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Lunedì 11 GENNAIO 2021
Pordenone. I sindacati contro la direzione aziendale: “Personale allo stremo, ma nessuno ci ascolta”

Il personale della dirigenza medica dell’Ospedale di Pordenone è stanco e allo stremo. Crescono così le tensioni, anche per l’assenza di confronto con i vertici aziendali. “In tutti questi mesi non siamo mai stati convocati, nemmeno raggiunti da una semplice mail, per discutere delle strategie aziendali di contrasto alla pandemia in atto e dei piani di utilizzo dei dirigenti nei vari ambiti”, denunciano i sindacati.

Restano ancora tesi i rapporti fra il personale medico dell’ospedale di Pordenone e la direzione, e i sindacati dei dirigenti medici Aaroi, Anpo, Snr, Cgil, Uil, Cisl, Fvm scrivono una lettera unitaria alla direzione aziendale dell’Asfo per sollecitare un incontro dopo mesi di silenzio. “In tutti questi mesi - spiegano infatti i sindacati - non siamo mai stati convocati, nemmeno raggiunti da una semplice mail, per discutere delle strategie aziendali di contrasto alla pandemia in atto e dei piani di utilizzo dei dirigenti nei vari ambiti. Per otto lunghi mesi, siamo stati totalmente ignorati su quale sarebbe stato, da parte dell’azienda sanitaria, l’attuale modello organizzativo ”.

Altro tasto dolente, dopo le recenti polemiche sulle carenze del personale dirigente impiegato, il mancato aggiornamento dei dati sui numeri del personale dirigenziale, cessato ed impiegato nel corso del 2020 che nessuna delle organizzazioni sindacali, ad oggi, benché ne abbia fatto richiesta, conosce.

“Sapere quali e quante risorse ASFO ha intenzione di utilizzare – continuano le OO.SS. - con un richiamo preciso al dipartimento di prevenzione, è un dato che le OO.SS. non possono non sapere. I dati che la direzione ASFO ha fornito in un momento successivo all’incontro via mail sono parziali e non interpretabili. Queste criticità peraltro sono le stesse segnalate con forte preoccupazione dal presidente dell’Ordine dei Medici di Pordenone Guido Lucchini, in una lettera inviata al prefetto Dott. Domenico Lione ad inizio dicembre, il quale segnalava come il Dipartimento di Prevenzione non sembrasse in grado di affrontare la mole degli interventi provocati dalla recrudescenza della pandemia. Forti preoccupazioni per quanto riguarda la criticità di personale sono state avanzate anche dal sindacato dei veterinari, che si ritrovano in una situazione lavorativa pesante che può mettere a rischio l’erogazione di alcuni servizi”

Le preoccupazioni per il personale sanitario non finiscono qui. Il FVG rimane dopo la Liguria, la regione più vecchia d’Italia, con la mortalità per Covid più alta rispetto alle altre regioni. Oltre a questo dato, i sindacati hanno espresso forte preoccupazione sugli indicatori legati al Covid-19, relativi alla domanda sanitaria che fra ricoveri e pazienti in terapie intensive, stanno saturando i reparti ormai da quasi due mesi.

“In conclusione - affermano i rappresentanti sindacali – nel corso dell’ultimo incontro, avvenuto prima delle feste natalizie con la direzione ASFO, non ci riteniamo soddisfatti delle risposte ricevute. In primo luogo ci è parso che la direzione sanitaria abbia dato delle risposte generiche, senza mai andare al nocciolo delle questioni, procrastinando a successivi incontri. Ci dispiace constatare, come abbiamo ripetuto nel corso dell’incontro, che in questi mesi abbiamo cercato un maggiore coinvolgimento da parte di tutti e che ci è sempre stato negato. Ad oggi le problematiche restano le stesse e la situazione purtroppo non cenna a migliorare”.

Endrius Salvalaggio

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