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Mercoledì 13 GENNAIO 2021
Ippolito, Locatelli, Magrini e Gino Strada: “Solo con un’Europa unita potremo uscire dalla pandemia”

Un'inedito quartetto, quello composto dal Direttore scientifico dello Spallanzani, dal Presidente del Css, dal Dg dell'Aifa e dal fondatore di Emergency, che ha esordito nei giorni scorsi con una lettera scritta a quattro mani e pubblicata su La Stampa che fa il punto sulla lotta al Covid e lancia alcune idee per il futuro

“Solo con un'azione coordinata e condivisa, possiamo uscire da questa pandemia con un virus che non rispetta alcun confine e che avrebbe bisogno di interventi concertati e razionali per essere sconfitto. Ci sono tante e importanti implicazioni tecniche nella creazione di un modello di preparedness europea, ma non è solo materia per specialisti: è una scelta di grande valore politico, che potrebbe ridare slancio ad un progetto europeo che negli ultimi anni ha visto sbiadire molte delle speranze e delle promesse che hanno portato a sognare un'Europa unita”.
 
A scriverlo sono Giuseppe Ippolito, Direttore scientifico dello "Spallanzani" di Roma, Franco Locatelli Primario al "Bambino Gesù" e Presidente del Css, Nicola Magrini, Direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco e Gino Strada, Medico e fondatore di Emergency in una lettera pubblicata su La Stampa.
 
I quattro scienziati commentano poi la notizia della mossa del governo tedesco di assicurarsi autonomamente una fornitura extra di 30 milioni di dosi di vaccino Pfizer/BioNTech rispetto al piano di ripartizione europeo: “pur se legittima su un piano formale - scrivono - ha minato l'impressione che l'Europa in un momento così critico avesse la forza e la capacità di dare una risposta coesa e coordinata. Ad attenuare solo in parte l'amarezza, c'è stato poco dopo l'annuncio della presidente von der Leyen che l'Europa è in procinto di acquisire 100 milioni di ulteriori dosi di vaccino peri 27 paesi dell'Unione. Questo sarebbe il momento giusto per ridare slancio alla visione europea anche in vista del prossimo G20 che sarà ospitato dall'Italia nel 2021”.
 
“La pandemia  - proseguono i 4 - ci ha messo di fronte ad una verità semplice: nessuno può salvarsi da solo. I primi passi della Commissione guidata dalla Presidente von der Leyen sembravano andare in quella direzione, con l'avvio del Recovery Plan, il riorientamento del MES a strumento per finanziare la ristrutturazione ed il rafforzamento dei sistemi sanitari, la decisione di acquisto centralizzato dei vaccini e l'ottimo discorso sulla State of the Union della presidente. Altri annunci invece sembrano essersi persi nella nebbia di Bruxelles, come la costituzione di una nuova e rinforzata authority europea che, sul modello della Barda statunitense, dovrebbe sovrintendere alla ricerca avanzata in campo medico e biologico e fungere da riferimento per la preparedness europea. Bisogna fare di più, con più energia, superando le resistenze e gli egoismi: bisogna che l'Europa investa concretamente nella salute pubblica e nel benessere dei suoi cittadini”.
 
E poi lanciano una serie di proposte. “Dopo questi dieci mesi impegnativi che hanno visto anche dare il meglio al Paese da parte di molti, come rappresentanti di istituzioni diverse, che hanno lavorato fianco a fianco condividendo i medesimi valori e atteggiamenti, crediamo che ci sia bisogno di:
 
1. Un Ssn più forte e più coordinato centralmente con sistemi di acquisto centrali/nazionali che siano rapidi e virtuosi per assicurare a tutti le stesse possibilità e lo stesso livello di cure su tutto il territorio nazionale.
 
2. Il sistema delle strutture per anziani e dell'assistenza territoriale interamente rifondato e ripensato.
 
3. Una maggiore capacità di sostenere la ricerca come base per trovare le soluzioni giuste e necessarie. In meno di sei mesi sono stati definiti nuovi standard di cura molto diversi da quelli della primavera scorsa grazie alla ricerca e agli studi clinici randomizzati. In meno di 11 mesi l'intera umanità ha ora a disposizione due nuovi vaccini realizzati principalmente con fondi di ricerca pubblici e da ricercatori di molti Paesi. Serve ora un nuovo programma di finanziamento della ricerca indipendente in ambito biomedico che abbia un respiro in grado di comprendere i prossimi cinque anni.
 
4. Una visione più ampia e di lungo periodo per affrontare le pandemie come fenomeno globale, che non riguarda solo l'Italia o l'Europa. Se è indispensabile investire nella direzione della preparedness europea e se l'Europa vuole recuperare i principi su cui è nata, allora è necessario che guardi oltre i suoi confini non tanto per prevenire possibili contagi, ma per condividere i progressi nella ricerca, nelle cure e nei vaccini con il resto del mondo, Africa in primis”.

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