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Mercoledì 17 MARZO 2021
Biopsia liquida dopo epatectomia nel tumore colorettale metastatico

Un team di ricercatori USA è ricorso alla biopsia liquida, dopo la resezione di metastasi epatiche da carcinoma colo rettale, per individuare la malattia residua. La metodica ha consentito di rilevare mutazioni somatiche in 70 geni.

(Reuters Health) – L’esecuzione di una biopsia liquida dopo resezione di metastasi epatiche da carcinoma colorettale consente una profilazione molecolare non invasiva che potrebbe contribuire a individuare una malattia residua. A questa conclusione è giunto uno studio condotto negli USA e pubblicato dal Journal of the American College of Surgeons.

Yun Shin Chun e colleghi, dello University of Texas MD Anderson Cancer Center, hanno esaminato i dati relativi al plasma prelevato dopo un intervento chirurgico da 63 pazienti sottoposti a resezione di metastasi epatiche da cancro colorettale. Successivamente, i ricercatori hanno usato il sequenziamento in parallelo per rilevare mutazioni somatiche in 70 geni. La mutazione più comune era la APC, seguita da TP53 e KRAS.

“Questo approccio”, sottolinea Yun Shin Chun, “è stato utilizzato insieme ai metodi convenzionali per diagnosticare il cancro colorettale, nello specifico la TC e il marcatore tumorale CEA. I risultati dello studio dimostrano che una biopsia liquida positiva dopo l’intervento chirurgico si associa a una peggiore sopravvivenza, soprattutto quando vengono rilevate 4 o più mutazioni genetiche”.

In particolare, il team ha osservato che la sopravvivenza generale a due anni dalla data della resezione epatica era inferiore tra i pazienti con una biopsia liquida positiva rispetto alle controparti (70% vs 100%, P=0,005). In pazienti con quattro o più mutazioni, la sopravvivenza a due anni era del 41%. Una biopsia liquida positiva, ma una CEA non elevato, si correlavano a una recidiva della malattia rilevata tramite TC.

Fonte: Journal of the American College of Surgeons

David Douglas

(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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