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Giovedì 15 LUGLIO 2010
Il gioco si fa riabilitazione

Baxter lancia un programma di riabilitazione destinato ai pazienti emofilici che sfrutta le potenzialità della console Wii di Nintendo. 

Non è il primo impiego medico di una tecnologia nata per uso ricreativo. E nemmeno per la Wii, che negli ultimi anni ha esteso i suoi utilizzi nel campo riabilitativo e perfino della formazione degli operatori sanitari, al punto da essere considerata un efficace strumento per il training dei chirurghi laparoscopici.Ora, dalla collaborazione di Baxter con Elena Boccalandro, fisioterapista presso il Centro Emofilia Bianchi Bonomi di Milano, arriva un ulteriore impiego finalizzato a promuovere l’adesione ai programmi di fisioterapia per i pazienti affetti da emofilia. Con costanti esercizi, infatti, il paziente emofilico migliora il proprio tono muscolare, abbattendo drasticamente la possibilità di danni alle articolazioni derivanti dalla patologia.
Il progetto di Baxter prevede l’identificazione di esercizi adatti al paziente emofilico da svolgere a casa propria anche grazie all’utilizzo della pedana Wii Fit, uno degli accessori della console Nintendo Wii. Il progetto, offrirà inoltre ai pazienti emofilici l’assistenza gratuita domiciliare di un fisioterapista appositamente formato. “Riteniamo sia davvero importante unire l’esperienza fisioterapica a un momento ludico, soprattutto per i pazienti più giovani”, ha dichiarato Boccalandro. “In questo modo il paziente si relaziona in maniera più lieve a quello che comunque resta un esercizio terapeutico. Sempre nell’ottica del migliore vantaggio possibile, la presenza di un fisioterapista a domicilio che spiega come eseguire correttamente la terapia al paziente, che poi la effettuerà autonomamente, riduce alcune importanti problematiche, come la necessità dello spostamento del paziente al centro per seguire la fisioterapia”.C’è infine un ulteriore aspetto connesso alla possibilità di svolgere gli esercizi a casa propria: “aumentando la costanza degli esercizi, si amplia enormemente la possibilità di movimento del soggetto, che riacquisisce così indipendenza”, ha concluso Boccalandro.

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