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Venerdì 19 MARZO 2021
Interrogazione/2. Sileri: “Rete Covid integrata con quella ospedaliera in modo che nuove strutture non siano inutilizzate”

"La nuova rete per il Covid-19 viene ridefinita in modo che le nuove strutture possano riassorbire l’attività ordinaria sospesa o rallentata, prevedendo meccanismi flessibili, immediatamente fruibili e sicuri, di riconversione tra le due diverse tipologie di attività". Così il sottosegretario alla Salute rispondendo in aula alla Camera all'interrogazione di Baldini (FI).

"Pertanto, la nuova rete per il Covid-19 viene ridefinita integrandola organicamente con la rete di assistenza ospedaliera regionale, in modo tale che le nuove strutture non siano lasciate inutilizzate, ma possano riassorbire l’attività ordinaria sospesa o rallentata, prevedendo meccanismi flessibili, immediatamente fruibili e sicuri, di riconversione tra le due diverse tipologie di attività".
 
Così il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri rispondendo in aula alla Camera all'interrogazione di Maria Teresa Baldini (FI).
 
In merito alle richieste formulate nell’interpellanza in esame circa la riattivazione di presidi sanitari e ospedali inattivi o fortemente sottoutilizzati, così da poterli riconvertire per la gestione dell’emergenza pandemica da COVID-19 e l’adozione di iniziative per la revisione del decreto del Ministero della salute 2 aprile 2015, n. 70, si precisa quanto segue.

Il decreto ministeriale 2 aprile 2015, n. 70 “Regolamento recante la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”, ha rappresentato uno snodo fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi condivisi nazionali e regionali di efficientamento delle cure, mantenendone nel contempo l’appropriatezza, l’efficacia, la qualità e sicurezza.

Il Regolamento in esame ha avviato il processo di riqualificazione e di riorganizzazione della rete ospedaliera, per assicurare, su tutto il territorio nazionale, un’uniforme definizione degli standard delle strutture sanitarie dedicate all’assistenza ospedaliera, individuando un modello di cooperazione tra le strutture erogatrici, alle quali sono assegnati ruoli specifici e strutturati secondo livelli gerarchici, definiti in base a caratteristiche standard, quali:
- il bacino di utenza;
- i volumi di attività erogati;
- gli esiti delle cure.

La “dorsale” della rete dell’emergenza-urgenza, è rappresentata dai Dipartimenti d’Emergenza e Accettazione-DEA di I e II livello, ai quali sono collegati gli altri due livelli di operatività: l’Ospedale sede di Pronto Soccorso e il Presidio Ospedaliero in zone particolarmente disagiate, costituenti complessivamente la rete ospedaliera dell'emergenza.

Tale rete risulta composta da strutture di diversa complessità assistenziale, secondo il modello “Hub & Spoke”, che risponde alle necessità d'intervento secondo livelli di capacità crescenti in base a:
- complessità;
- alle competenze del personale;
- alle risorse disponibili.

L’attuale crisi pandemica ha permesso di verificare la capacità di tenuta dell’impianto organizzativo in questione, così come individuato dal decreto ministeriale n. 70/2015, e su di esso sono state implementate le disposizioni di cui al decreto legge 19 maggio 2020, n. 34, come convertito dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, offrendo tale modello “Hub & Spoke”, come mostrato in questi mesi di emergenza epidemiologica da COVID-19, la possibilità alla rete ospedaliera di mantenere il più possibile le funzioni delle attività ordinarie e, nel contempo, evidenziando una notevole flessibilità alla rapida conversione.

Infatti, il decreto “Cura Italia” (decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, come convertito dalla legge 24 aprile 2020, n. 27) il quale ha apportato una serie di misure di potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale, è stato adottato per mettere il sistema sanitario nelle migliori condizioni per affrontare adeguatamente l’emergenza Covid-19, in termini strutturali, organizzativi e di personale, favorendo per ciascuna Regione, rispetto al fabbisogno causato dal diffondersi della pandemia, nuovi allestimenti dei “setting” assistenziali volti alla gestione della situazione pandemica con misure specifiche per il personale (dagli straordinari alla possibilità per Asl e ospedali di trattenere in servizio il personale prossimo alla pensione), misure per il potenziamento dei posti letto in Terapia intensiva, pneumologia e malattie infettive.

