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Mercoledì 11 NOVEMBRE 2020
Scuola e lockdown. Report “Crescere senza distanza”. Zampa: “Lottare contro le disuguaglianze nell’accesso per ‘avvicinare tutti’, insegnanti, ragazzi e genitori”

I risultati del Report mirato al contrasto della povertà educativa nel settore dell’apprendimento a distanza, promosso dai ministeri della Salute e dell’Istruzione, ‘Con i Bambini’ e realizzato da ‘Fondazione Zancan’ è stato presentato oggi all’auditorium del ministero della Salute

Contrasto della povertà educativa nel settore dell’apprendimento a distanza, che parte dall’esperienza di bambine e bambini ospedalizzati a causa di gravi malattie, per arrivare alla realizzazione di un protocollo “collaudato” in scuole di diverso ordine e grado nel Nord, nel Centro e nel Sud del nostro Paese, da mettere a disposizione di tutti nell’ottica di una riflessione sulla didattica a distanza in questo periodo di emergenza sanitaria.
Questo l’obiettivo del progetto “Crescere senza distanza”, promosso da Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione e ‘Con i Bambini’ e realizzato da ‘Fondazione Zancan’ le cui conclusioni finali, raccolte in un Report, sono state presentati oggi all’auditorium del Ministero della Salute ‘Cosimo Piccinno’.

Agli insegnanti della scuola in ospedale, ai genitori e ai sanitari dei ragazzi che li curano, agli stessi bambini e ragazzi è stato chiesto cosa insegnano le esperienze dei giovani con patologie croniche sull’apprendimento a distanza. Gli intervistati hanno dato indicazioni preziose su come gestire “l’apprendimento durante il distanziamento” e su come gestire la classe rovesciata (da uno al piccolo gruppo, a tutti). I loro contributi sono stati utilizzati per costruire raccomandazioni a disposizione del mondo della scuola, delle famiglie e di quanti operano nei progetti di lotta alla povertà educativa.
 
 
Le indicazioni raccolte sono state “messe alla prova” in 11 scuole distribuite tra Nord, Centro e Sud Italia, con uno stress test, grazie all’impegno e alla generosità di insegnanti e studenti che, nell’ultima fase dello scorso anno scolastico, quella più difficile, hanno provato ad utilizzarle.
E i risultati sono ora condensati in raccomandazioni per facilitare l’apprendimento a distanza, utilizzabili su più vasta scala per ridurre le distanze.
“Sono davvero felice di potere presentare oggi questa esperienza – ha affermato la Sottosegretaria di Stato alla Salute Sandra Zampa – e ringrazio quanti l’hanno resa possibile: la Viceministra Anna Ascani, il Professor Tiziano Vecchiato della ‘Fondazione Zancan’, il Dottor Carlo Borgomeo e il Dottor Marco Rossi-Doria, Presidente e Vice Presidente dell’associazione ‘Con i bambini’. È incoraggiante che un contributo arrivi da chi è più in difficoltà e maggiormente penalizzato dal punta di vista della salute. Un contributo che migliora non solo il proprio stato ma anche quello di chi si trova in una condizione migliore.
Questa è la prova – ha aggiunto – che quando si migliora la vita di chi è in svantaggio si producono benefici per tutta la comunità. Sappiamo bene che la scuola in ospedale è molto importante, perché restituisce una dimensione di normalità che aiuta ad affrontare meglio la malattia. La scuola offre alle studentesse e agli studenti, costretti a lunghi ricoveri ospedalieri, un obiettivo e una motivazione, la forza e la fiducia che riusciranno a superare questo momento di difficoltà, che oggi purtroppo si somma all’emergenza da Coronavirus. Lottare contro le disuguaglianze nell’accesso alla scuola significa ‘avvicinare tutti’, insegnanti, ragazzi e genitori”.
 
Quello presentato è  stato uno studio di fattibilità per una didattica più inclusiva, mirata al contrasto della dispersione educativa, con specifico riferimento all’apprendimento a distanza. Le bambine e i bambini ospedalizzati hanno messo a disposizione le proprie esperienze, raccontando come abbiano raggiunto traguardi non scontati: le sfide che hanno affrontato con impegno e coraggio si sono rivelate utili per tutti. L’emergenza sanitaria da Coronavirus, che ha comportato in alcuni casi l’attivazione di forme di didattica a distanza, ogni giorno sta rendendo più evidente la necessità di risposte coraggiose per fare fronte al diritto costituzionale all’istruzione. Grazie a questo progetto, suggerimenti importanti vengono da chi ha sperimentato la più grande distanza mentre affrontava la doppia sfida della malattia e dell’apprendimento in condizioni davvero complicate.
 
