quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Giovedì 19 NOVEMBRE 2020
Covid. Fials pressa Arcuri: “Subito ordinativi adeguati di siringhe per il vaccino. Basta errori”

Il sindacato interviene sull’allarme lanciato da Confindustria dispositivi medici in merito al rischio di carenza di siringhe per somministrare il vaccino contro il covid quando sarà disponibile. “Siamo in guerra e abbiamo bisogno di armi per combatterla”, afferma Carbone che chiede l'attivazione “immediata di posti letto a media e bassa intensità (modello ospedale Nightingale) gestiti da professionisti sanitari, con il personale sanitario rifornito dei Dpi, percorsi sporco-pulito, maschere per l'ossigeno in numero congruo e medicinali previsti dal protocollo del Ministero della Salute”.

"Siamo i terzi nel mondo per letalità, dopo Messico e Iran: ieri sono morte 753 italiani per Covid e oggi leggiamo che il commissario Arcuri non avrebbe ordinato le siringhe per i vaccini”. Così Giuseppe Carbone, segretario generale nazionale Fials, interviene dopo le dichiarazioni alla stampa di Fernanda Gellona, direttore generale di Confindustria dispositivi medici, che sulle siringhe per la somministrazione del vaccino anti-Covid ha detto, in una intervista al Foglio, “nei mesi scorsi il ministero della Salute ha più volte fatto presente al commissario per l'emergenza Covid Domenico Arcuri la necessità di approvvigionarsi delle siringhe necessarie per il vaccino contro il coronavirus. Ma nulla è stato fatto”.

Per Carbone, “il tanto sbandierato modello Italia non esiste, ormai è sotto gli occhi di tutti. Ma gli infermieri italiani, che stanno mettendo a repentaglio le loro vite con oltre 25mila contagiati e oltre 40 vittime, non ci stanno e pretendono il rispetto delle regole d'ingaggio da parte del Governo, delle Regioni e di tutte le autorità preposte all'organizzazione della difesa dal Covid-19".

“Siamo in guerra e abbiamo bisogno di armi per combatterla”, incalza il segretario nazionale della Fials che chiede che “vengano resi accessibili immediatamente posti letto non solo di terapia intensiva ma anche di reparti a media e bassa intensità (modello ospedale Nightingale) gestiti da professionisti sanitari con il personale sanitario rifornito dei dispositivi di protezione individuali, percorsi sporco-pulito, maschere per l'ossigeno in numero congruo e senza lentezze burocratiche inaccettabili quando si opera in regime di urgenza, e medicinali previsti dal protocollo del Ministero della Salute. Rifornire immediatamente il SSN di tutto ciò che occorre: prima che sia troppo tardi”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA