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Mercoledì 23 MAGGIO 2012
Liberalizzazioni. Mnlf contesta la Fenagifar: “Non rappresenta tutti i giovani farmacisti”

“Giovani farmacisti o giovani titolari di farmacia?”. È quando si chiede il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti in riferimento alla Federazione delle Associazioni dei Giovani Farmacisti, contestando le posizioni prese dalla Fenagir in tema di liberalizzazioni.

“Da alcune settimane assistiamo a continue prese di posizione da parte della Federazione dei Giovani Farmacisti (Fenagifar), organizzazione che è bene chiarire, non rappresenta tutti i giovani farmacisti italiani, ma solo una parte, quelli che in maggioranza hanno una farmacia alle spalle”. Ad affermarlo è il Movimento Spontaneo Liberi Farmacisti (Mnlf), criticando le posizioni espresse dalla Fenagifar in tema di liberalizzazioni.
“Del resto – commenta il Mnlf -, la vicinanza con l'organizzazione dei titolari di Farmacia (Federfarma) non è mai stata un mistero per gli addetti del settore. Tuttavia, il MNLF ritiene indispensabile, per onestà intellettuale, che tale fatto sia palese e pubblico al fine di dare a tutti gli strumenti necessari a valutare le posizioni espresse”.

In particolare il Movimento critica che nelle scorse settimane la Fenagifar, dopo il proposito del Governo di ritoccare l'articolo 11 circa la possibilità di associarsi per partecipare al concorso straordinario per l'apertura di nuove farmacie, “aveva consigliato di cancellare del tutto la norma. Un errore gravissimo”.

Per il Mnlf, “meglio avrebbe fatto tale organizzazione a proporre, così come ha fatto il Mnlf, direttamente al Ministro Balduzzi, di modificare il provvedimento prevedendo una quota stabilita di giovani al di sotto dei 40 anni nelle associazione che si andranno a costituire (per es. 25-50% dei componenti). In tale modo, sia i giovani  che i meno giovani sarebbero stati tutelati e in caso di assegnazione della sede farmaceutica all'energia dell'età si sarebbe affiancata l'esperienza maturata”.

La Fenagifar, inoltre, lamenta il Movimento, “paventa una recrudescenza di ricoveri ospedalieri determinata da una liberalizzazione del farmaco. Una tesi già ampiamente smentita dall'esperienza dei farmaci senza obbligo di ricetta ove nessun aumento di patologie derivate da uso scorretto del farmaco si è statisticamente verificato dopo il decreto Bersani”.

“Farebbero bene, al contrario – conclude la Fenagifar -, i dirigenti Fenagifar  a richiamare i titolari di farmacia ad una più stretta osservanza delle regole, perché è proprio in questa sede che si registrano il maggior numero comportamenti scorretti con la dispensazione continuata di farmaci che pur avendone l'obbligo vengono ceduti senza la dovuta ricetta medica”.
 

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