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Martedì 02 MARZO 2021
Nasce la prima banca dati della “buona sanità”. L’iniziativa dell’Inmp per censire le buone pratiche contro le discriminazioni

Si apre oggi la selezione pubblica promossa dall’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà (INMP) per censire le esperienze di sanità pubblica che si sono distinte in termini di equità senza discriminazioni di sorta. Obiettivo principale dell’iniziativa è quello di mettere a disposizione delle istituzioni nazionali e locali, ma anche del mondo della sanità, dei ricercatori e dell’opinione pubblica in generale, una vera e propria anagrafe della “buona sanità” che operi ogni giorno in modo efficace, sostenibile e trasferibile.

L’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà (INMP) ha deciso di creare una banca dati della “Buona Sanità”, che riunirà in un apposito Repertorio, il ReSPES (Repertoriodegli interventi di Sanità pubblica orientati all’Equità nella Salute) i progetti impegnati attivamente nell’eliminazione di ogni barriera di accesso alle prestazioni e di ogni discriminazione nel diritto alla salute.
 
I tre obiettivi del Repertorio
Il Repertorio risponde a tre esigenze strategiche del Servizio sanitario nazionale:
1. promuovere l’adozione di obiettivi, metodi e tecniche orientati all’equità nella progettazione e nell’attuazione degli interventi di sanità pubblica;
 
2. favorire un incremento della qualità di tali interventi, sia sul piano della riduzione delle diseguaglianze di salute, sia sul piano dell’efficacia nella prevenzione e nel contrasto dei fattori di rischio;
 
3. indirizzare le risorse disponibili per il finanziamento di interventi di salute pubblica che abbiano buone chance di impatto positivo, evitandone la dispersione, grazie alla disponibilità di informazioni organizzate e verificate non solo sulla dimensione dell’efficacia degli interventi, ma anche su quella della loro sostenibilità e trasferibilità ad altri contesti.
 
Una banca dati utile anche per ottimizzare gli investimenti in sanità
Il Repertorio potrà essere di aiuto ai decisori e finanziatori degli interventi di sanità pubblica, consentendo di indirizzare le risorse a disposizione verso modelli ed esperienze validate e con maggiore ritorno in termini di risultati, nonché a indentificare le aree di intervento più presidiate e quelle invece più bisognose di investimenti.
              
La collaborazione con i pazienti, i volontari e i professionisti della salute
Il Repertorio consentirà, inoltre, di condividere le esperienze segnalate con le associazioni dei pazienti, gli enti del terzo settore, le società scientifiche e le organizzazioni professionali della sanità, al fine di costituire un positivo benchmark per lo sviluppo di servizi orientati all’equità su tutto il territorio nazionale.
 
Il Repertorio e la formazione professionale delle buone pratiche
Le esperienze valutate positivamente potranno essere ulteriormente valorizzate con la produzione di esperienze formative ad hoc, arricchendo così gli attuali programmi di formazione ECM rivolti agli operatori sanitari grazie al potenziale coinvolgimento attivo degli Ordini professionali e delle Società scientifiche interessati alla tematica dell’equità in sanità.
 
Come saranno valutati gli interventi candidati al Repertorio
Gli interventi candidati attraverso la Call saranno valutati da un Comitato di esperti nominato dall’Inmp. La valutazione si baserà sull’approccio “evidence based”, incentrato sulle prove scientifiche di efficacia disponibili, e l’approccio della “process evaluation”, che considera la rispondenza degli interventi a criteri di qualità nelle fasi della progettazione, applicazione e valutazione e indaga l’efficacia, la sostenibilità e la trasferibilità.
 
Quali interventi entreranno nel Repertorio
Saranno considerati in particolare gli interventi di prevenzione e promozione della salute di diversa dimensione territoriale (nazionale, regionale, provinciale, distrettuale, comunale) che presentino un significativo impatto positivo in termini di riduzione delle diseguaglianze di salute. Sono ritenuti tali sia gli interventi di sanità pubblica progettati con questa prevalente finalità, come ad esempio quelli diretti a popolazioni connotate da particolari fragilità e/o esposte a particolari determinanti di salute, sia gli interventi che, pur non essendo disegnati specificamente secondo obiettivi di equità, siano in grado di favorire il superamento di barriere di accesso alle prestazioni, grazie a specifiche modalità di ordine organizzativo, socio-economico o culturale.Possono presentare domanda soggetti, italiani o stranieri, sia pubblici sia privati e, tra questi, profit e no profit.
 
