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Venerdì 18 SETTEMBRE 2020
Liste d’attesa. Allarme rosso dell’Anaao: “Sospesi 13 mln di visite e 500 mila interventi. Ora subito assunzioni e investimenti negli ospedali. I 500 mln del Dl Agosto non bastano”

Il segretario del Sindacato della dirigenza medica e sanitaria chiede interventi urgenti al Governo o si rischia “di peggiorare la prognosi dei pazienti” che sono rimasti senza cure. Chiesta anche la stabilizzazione di tutti i contratti precari che si sono attivati per far fronte all’epidemia. E poi "bisogna incrementare l’investimento sugli ospedali ormai troppo vecchi”.

“L’allungamento delle liste d’attesa rischia di trasformarsi in una grande crisi di fiducia dei cittadini nei confronti del Ssn. L’epidemia da Covid 19 ha costretto gli ospedali a concentrare le proprie attività sulle urgenze e sui pazienti affetti dal virus. La gran parte delle attività ordinarie è stata sospesa e oggi le attese si misurano in semestri se non in anni in alcune regioni. Sono state sospese 13 mln di visite specialistiche, 300 mila i ricoveri non effettuati, 500 mila gli interventi chirurgici e ben 4 mln sono gli screening oncologici rimandati. Rischiamo di peggiorare la prognosi di tutti i cittadini costretti a questa ulteriore attesa e per questo abbiamo bisogno di interventi urgenti da parte del Governo”. È quanto afferma su facebook il segretario dell’Anaao Assomed, Carlo Palermo.
 
“Innanzitutto – afferma - servono le assunzioni, abbiamo più volte segnalato la carenza di personale, dal 2010 al 2018 si calcolano siano stati tagliati 40 mila posti di lavoro nel Ssn. Bisogna rapidamente stabilizzare tutti i contratti precari che si sono attivati per far fronte all’epidemia. Bisogna incrementare i fondi destinati alla produttività aggiuntiva, 500 mln sono previsti nel decreto agosto ma non sono sufficienti in base ai numeri che ho ricordato e pertanto bisogna verosimilmente raddoppiarli se non triplicarli. Bisogna incrementare l’investimento sugli ospedali perché bisogna ricordarsi che l’attività ordinaria è stata sospesa per l’anzianità dei nostri ospedali, per la mancata previsione della separazione tra malati infetti e non”.
 

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