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Venerdì 29 GENNAIO 2021
Decreto Calabria 2. La Regione si appella alla Consulta

La Regione chiede che venga bocciata la norma che prolunga il commissariamento della sanità. Spirlì: “Il Governo appena smontato ha voluto mortificare la Calabria perpetuando il commissariamento. Ferma restando la totale disponibilità alla collaborazione con il commissario Longo, con cui condividiamo strategie e obiettivi, non possiamo abbandonare il campo di una battaglia di principio e di rispetto nei confronti della lesa onorabilità delle professionalità calabresi".

La Giunta regionale della Calabria ha deciso di presentare ricorso alla Corte costituzionale contro il cosiddetto Decreto Calabria 2, con il quale è stato disposto il prolungamento del commissariamento della Sanità calabrese. L’esecutivo regionale, nel corso della seduta di ieri, ha infatti autorizzato il presidente Nino Spirlì, in qualità di legale rappresentante dell’ente, a conferire la procura speciale agli avvocati difensori e ha dato mandato all’Avvocatura regionale per l’esecuzione del provvedimento.

“Il Governo appena smontato – dichiara Spirlì in una nota – ha voluto mortificare la Calabria perpetuando il commissariamento della sanità, senza tenere conto delle giuste richieste avanzate dalla Regione Calabria. Solo una fortunata casualità ha voluto che tra il nominato commissario ad acta e il presidente della Giunta regionale nascesse, nell’adempimento dei rispettivi compiti istituzionali, l’amichevole volontà di consegnarsi vicendevolmente per l’ottenimento del fine ultimo comune: la tutela della salute della gente di Calabria”.

“Ferma restando la totale disponibilità alla collaborazione con il commissario ad acta, Guido Longo, con il quale condividiamo strategie e obiettivi, e al quale riconosciamo la grande capacità di intervenire in modo deciso sulle urgenze delle sanità calabrese – ribadisce il presidente ff della Giunta –, non possiamo abbandonare il campo di una battaglia di principio e di rispetto nei confronti della lesa onorabilità delle professionalità calabresi”.

“Mi auguro – conclude Spirlì – che questo ricorso venga accolto: sarebbe una decisione giusta che riconsegnerebbe alla Calabria una dignità scippata, inutilmente scippata”.

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