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Venerdì 02 APRILE 2021
Covid. Sindacati medici contro la sospensione delle attività chirurgiche in elezione negli ospedali pubblici

La richiesta arriva con l’allarme di “rischio 4” di emergenza covid e si affianca alla necessità di “completare l’attivazione” dei nuovi posti letto covid. Ma per i sindacati è necessaria un “prudente” rinvio della decisione per pochi giorni allo scopo di “verificare la sua reale necessità e per scongiurare di procrastinare ancora il sostanziale ‘abbandono e/o disinteresse’ verso le cure relative alle altre patologie non covid”.

Appello unitario dei sindacati dei medi del Lazio (Anaao Lazio Anpo-Ascoti-Fials Medici Lazio Cgil Fp Medici, Cimo Lazio, Cisl Medici Lazio, Fimmg Lazio, Sumai Lazio e Uil Fpl Medici) contro la sospensione delle “attività chirurgiche in elezione” e la gestione delle liste d’attesa nell’ambito delle Strutture Sanitarie “anche private accreditate”.

La richiesta è arrivata il 31 marzo con un nota della Direzione regionale Salute che, proclamando lo scenario di “rischio 4”, impone, inoltre, ai soli principali Ospedali pubblici di “completare l’attivazione dei posti letto previsti” per la gestione dei pazienti covid. Per i sindacati, “tale misura, ancorché apparentemente logica, non potrà non determinare ulteriori difficoltà drammatiche, sopportate dagli operatori sanitari e dai pazienti degli Ospedali citati da oltre. un anno. Va sottolineato che questi Ospedali sono riusciti ad assicurare fino ad oggi oltre all’assistenza covid di competenza, anche la non facile ripresa delle attività assistenziali per le altre patologie, peraltro trascurate per necessità da lungo tempo”.

Per i sindacati va considerata la sospensione del provvedimento “in ragione del report delle curve epidemiologiche risultanti al 29 marzo u.s., dove non si è tenuto conto di quanto sta accadendo nelle ultime 72 ore in cui, dopo circa un mese, finalmente i report ci informano di una netta inversione delle curve relative alla occupazione dei posti letto dei pazienti ricoverati per covid, sia in terapia intensiva che in ricovero ordinario”.

Per i medici il rischio è di commettere “il grave errore di ostacolare l’estremamente faticoso riavvio delle attività dei Presidi portanti dell’Ospedalità romano-laziale proprio in un momento in cui ciò potrebbe non essere più necessario”.

Per questa ragione i sindacati hanno chiesto alla Regione una “prudente” sospensione “di almeno 72 ore” del provvedimento “al fine di verificare la sua reale necessità e per scongiurare di procrastinare ancora il sostanziale “abbandono e/o disinteresse” verso le cure relative alle altre patologie non covid”. A tale proposito le scriventi OO.SS. bocciano la non utile indicazione di gestire le liste d’attesa per gli interventi chirurgici di elezione avvalendosi delle “altre strutture anche private accreditate”, in quanto “si è già recentemente rivelata un’indicazione non solo non praticata perché difficilmente applicabile ed anche poco logica”.

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