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Martedì 16 MARZO 2021
Incidente in corsa sul vaccino



Gentile Direttore,
le recenti osservazioni in Italia e in Europa di un certo numero di complicazioni tromboemboliche ad esito fatale da somministrazione di vaccino Astrazeneca pongono un drammatico dilemma nella scelta di una efficace strategia per un rapido blocco del contagio da Covid-19 e delle sue nefaste conseguenze. Va tenuto presente che l’uso di questo vaccino non è stato altro se non un intervento di assoluta emergenza, un estremo rimedio ad un male estremo: la rapida diffusione del contagio sostenuta dalle varianti del Covid-19 e il conseguente, altissimo numero dei deceduti.
 
Nel Regno Unito la somministrazione di una prima dose a milioni di persone ha consentito di ridurre questa mortalità da alcune migliaia a 50-65 deceduti al giorno e sulla base di questa positiva esperienza il vaccino Astrazeneca è stato adottato in alcune categorie di cittadini anche in Italia ed in altri Paesi.
 
Sicuramente la comparsa di complicazioni tromboemboliche merita ora un adeguato approfondimento scientifico ed una seria riflessione allo scopo di chiarirne il rapporto di causa ed effetto con la vaccinazione, la patogenesi, la vera natura. Per ciò che, ad oggi, è dato sapere, alcuni particolari ricorrenti, quali la uniformità delle lesioni osservate (le manifestazioni tromboemboliche), l’età relativamente giovane delle vittime, il rapporto temporale con la vaccinazione, sono altamente suggestivi per una concomitanza di fattori, tutta da dimostrare, nella quale la somministrazione del vaccino sembrerebbe svolgere il ruolo di fattore scatenante in persone predisposte vuoi per cause genetiche (per esempio mutazione dei fattori II e V della coagulazione, alterazioni delle piastrine, ecc.) vuoi per altre cause.
 
Lo studio di queste circostanze richiederà molto tempo e difficilmente potrà essere compiuto nei quattro giorni che l’EMA si è riservata per dare una risposta adeguata. Si tratterebbe infatti di compiere studi completi non solo sui singoli colpiti, come l’EMA ha dichiarato di voler fare, ma anche sui loro famigliari alla ricerca di eventuali fattori genetici, diatesici, ecc..
 
Nel frattempo se la giusta sospensione cautelare del vaccino dovesse prolungarsi fino a provocare un indebolimento della campagna vaccinale per mancanza di adeguate quantità di vaccini sostitutivi verremmo a trovarci di fronte ad una ulteriore diffusione della pandemia ed a quote di deceduti da infezione da Covid-19 sicuramente di gran lunga superiori al numero dei deceduti da manifestazioni tromboemboliche eventualmente attribuibili alla somministrazione di vaccino Astrazeneca.
 
E’ questo purtroppo il terribile dilemma nel quale potremmo essere chiamati a scelte drammatiche, ma basate su dati certi e non su approssimative considerazioni. Una razionale e fredda valutazione dei costi-benefici delle diverse, possibili condotte vaccinali si impone ora più che mai in una circostanza che, soprattutto, richiede decisioni rapide e tempestivi interventi.

Girolamo Digilio
Già Primario e Docente di Clinica Pediatrica Università “La Sapienza”, Roma

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