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Lunedì 07 DICEMBRE 2020
Una legge di iniziativa “popolare” per la pari dignità tra tutte le professioni sanitarie



Gentile Direttore,
a leggere i concordi ed indiscussi commenti al recente articolo su una ventilata «Convergenza su necessità modifiche a legge di Bilancio», sembra che finalmente anche le voci “fuori dal coro” stiano, pure a fatica, finalmente aumentando e prendendo il necessario coraggio. Le riflessioni sono tanto ridondanti quanto significative: le professioni sanitarie devono fare fronte comune affinché vengano estinte per sempre le “anacronistiche farse”, in primis costituite dal mai attuato comma 566 della legge di Stabilità 2015, e dalla sentenza n. 54 della Consulta dello stesso anno (possiamo limitarci a questo stringatissimo elenco).
 
Tutte le professioni sanitarie laureate hanno uguale dignità e necessario ruolo nella attuazione del SSN; pertanto ad ognuna di loro si deve corrispondere una indennità professionale; ad ognuna di loro vanno concesse le medesime guarentigie tutt’oggi destinate ai soli medici e dirigenti sanitari.
 
Stante questo recupero di contezza, forse però ancora sporadico e non collettivo, i rappresentanti istituzionali insistono con il riproporre strategie già, forse inutilmente, non soltanto provate e riprovate, ma dai più forse troppo candidamente assecondate e confidate: «piattaforma unitaria per il rinnovo contrattuale»; «canale di dialogo aperto» (ora anche coinvolgendo i rappresentanti delle Commissioni d’albo nazionali (?!?) ed i Segretari sindacali) ; «sciopero di tutto il settore del pubblico impiego» …
 
Frattanto i medici, in rispetto di indecorosa prassi, dal 1 gennaio 2020 avranno raggiunto, senza alcuno sforzo, i propri obiettivi.
Una altra analoga ipotesi in campo, certamente espressione di una buona volontà forse altresì non sufficientemente condivisa, è quella di un moto all’unisono che coinvolga Federazioni, OO.SS. , Parlamentari e Governo …
 
Un governo che però, proprio stanti gli ultimi interventi normativi, sembra stia invece interpretando la più classica tattica da “divide et impera” … trappola in cui qualcuno è caduto fin troppo facilmente, ed in cui alcuni altri, atteggiando più un “navigazione a vista” che un vero progetto politico rappresentativo (altrimenti certe ritrite – giusto caso – problematiche a più riprese martellate su queste pagine avrebbero sortito le più necessarie ed inevitabili riflessioni e conseguenti programmi di azione) si sono rivelati evidentemente più impreparati e per questo meno credibili; comportamenti con cui entrambe le coalizioni di attori abbiano alla fine fatto il più classico “gioco del gatto” …
 
Cosa fare allora? I professionisti sanitari devono contrapporre un solido moto di consapevolezza che faccia superare i malpancismi e le varie aspre schermaglie in atto; un moto che li porti finalmente fuori da tale apparente anacronistico scenario da “autocrazia monarchica” seguita da un antidemocratico strascico di adulanti, autoreferenti “medici di corte” ed infine cesellato dal disinteresse misto a rassegnazione di un popolo ignorante che nemmeno conosce le proprie prerogative …
 
Peculiarità che invece esistono proprio nelle leggi di un stato democratico, che volendo, possono essere conosciute e fatte funzionare a proprio giusto e sacrosanto vantaggio.
 
Al sito istituzionale della Camera dei deputati si legge: «Ai sensi dell'articolo 71, secondo comma, della Costituzione il popolo esercita l'iniziativa legislativa mediante la proposta, da parte di almeno 50.000 elettori, di un progetto redatto in articoli. La proposta deve essere presentata, corredata delle firme degli elettori proponenti, al Presidente di una delle due Camere. Le modalità di esercizio di questo potere di iniziativa legislativa sono definite dalla legge 25 maggio 1970, n. 352.»
 
È quanto mai opportuno ricordare che i professionisti sanitari “non medici” sono all’incirca 14 volte più numerosi.
Una rinnovata e dovuta sensibilità politica post covid-19 non potrà tradire indecisioni di sorta da parte dei rappresentanti politici: i professionisti non medici meritano finalmente un riconoscimento tangibile, meno fumoso dei pure tanto abusati quanto vani – e pure, addirittura, strumentalizzati – elogi via etere.
 
Quindi quello che si vuole lanciare rispettivamente a tutti i colleghi non medici ed a chiunque possa esercitare un potere anche di sola educativa persuasione non è di qualsivoglia impresa rivoluzionaria sovversiva, ma di spronare ad una intelligente, illuminata alleanza democratica ed appropriazione degli strumenti più propri al suo esercizio: in tal senso una utile guida viene dalla lettura costituzionale, all’articolo 54: «Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.»
 
Il momento è quanto mai favorevole … si sveglieranno i 700.000 dai propri vari, sterili municipalismi? Dalla “guerra dei poveri” in cui sono troppo facilmente caduti?
 
Dr. Calogero Spada
Dottore Magistrale
Abilitato alle Funzioni Direttive
Abilitato Direzione e Management AA SS
Specialista TSRM in Neuroradiologia

 

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