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Mercoledì 10 FEBBRAIO 2021
Covid. Al via tavolo Aifa, Iss, Regioni, Agenas e Ministero per valutare uso AstraZeneca fino agli under 65

Il Comitato paritetico dovrà valutare anche la rimodulazione dei tempi per la seconda dose del vaccino inglese. Chiesto poi dalla Regioni anche di valutare l’ipotesi di acquisire in proprio i vaccini sia a livello nazionale che regionale.

Dopo le richieste delle Regioni di ieri sul Piano vaccini oggi si è svolto un incontro con Aifa, Agenas , Iss e Ministero in cui si è deciso di formare un comitato tecnico paritetico che dovrà cercare di chiarire meglio alcuni punti sul Piano vaccini.
 
Prima questione la possibilità di uso del vaccino AstraZeneca fino agli under 65. Nelle scorse settimane la Cts Aifa aveva scritto nel suo parere che il siero avrebbe potuto essere utilizzato anche agli over 55 purché in buona salute. Ma l’Agenzia poi a stretto giro precisò che l’uso consigliato in ogni caso era per la popolazione tra i 18 e 55 anni col risultato di confondere e creare incertezze. Tanto che il limite dei 55 anni è stato confermato anche dall’aggiornamento del Piano curato da Ministero, Aifa, Commissario e Agenas. Oggi sul tema invece l’Oms ha dato il via libera anche agli over 65 nei paesi dove circolano le varianti del virus.

Altro tema esaminare la richiesta delle Regioni di rimodulare i tempi per la seconda dose sempre di AstraZeneca fissati dal Ministero in 10 settimane. La richiesta è di ridurre la tempistica.
 
Il tavolo dovrà poi lavorare per valutare l’ipotesi di acquisire in proprio i vaccini sia a livello nazionale che regionale.
 
“Il tavolo dovrà lavorare velocemente – ha affermato il coordinatore degli assessori alla sanità delle Regioni, Luigi Icardi - . L’obiettivo è quello di dare alle Regioni indicazioni più semplice e applicabili e fugando tutte le incertezze”.
 
Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore alla sanità del Lazio Alessio D’Amato: “Su vaccino Astrazeneca troppa confusione, occorre una parola definitiva da parte di Aifa e del Ministero della Salute dopo le raccomandazioni degli esperi dell’Oms sul limite dei 65 anni ed efficacia. È necessario non spaccare le categorie lavorative, si crea un discrimine e si rallenta la vaccinazione”.
 
L.F.

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