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Giovedì 11 MARZO 2021
“Dopo il Covid ripensare il modello di sanità”. Il webinar della Fondazione per la Sussidiarietà

"Eravamo abituati ad affrontare malattie anche acute curabili in ospedale grazie a specialisti e tecnologie. Il Covid è come un tuffo nel passato: siamo tornati alle grandi epidemie dei secoli scorsi come l'influenza spagnola o la peste", dice Giorgio Vittadini.

Per battere il Covid e prevenire future epidemie occorre ripensare la sanità, riequilibrando il rapporto fra Stato e Regioni e fra ospedali e territorio, rilanciando il ruolo dei medici di base. È quanto emerso nel webinar “La febbre del mondo: dal Covid alla medicina del futuro”, organizzato dalla Fondazione per la Sussidiarietà e da Nuova Atlantide, periodico online.
 
"La pandemia ha riportato al centro il tema della sussidiarietà, di un assetto di coesione sociale che sostenga il comportamento dal basso delle persone", ha osservato Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, "Eravamo abituati ad affrontare malattie anche acute curabili in ospedale grazie a specialisti e tecnologie. Il Covid è come un tuffo nel passato: siamo tornati alle grandi epidemie dei secoli scorsi come l'influenza spagnola o la peste".
 
"Le infezioni non si curano solo con medici, infermieri e vaccini, certo fondamentali", ha spiegato Vittadini, "Vanno affrontate soprattutto con i comportamenti personali e con la cura delle relazioni sociali. La consapevolezza delle persone è allora fondamentale. E non si ottiene con obblighi spesso ignorati. Occorrono azioni come la mascherina, il lavaggio frequente delle mani, il distanziamento sociale. Il movimento deve avvenire dal basso, dal comportamento delle persone più responsabili, che possono trascinare tutti gli altri".
 
Ricciardi: un modello da ripensare
Il Covid ha causato oltre due milioni e mezzo di vittime nel mondo, di cui oltre 100.000 in Italia, innescando una crisi economica globale. "Il futuro della sanità in Italia non dipende dalle risorse, che sono previste nel piano Next Generation Eu, ma piuttosto da progetti e strategie", ha affermato Walter Ricciardi, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore e Consigliere del Ministro della Salute. "Dobbiamo ridisegnare la governance con rapporti più equilibrati fra Stato e Regioni. Nessuno pensa a una nuova centralizzazione. Ma occorre un nuovo equilibrio soprattutto a vantaggio delle Regioni più indietro dal punto di vista logistico, tecnologico e professionale, per le quali occorre un forte supporto".
 
Un altro aspetto cruciale è il riequilibrio fra ospedale e territorio, fra cura e prevenzione. "C'è uno squilibrio a favore dell'ospedale e della cura", ha sostenuto Ricciardi. "Per raggiungere l'obiettivo di un riequilibrio occorre un grande cambiamento culturale, che consenta di far capire che le reti devono essere incentrate su protagonisti che hanno tutti la stessa importanza. Dal super specialista ospedaliero al medico di medicina generale. Dall'infermiere del territorio all'esperto di sistemi socio-sanitari. Sono tutte figure straordinariamente importanti".
 
La ricetta di Ricciardi comprende altri interventi: "Bisogna rafforzare una serie di funzioni centrali. La valutazione delle tecnologie. La prevenzione e la promozione della salute. Il paese ha bisogno di guide forti, per esempio nell'introduzione di nuovi farmaci, nuovi dispositivi medici, nuove procedure organizzative, innovativi sistemi informativi. Il tutto si inquadra nella profonda trasformazione digitale che il paese deve perseguire".
 
Nuti: una campagna a favore del vaccino
Secondo Sabina Nuti rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, direttrice del laboratorio Management e Sanità, "una massiccia campagna di vaccinazione è certo molto importante per sconfiggere la pandemia. Da un'indagine svolta dalla Scuola Superiore Sant’Anna in collaborazione con Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, è emerso che il 70% della popolazione italiana è disposta a vaccinarsi. Ma attenzione, c'è ancora una quota rilevante di persone indecise, perplesse o che non si fidano del vaccino. Dobbiamo lavorare con pazienza e tenacia per convincere queste persone dell'importanza di proteggersi con il vaccino, per sé stessi e per gli altri e per rendere semplice ed accessibile la scelta di vaccinarsi".
 
"Prima della pandemia l'Italia aveva un livello di spesa sanitaria rispetto al prodotto interno lordo inferiore rispetto ai maggiori partner europei. Malgrado la spesa limitata, i risultati ottenuti in termini di esito sono sempre stati buoni nel confronto internazionale, seppur conseguiti in modo non omogeneo sul territorio nazionale".
 
Dopo la robusta cura dimagrante degli ultimi anni (vedi altro articolo), le performance del sistema sanitario italiano sono state messe a dura prova dalla pandemia. "Oggi le due parole chiave per il rilancio", spiega Nuti, "dovrebbero essere ridondanza e flessibilità. Ridondanza significa avere una riserva di risorse a disposizione per far fronte, appunto, alle emergenze. La mancanza di adeguate riserve ci ha costretto a tagliare prestazioni essenziali, come quelle dei servizi nei percorsi di oncologia, per fronteggiare la pandemia che ha invaso le corsie degli ospedali".
 
Flessibilità significa poter muovere le risorse in base alle esigenze improvvise generate dalla pandemia, in modo semplice e rapido. "La rigidità, talvolta corporativa, non aiuta certo nel momento in cui il paese ha bisogno di solidarietà e collaborazione fra le diverse figure professionali e fra i diversi servizi", rileva la rettrice della Sant'Anna.
 
Da rilanciare, secondo Sabina Nuti il ruolo dei medici di medicina generale. "Per i giovani talenti la scelta di andare a lavorare sul territorio come medici di base è purtroppo residuale", nota la docente, "i percorsi di specializzazione per diventare medici specialisti rappresentano la prima scelta per i giovani laureati in medicina. La scelta di diventare medico di medicina generale è troppo spesso percepita di 'secondo livello'. Sarebbe utile rivedere la qualità e rafforzare l’attrattività dei percorsi formativi per questa figura professionale fondamentale per il futuro del nostro sistema sanitario".
 
Secondo Enzo Manes, direttore di Nuova Atlantide, trimestrale online di cultura civile, "ad un anno dall'esplosione della pandemia la criticità resta. È il momento di un ripensamento complessivo dei sistemi sanitari, partendo da un confronto aperto su esperienze, idee e progetti. Servono per questo, oggi più che mai, comunità generatrici di cultura, luoghi di libera e approfondita riflessione".

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