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Lunedì 08 MARZO 2021
Abusò di due pazienti, condannato medico nel reatino

I fatti avvennero tra il 31 ottobre e il 5 novembre 2017 nel Punto di Primo Intervento della Casa della Salute di Magliano Sabina. La Asl di Rieti, vista la gravità degli atti, si era costituita parte civile. Ora è arrivata la sentenza di condanna; 2 anni e 8 mesi e il risarcimento dei danni. Il Dg D’Innocenzo: “Celebrare l’8 marzo per ricordare che continuano a perdurare le discriminazioni e le violenze sulle donne”.

Tra il 31 ottobre e il 5 novembre del 2017 un medico della Asl di Rieti, in servizio presso il Punto di Primo Intervento della Casa della Salute di Magliano Sabina, aveva posto in essere, nei confronti di due giovani donne sue pazienti, gravi condotte di violenza sessuale nell’esercizio delle sue funzioni.  Denunciato e sospeso dal servizio, l’uomo è stato chiamato a rispondere delle gravi e penalmente rilevanti condotte. La Asl di Rieti, vista la gravità degli atti, si era costituita parte civile nel processo, anche rispetto agli evidenti danni subiti, tra cui quelli di immagine.  E ora fa sapere che è arrivata la sentenza di condanna per il medico: pena finale di 2 anni e 8 mesi e il risarcimento dei danni. 

“Credo che la sentenza emessa dal Tribunale di Rieti, il cui verbale mi è stato recapitato proprio in queste ore in cui si celebra la Giornata internazionale della donna – sottolinea il Direttore Generale della Asl di Rieti Marinella D’Innocenzo -  sia il modo migliore per ricordare che nonostante le conquiste sociali, economiche e politiche che ci sono state in questi anni, continuano a perdurare le discriminazioni e le violenze sulle donne”.

Per D’Innocenzo quella del PPI di Magliano Sabina è “una brutta storia ci ha toccato da vicino, un fatto gravissimo che giustamente è stato condannato. Il mio primo pensiero va alle vittime delle violenze e degli abusi, che purtroppo nessuna sentenza potrà mai risarcire, ma anche ai tanti operatori della nostra Azienda che ogni giorno svolgono il proprio lavoro con professionalità e umanità”.

“Le azioni di una sola persona - conclude il Dg -, non devono minare la fiducia dei cittadini verso l'Istituzione, ma ci devono impegnare e far riflettere, sulla necessità di affrontare il fenomeno della violenza sulle donne, vera emergenza sociale e civile del nostro Paese”.

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