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Martedì 02 MARZO 2021
Covid. Dal 3 al 9 marzo il vaccino per i malati di fibrosi cistica al Policlinico Umberto I di Roma

Saranno vaccinati anche caregiver e genitori degli assistiti under16. Il dg d’Alba: “Per i malati di Fibrosi Cistica l’accoglienza e la raccolta del consenso sarà fatta dai medici del Centro Fibrosi. Un passaggio importante che la Direzione sanitaria della nostra azienda ha ritenuto di organizzare per garantire la presa in carico a 360 gradi di queste pazienti”.

Partono le vaccinazioni per i malati di Fibrosi Cistica, un altro passaggio verso la copertura del maggior numero di cittadini fragili cosi come indicato dalla Regione Lazio. Al via da mercoledì 3 marzo presso il centro vaccinale dell’Easteman la somministrazione del vaccino ai circa 300 pazienti che afferiscono al Centro Fibrosi Cistica, Centro di riferimento Regionale. Saranno vaccinati anche caregiver, e i genitori di pazienti con fibrosi under 16.

“La prenotazione del vaccino per queste fasce di pazienti fragili – spiega il Direttore generale Fabrizio d’Alba – viene fatta direttamente dal Centro di riferimento attraverso un link aziendale. L’informazione è stata diffuso tra tutte le associazioni di pazienti, così che. queste realtà possano contribuire ancor di più nel diffondere notizie utili e puntuali”.

“Al Policlinico Umberto I dove si continuano a vaccinare gli ultra 80enni, gli insegnanti, gli operatori sanitari, il personale docente e non - spiega ancora il Direttore - già dai giorni scorsi sono stati vaccinati pazienti estremamente vulnerabili come i dializzati e i pazienti talassemici. Uno sforzo organizzativo messo in campo per rendere concreto l'impegno della massima copertura vaccinale”.

“Per i malati di Fibrosi Cistica - che saranno vaccinati dal 3 al 9 marzo – l’accoglienza e la raccolta del consenso sarà fatta dai medici del Centro Fibrosi. Un passaggio importante che la Direzione sanitaria della nostra azienda ha ritenuto di organizzare per garantire la presa in carico a 360 gradi di queste pazienti che, hanno così modo di confrontarsi con i medici che li seguono abitualmente e che conoscono bene la complessità della loro patologia”, ha concluso d’Alba.

Lorenzo Proia

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