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Lunedì 14 DICEMBRE 2020
Covid. Fondazione The Bridge: “Per il vaccino non servono campagne di bellezza”

"La posta in gioco non è una campagna di bellezza, buona per spostare l'attenzione degli italiani dal vero problema di questo momento, non è un premio al miglior storytelling: le primule a cui pensa il governo rischiamo di non vederle nascere a causa del lungo inverno al quale ci condanna l'inadeguatezza e la mancanza di senso di realtà, di concretezza e di pragmaticità di chi si trova a gestire questa emergenza", scrive Rosaria Iardino.

"Al Ministro Speranza e al Commissario Arcuri diciamo che servono maggiori certezze sui vaccini, non baracconate comunicative quantomeno inopportune in una fase storica così drammatica. Al Ministro e al Commissario diciamo anche che le già poche risorse destinate alla Sanità dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza servono per migliorare il nostro sistema sanitario, adeguare le strutture ospedaliere, rafforzare il personale medico e gli operatori sanitari, non per costruire fantomatici gazebo a forma di primula totalmente lontani dalla realtà e dalle necessità attuali".
 
Lo afferma Rosaria Iardino, presidente della Fondazione The Bridge, che aggiunge: "Mentre gli altri Paesi europei sono già pronti per affrontare la più colossale campagna di vaccinazione della storia recente, in Italia non sappiamo ancora se partiremo il 6 gennaio come dice Speranza o il 21 come afferma Arcuri, non conosciamo la reale efficacia del vaccino sugli anziani e se dunque saranno i primi ad accedervi. E non si comprende neppure dove il governo pensa di trovare 3.000 medici e 12.000 infermieri con un bando ad hoc, quando siamo già storicamente vittime di una fortissima carenza di personale sanitario nei nostri reparti ospedalieri".
 
"La posta in gioco non è una campagna di bellezza, buona per spostare l'attenzione degli italiani dal vero problema di questo momento, non è un premio al miglior storytelling: le primule a cui pensa il governo rischiamo di non vederle nascere a causa del lungo inverno al quale ci condanna l'inadeguatezza e la mancanza di senso di realtà, di concretezza e di pragmaticità di chi si trova a gestire questa emergenza", conclude Iardino.

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