia”.
 
È quanto ribadisce il presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani, Andrea Mandelli che oggi su Tgcom 24 è intervenuto nuovamente sulla questione dopo che la Conferenza Stato-Regioni ha sbloccato 250 mila dosi da destinare alle farmacie, una quantità nettamente minore rispetto al passato.
 
Mandelli evidenzia come ciò produrrà un effetto perverso: “Mentre avremo una grande copertura per gli anziani o per chi ha una patologia. Al contrario, i cosiddetti attivi, quelli che vanno a lavorare, prendono il bus non avranno la possibilità di vaccinarsi. Questo è un controsenso: da un lato stimoliamo la vaccinazione e dall’altro non consentiamo di far trovare il vaccino in farmacia”.
 
Il presidente Fofi evidenzia anche come si stia tutt’ora lavorando con il Ministero della Salute per trovare una soluzione anche se il “problema è che la produzione di vaccino viene programmata alla fine dell’inverno e quindi le dosi che sono state programmate quelle sono e in tutto il mondo c’è stato un aumento della richiesta”.
 
Ma il presidente dei farmacisti italiani è tornato pure sulla proposta che siano i farmacisti ad effettuare le vaccinazioni: “La Fofi ha fatto questa proposta già dalla primavera. Ma ci si difende sventolando un regio decreto del 1934 non considerando che l’Europa ci dà i soldi per fare le riforme. Il tema è: o il paese lo cambiamo o se rimaniamo ingessati ad una legge del ’34 non siamo nelle possibilità di modificare il paese”.
 
“I farmacisti – ha concluso - in molti paesi d’Europa già vaccinano e sto parlando di Germania, Francia, Portogallo e Svizzera. Non stiamo quindi parlando di cose strane. Il medico fa l’anamnesi, la diagnosi e la ricettazione ma ciò non toglie che si possono addestrare operatori sanitari soprattutto per quanto riguarda il secondo inoculo”.

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