Sul sito web dell’INMP tutte le informazioni per candidarsi
L’avviso pubblico per poter candidare interventi e progetti alla valutazione è pubblicato sul sito del ReSPES, https://respes.inmp.it e sul sito istituzionale dell’INMP https://www.inmp.it/
 
Premio per una sanità equa senza discriminazioni
Al termine della valutazione saranno premiate le tre esperienze più significative, scelte da una giuria composta da personalità del mondo della salute e della società civile. Inoltre, i soggetti attuatori di interventi che siano stati valutati positivamente confluiranno in una short list e potranno essere coinvolti nella co-progettazione e nella realizzazione di interventi di sanità pubblica finanziati da INMP.
 
Concetta Mirisola (Direttore Generale INMP): “L’interesse dell’INMP è quello di stimolare la crescita della capacità progettuale, a tutti i livelli, e fare in modo che si spenda bene e si raggiungano gli obiettivi di sanità pubblica. Il ReSPES è uno strumento pensato proprio con questa finalità. Obiettivo principale dell’iniziativa è quello di mettere a disposizione delle istituzioni nazionali e locali, ma anche del mondo della sanità, dei ricercatori e dell’opinione pubblica in generale, una vera e propria anagrafe della “buona sanità”. In pratica, raccogliere e valutare gli interventi consente di individuare le eccellenze, di raccontarle e di renderle protagoniste di future attività di progettazione”.
 
“Si tratta di un progetto piccolo, che ha però l’ambizione di incidere, a medio-lungo termine, sul processo della spesa pubblica in sanità, attraverso progettazioni di qualità e con impatti positivi dimostrati: Il nostro obiettivo è quello di costruire reti di eccellenza per tutelare la salute di tutti, con un buon uso dei soldi della collettività”, ha concluso Mirisola.
 
Gianfranco Costanzo (Direttore Sanitario INMP e Responsabile del progetto ReSPES): “Una piattaforma online per proporre a valutazione gli interventi e i progetti di sanità pubblica e l’autonomia e l’autorevolezza del Comitato di 13 esperti valutatori sono i due elementi caratterizzanti del ReSPES. Il CEV (comitato di esperti valutatori), è stato costituito con l’obiettivo di assicurare una valutazione autonoma fondata sul meglio delle evidenze scientifiche disponibili in ambito sanitario, economico, sociale, della ricerca e della formazione”.
 
“La valutazione secondo la metodologia EST (efficacia, sostenibilità e trasferibilità) - ha aggiunto Costanzo - costituisce un valore aggiunto in termini di verifica della capacità di progettare e di realizzare azioni complesse in sanità pubblica, contribuendo a riqualificarne la spesa. Nel medio-lungo periodo permette di selezionare e puntare sugli interventi con migliori possibilità di successo, sia in termini di raggiungimento dei risultati sia in termini di coerenza con il contesto in cui promettono di intervenire. La possibilità di valutare la qualità intrinseca dei progetti da parte dei soggetti finanziatori, porta a investire le scarse risorse disponibili verso gli interventi che abbiano maggiori probabilità di determinare impatti positivi”. Il ReSPES ha pertanto l’ambizione di rappresentare un volano virtuoso che stimola sempre di più l’efficienza della programmazione pubblica in sanità. E quindi, in tale cornice di efficientamento programmatorio, verrà stimolata anche la crescita della capacità progettuale dei soggetti attuatori, a beneficio della buona spesa in sanità pubblica”.
 
“Oggi si parte con una valutazione ex-post degli interventi, ma non nascondiamo l’ambizione che possa diventare, in futuro e con modalità da concertare con tutti i soggetti competenti ai vari livelli, nazionale e locali, anche un utile strumento di valutazione ex ante. Senza ovviamente voler intervenire e interferire con procedure e regole esistenti, l’obiettivo - ha spiegato ancora Costanzo - è quello di giungere, in una seconda fase del progetto, a mettere in piedi un processo virtuoso grazie al quale i futuri interventi in sanità pubblica potranno avvalersi, già nella fase di “progettazione” di una valutazione di solidità, sotto i profili dell’efficacia, della sostenibilità e della trasferibilità. L’ottica è quella di consolidare lo strumento e di metterlo a disposizione anche dei soggetti istituzionali, per esempio gli Enti regionali, che devono pianificare/finanziare interventi di sanità pubblica sul territorio”.
 
“Siamo consapevoli che per diventare un punto di riferimento, il ReSPES debba dimostrare di basarsi su un processo di valutazione serio e autonomo, motivo per il quale abbiamo investito molto sugli aspetti di trasparenza e di comunicazione relativi ai componenti del Comitato di esperti valutatori, ai criteri e agli esiti della valutazione”, ha concluso Costanzo.

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