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Martedì 15 DICEMBRE 2020
Contratto nazionale formazione medica. Sarà la volta buona?



Gentile Direttore,
apprendiamo con soddisfazione che la nostra proposta riguardante il Contratto Collettivo Nazionale (CCN) della formazione medica è stata inclusa in un disegno di legge che sarà a breve presentato in Parlamento da uno dei partiti di maggioranza. Aspettiamo ovviamente di poter leggere il testo completo prima di esprimerci in merito, ma siamo ben lieti di vedere come una nostra proposta (costruita negli anni attraverso il coinvolgimento di decine e decine di medici da tutta Italia e che descrivemmo anche sul suo giornale più di un anno fa), abbia finalmente creato consenso nelle istituzioni fino ad essere inclusa secondo la nostra formulazione iniziale, senza forme contrattuali al ribasso.
 
Da anni, infatti, sosteniamo che la figura ibrida dello specializzando studente-lavoratore debba essere superata con l'introduzione da una formula che preveda l'introduzione di due ulteriori livelli all'interno del CCNL della dirigenza medica per i medici in formazione. Ciò permetterebbe il progressivo inserimento del medico in formazione all'interno del SSN e, grazie ad un unico contratto che supererebbe la pletora di norme proliferate negli ultimi anni (Finanziaria 2019, DL Calabria, DL Cura Italia), garantire un inquadramento contrattuale sicuro, stabile e protetto per tutte e tutti.
 
Presteremo particolare attenzione ad una questione a nostro avviso chiave per la tutela del “nuovo” medico specializzando: la necessità di una rappresentanza sindacale che sieda ai tavoli di contrattazione. Non possiamo infatti più permettere che le decisioni sul nostro lavoro avvengano senza un vero confronto sindacale trasparente, che superi lo sterile dibattito che spesso abbiamo visto negli ultimi anni e garantisca diritti e tutele adatte al nostro ruolo nel SSN.
 
Pur nutrendo numerosi dubbi su altri punti del disegno di legge su cui ci esprimeremo nel merito dopo aver analizzato il testo completo, faremo la nostra parte perché qualsiasi riforma avvenga nel rispetto dei diritti dei medici in formazione e, soprattutto, del diritto alla salute di tutta la popolazione. Ci auguriamo e chiederemo, fin da subito, che le parti sociali vengano incluse nel dibattito attraverso consultazioni pubbliche. Le mobilitazioni dei mesi scorsi e degli ultimi e prossimi giorni hanno dimostrato la voglia dei medici in formazione di prendere parola sulla loro formazione e sul loro lavoro. Non possiamo pensare che un disegno di legge da solo possa risolvere i nostri problemi, la storia è piena di proposte rimaste tali solo sulla carta. Ci mobiliteremo anche perché la voce delle migliaia di medici che si stanno attivando in prima persona, nelle piazze o nei luoghi di lavoro, non rimanga inascoltata.
 
Il Coordinamento dei medici di “Chi si cura di te?”

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