Nel citato decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, in particolare, l’articolo 2 “Riordino della rete ospedaliera in relazione all’emergenza da COVID-19”, ha previsto espressamente, al fine di rafforzare strutturalmente il Servizio Sanitario Nazionale in ambito ospedaliero, la stesura di un apposito piano di riorganizzazione volto a fronteggiare adeguatamente le emergenze pandemiche, come quella da COVID-19, per garantire l’incremento di attività in regime di ricovero in Terapia Intensiva e in aree di assistenza ad alta intensità di cure, rendendo strutturale la risposta all’aumento significativo della domanda di assistenza in relazione alle successive fasi di gestione della situazione epidemiologica correlata al virus Sars-CoV-2, ai suoi esiti e a eventuali accrescimenti improvvisi della curva pandemica.

Con la Circolare del Ministero della salute n. 11254 del 29 maggio 2020 “Trasmissione Linee di indirizzo organizzative per il potenziamento della rete ospedaliera per emergenza Covid-19”, si è provveduto a fornire alle Regioni/Province Autonome indicazioni operative in attuazione dell'art. 2 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, sottolineando la necessità di ridefinire ed integrare organicamente la rete di offerta attivata nella prima fase emergenziale dovuta al COVID-19 con la rete di assistenza ospedaliera regionale “Hub & Spoke”, e di prevedere che tale potenziamento sia programmato nell’ambito delle strutture pubbliche della rete ospedaliera regionale sede di DEA I e DEA II livello.

Nella Circolare n. 11254/2020 il potenziamento dei posti letto è stato inteso nella sua globalità assistenziale, ovvero con l’adeguata dotazione di professionalità, attrezzature tecnologiche e di servizi; per cui, l’organizzazione delle unità di terapia dedicate al COVID-19 deve contemplare la riqualificazione dei posti letto diversamente modulati per intensità e tipologie di cure, implementando attrezzature e professionalità diverse, che possano rispondere a qualunque tipologia di paziente critico con necessità di assistenza respiratoria non invasiva, ma anche a pazienti critici con necessità di trattamenti continui e complessi riconducibili a situazioni pluripatologiche.

Quindi, si è evidenziata la necessità della presenza di personale medico e infermieristico prontamente impiegabile e formato (con riferimento anche alle competenze intensivologiche) per garantire la multidisciplinarietà e la collegialità nella gestione assistenziale di tali pazienti critici.
Pertanto, la nuova rete per il COVID-19 viene ridefinita integrandola organicamente con la rete di assistenza ospedaliera regionale, in modo tale che le nuove strutture non siano lasciate inutilizzate, ma possano riassorbire l’attività ordinaria sospesa o rallentata, prevedendo meccanismi flessibili, immediatamente fruibili e sicuri, di riconversione tra le due diverse tipologie di attività.

Per la tematica in esame, si ricorda, inoltre, che si è intervenuti sia con l’articolo 29 del decreto-legge 14 agosto n. 104, convertito dalla legge13 ottobre 2020, n. 126, per ridurre e riprogrammare le liste d’attesa, sia con l’articolo 1, commi 2 e 3 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito dalla legge 17 luglio 2020, n. 77 in materia di Covid-hotel, per ospitare e garantire l’isolamento delle persone contagiate da SARS-CoV-2.

Da ultimo, relativamente all’adozione di iniziative per la revisione del D.M. n. 70/2015, desidero segnalare che sono in corso i lavori propedeutici per la suddetta revisione e si è in attesa della convocazione della Cabina di Regia per poter procedere all’aggiornamento del citato D. M..

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