“Da questo progetto è emerso chiaramente – ha dichiarato la Viceministra dell’Istruzione Anna Ascani – ciò che abbiamo riscontrato con tutta evidenza nel periodo del lockdown dovuto all’emergenza sanitaria in corso: la scuola è relazione e socialità. Tutte le esperienze di didattica a distanza, necessarie in alcuni casi per continuare a mantenere un contatto con la vita normale anche in periodi di difficoltà, non possono non tenere conto di questo. Nostro dovere è impegnarci affinché, soprattutto in contesti di fragilità o svantaggio, siano garantite, insieme all’accesso all’istruzione, anche le condizioni per crescere bene e insieme, nonostante il distanziamento. Siamo impegnati, come dimostra anche questa collaborazione, a colmare le diseguaglianze e costruire una società realmente inclusiva. Da anni il nostro sistema di istruzione porta avanti esperienze preziose di scuola in ospedale e di istruzione domiciliare. Questo progetto ha messo a disposizione di tutti noi un prezioso patrimonio informativo che potremo utilizzare nell’ottica di un miglioramento del sistema, per garantire a ogni bambino e ragazzo la migliore formazione possibile”.

I risultati. Per quanto riguarda la scuola in ospedale, i ragazzi e le ragazze intervistati hanno dichiarato che l’insegnamento personalizzato è più proficuo sul piano dell’apprendimento, perché favorisce l’attenzione e il confronto con l’insegnante.
Questo approccio è ritenuto fondamentale per sostenere gli studenti in un momento di difficoltà come quello della malattia, aiuta ad avere un obiettivo, a non lasciarsi andare. Incoraggia sul piano psicologico e pratico.
Rispetto agli alunni della scuola primaria coinvolti “nello stress test”, invece, il 62% ha dichiarato di apprezzare la didattica a distanza e il 91% di avere appreso cose nuove. Anche se molti di loro hanno sentito la mancanza dei propri compagni di classe (44%).
 
 
Nello specifico, ai bambini della scuola primaria è stato chiesto cosa sia mancato di più in questo periodo. C’è chi ha risposto le maestre, gli amici, i compagni di classe, i corridoi pieni, la ricreazione, i laboratori, la LIM, i banchi, la lavagna e chi ha sentito la mancanza dei compiti insieme all’insegnante, l’ansia per l’interrogazione, gli spettacoli, le gite, la ginnastica in palestra, le lezioni con la classe, i collaboratori scolastici, il giardino e, in generale, il contatto fisico e il confronto con tutto ciò che ruota attorno al mondo della scuola.
Valori simili anche per la scuola secondaria di primo grado – l’86% degli intervistati dichiara di avere imparato cose nuove - e di secondo grado: al 57% degli intervistati è piaciuta la didattica a distanza e il 71% ha dichiarato di avere imparato cose nuove.
In tutti gli ordini di scuola è emersa una certa fatica nel seguire le lezioni in didattica a distanza, anche se, dall’altra parte, viene riconosciuta la spinta derivante dalla DaD a una maggiore responsabilizzazione degli studenti nell’organizzazione dello studio, a una maggiore autonomia e, allo stesso tempo, il vantaggio della flessibilità dell’orario e della promozione di un’idea diversa sul ‘fare scuola’, basata anche sull’utilizzo delle tecnologie quali alleate della didattica.
 
 
Tra i suggerimenti per migliorare la didattica a distanza, oltre alla necessità di avere libri digitali per chi non li ha, migliori connessioni, pc e tablet, le raccomandazioni si sono concentrate sulle soluzioni didattiche. Se non sono personalizzate, tarate sulle diverse difficoltà e capacità di ogni studente, se non sono capaci di valorizzare il lavoro personale e in piccoli gruppi si manifesta il rischio dell’aumento del distanziamento dalle pari opportunità e dal diritto costituzionale all’istruzione. Per evitarlo si consiglia di bilanciare le videolezioni con esercitazioni, imparare concretamente, verificare in tempo reale le difficoltà di apprendimento e i traguardi raggiunti. Per facilitare il confronto in remoto è importante trovare il ritmo giusto tra teaching e learning, insegnare e imparare, con lezioni modulate (contenuti, esempi, utilità pratica, testimonianze…). In particolare le forme di valutazione devono essere concepite quali palestre quotidiane dove i traguardi vengono dimensionati sulle potenzialità di ogni ragazzo, come nello sport.

“I risultati nascono dallo sforzo congiunto di soggetti pubblici e privati impegnati nella lotta alla povertà educativa. Lo studio di fattibilità mette a disposizione di ragazzi, insegnanti e genitori percorsi per valorizzare le diverse capacità. Sono potenzialità a disposizione durante la pandemia e speriamo anche dopo, per innovare i sistemi di educazione e istruzione” ha spiegato Tiziano Vecchiato, Presidente della Fondazione Emanuela Zancan.
“L’apprendimento a distanza – ha commentato Marco Rossi-Doria, Vicepresidente di Con i Bambini – offre un contributo importante all’innovazione didattica, ma non può sostituire la relazione educativa in presenza. È una modalità che assicura, alle alunne e agli alunni di qualsiasi età, ricoverati in strutture ospedaliere, il diritto a conoscere e ad apprendere in ospedale, nonostante la malattia. Consente la continuità degli studi e permette ai ragazzi e alle famiglie di continuare a sognare e ad investire sul proprio futuro. Questa fase di emergenza è un ‘durante’ a cui nessuno era preparato, in cui le disuguaglianze educative sono accentuate e interessano anche la didattica a distanza, comunque indispensabile nella fase emergenziale”.
 

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