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Mercoledì 10 FEBBRAIO 2021
Giornata del Malato. Anelli (Fnomceo): “Investire risorse nella cura sia priorità: no all’ipocrisia del dire e del non fare”

“Papa Francesco, nel suo messaggio per questa Giornata, ha citato l’ipocrisia del dire e del non fare – ha ricordato Anelli -. In questo periodo di pandemia il rischio di parlare troppo senza far nulla per gli altri è quanto mai elevato. Lo vediamo ogni giorno: proclami altisonanti, dibattiti faziosi, interventi di ogni genere, da fonti più o meno titolate, cui non sempre seguono interventi concreti”.

“Ai nostri medici e a tutti gli operatori sanitari che si sono spesi con grande generosità e passione per assistere tutti i malati, Covid e non Covid, va oggi il nostro grazie. Ai cittadini raccomandiamo di affidarsi ai loro medici, alle cure e alla scienza: i vaccini, i nuovi farmaci saranno un utile ausilio per uscire dalla pandemia. Ai decisori, infine, ricordiamo che la salute è un bene primario e diritto di ogni persona: è il momento di agire per garantirla a tutti secondo i principi di universalità, eguaglianza, equità”.
 
Così il Presidente della Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, lancia in occasione della XXIX Giornata mondiale del Malato, la prima dall’inizio della pandemia, che si celebrerà domani, 11 febbraio.
 
“Papa Francesco, nel suo messaggio per questa Giornata, ha citato l’ipocrisia del dire e del non fare – continua Anelli -. In questo periodo di pandemia il rischio di parlare troppo senza far nulla per gli altri è quanto mai elevato. Lo vediamo ogni giorno: proclami altisonanti, dibattiti faziosi, interventi di ogni genere, da fonti più o meno titolate, cui non sempre seguono interventi concreti”.
 
“Anche qui e ora, nel nostro Paese, nel nostro tempo, c’è un mondo che parla e un mondo che, in silenzio, opera – spiega -. I medici, i professionisti della salute sono coloro che ogni giorno operano. Nonostante le carenze, le disfunzioni, i danni prodotti alla sanità dai tagli e dalle politiche ‘al risparmio’”.
 
“Sono I medici, sono gli operatori sanitari che hanno permesso a questo Paese di poter assistere tutti con dignità – afferma -. Lo hanno fatto pagando un prezzo altissimo, sino all’estremo sacrificio: sono oltre 110.000 i sanitari contagiati; 312, ad oggi, i medici e gli odontoiatri che hanno perso la vita”.
 
“E lo hanno fatto per incarnare sino in fondo i principi del Codice, del Giuramento: curare tutti, senza discriminazione alcuna. Perché ogni vita conta- aggiunge ancora -. È nell’alleviare il dolore, nella cura della sofferenza che si scopre il senso, la vocazione dell’essere medici: fare il bene, operare per il bene della persona e della comunità. Tutte le competenze acquisite, le abilità possedute per esercitare questa straordinaria professione hanno un’unica finalità: fare il bene. Il bene della persona e di tutti i cittadini, senza distinzioni”.
 
“Tutti gli individui, nella loro unicità, sono uguali per il medico; tutti hanno il diritto a vedersi tutelata la propria salute per il solo fatto di essere persone umane – argomenta Anelli -. Il medico diventa così uno strumento fondamentale della democrazia del bene, ossia garante di quei diritti che rappresentano il bene per ogni persona umana”.
 
“Papa Francesco, nel suo messaggio per questa ventinovesima Giornata del Malato, ha ribadito anche un altro principio: investire risorse nella cura e nell’assistenza delle persone malate è una priorità, legata al principio che la salute è un bene comune primario – riporta il Presidente Fnomceo -. Se il diritto alla salute è un bene comune primario, è indispensabile che lo Stato, la comunità metta gli operatori nelle condizioni migliori per operare impegnando risorse che diventano investimenti e non semplici costi per la collettività”.
 
“La cura rappresenta il momento più alto della reciprocità, del patto che lega la persona e il medico. Un’alleanza fondata sulla fiducia del malato nei confronti del medico e sull’impegno del medico a mettere a disposizione del malato tutte le sue competenze, conoscenze, valori – conclude Anelli -. Un patto fondato sul rispetto della dignità della persona, dei diritti del malato e del professionista, nella consapevolezza che il rispetto reciproco e la sincerità nei rapporti costituiscono il percorso migliore per far incontrare i bisognosi di cura e coloro che curano”.

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