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Martedì 02 FEBBRAIO 2021
Covid e salute mentale. Monari (Fp Cgil Medici): “Inderogabile investire sul territorio”

Il coordinatore regionale dell’Osservatorio Salute Mentale del sindacato evidenzia come le paure e le criticità causate dal Covid provocheranno a un aumento dei bisogni di assistenza. “E' indispensabile e inderogabile un impegno organizzativo e di risorse che guardi il territorio se si vuole dare una risposta più adeguata ai bisogni della popolazione”. Dito puntato anche sulla scarsità di risorse messe a disposizione dalla Regione.

L’emergenza sanitaria Covid, con le difficoltà che ha creato, le paure che ha portato con sé e l’isolamento a cui ci ha costretto, ha inciso pesantemente sullo stato di salute mentale degli italiane. “Un problema trasversale a tutte le età”. A ribadirlo è il Tiberio Monari Coordinatore Regionale, Osservatorio della Salute Mentale FP CGIL Medici e Dirigenti Sanitari.

Secondo l’Osservatorio, in questi anni, in Veneto, non vi è stata una adeguata attenzione alle problematiche della salute mentale. Perdura ancora, inoltre, il sottofinanziamento dei servizi per queste patologie, comprese le dipendenze.

Ma l’epidemia ha fatto emergere anche un altro aspetto, secondo l’Osservatorio: la scarsa attenzione all’assistenza territoriale, che si occupa di prevenzione e della elaborazione di progettualità da svolgersi direttamente nel territorio e quindi nelle famiglie.

“Per poter diminuire la cronicità legata a questa malattia – spiega Monari -  bisogna investire sulla prevenzione, intervenire adeguatamente ai primi segnali di disagio con delle progettualità ad personam, oltre ad investire sulla riabilitazione. Dobbiamo essere in grado di proporre dei percorsi residenziali con l'obbiettivo di lavorare con la persona e la sua famiglia sulle disabilità che, al momento, non permettono al soggetto in cura una vita in autonomia”.

“La carta vincente, che avrebbe certamente aiutato in questo periodo di allarme sanitario, sarebbe stata quella di indirizzarci – prosegue il Coordinatore Regionale, dell’osservatorio salute mentale - verso una salute mentale di comunità, con servizi di prossimità e perciò con cure meno ospedalocentrico. Queste cure, avrebbero dato una risposta più diretta ed efficace alla complessità dei problemi connessi ai disagi psichici. Il potenziamento del territorio che chiediamo si traduce, a nostro avviso, in una organizzazione strutturale distrettuale dove vengono riconosciute unità operative semplici territoriali sia del centro salute mentale che della riabilitazione, che ancora oggi mancano. E' anche basilare che i centri di salute mentale vengano dotati di personale adeguato con 1 operatore ogni 3000 abitanti, come dettato dalla legge regionale 1616 del 2008”.

Altra considerazione, che l’Osservatorio di salute mentale ha fatto, dalle analisi degli atti aziendali delle ULSS venete, è che sono ancora poche le Aziende sanitarie che hanno proposto una politica di potenziamento delle cure territoriali e di riabilitazione. La stessa Regione Veneto, dati 2018, ha investito il 2,5% delle risorse disponibili per la sanità regionale, rispetto ad una media nazionale del 3,6%.

“Non vogliamo certo negare il problema della cronicità dei pazienti – afferma Giovanni Campolieti Segretario Regionale FP CGIL Medici e Dirigenti Sanitari – che esiste, ma a nostro avviso l’attuale pandemia ha reso indispensabile e inderogabile un impegno organizzativo e di risorse che guardi il territorio se si vuole dare una risposta più adeguata ai bisogni della popolazione.  

In conclusione, sia Giovanni Campolieti che, Tiberio Monari, non negano che quanto segnalato richieda uno sforzo da parte di chi governa ma credono sia arrivato il momento di ridefinire e ripensare, anche culturalmente, il modello ospedalocentrico della salute mentale ed effettivamente potenziare il territorio  in modo da poter concretamente applicare delle progettualità che prevedano una modalità innovativa della riabilitazione, utilizzando il Budget di salute e le condizioni necessarie che creano salute quali la casa, il lavoro e la socialità.

Endrius Salvalaggio

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