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Mercoledì 07 APRILE 2021
Covid. Sardegna, dall’addio alla zona bianca al lockdown di 16 Comuni dell’isola. Salgono positivi e ricoveri in terapia intensiva

Prima e unica Regione italiana dichiarata “zona bianca”, la Sardegna è tornata nel giro di un paio di settimane in una situazione critica per l’emergenza covid. Dal 31 marzo le positività hanno iniziato una veloce risalita, così come i ricoverati nelle terapie intensive (ieri erano 47). L’isola è attualmente in “zona arancione” ma in 16 Comuni i Sindaci dispongono il lockdown: Siurgus Donigala, Capoterra, Bultei, Soleminis, Burcei, Villa San Pietro, Donori, Pula, Samugheo, Sindia, Gavoi, Golfo Aranci, Bono, Pozzomaggiore, Uri e Sennariolo.

L’ultimo monitoraggio Covid di febbraio l’aveva ‘promossa’ in zona bianca a partire dal primo di marzo. La Sardegna sembrava potercela fare, auspicava ad una ripresa graduale delle attività economiche e produttive. Ma anche di una nuova stagione per il turismo. “Il tutto senza mai abbassare la guardia, con prudenza, attenzione e l’attuazione di misure che potessero garantire severi controlli sanitari”, aveva auspicato allora il governatore Christian Solinas, introducendo di fatto le Ordinanze di competenza.

Ma dai 45 casi di positività rilevati nell’ultimo aggiornamento dell’Unità di crisi regionale proprio il primo marzo, con 210 pazienti ricoverati in ospedale in reparti non intensivi e 19 in quelli di terapia intensiva, i dati del monitoraggio cominciano a diventare nuovamente preoccupanti dal 18 marzo in poi, con una risalita sopra i 100 del numero dei pazienti positivi registrarti giornalmente, ed in crescita anche il numero di quelli ricoverati delle terapie intensive. Sino a che, il 31 marzo, i dati dei casi positivi raggiungono quota 444 casi, e più ancora si è visto in giornate successive. Con ricoverati nelle terapie intensive oramai sopra i 30;  sono 47 quelli contati a ieri, 6 aprile.

L'isola dice perciò addio alla zona bianca e dal 22 marzo passa in quella intermedia di rischio Covid, l’arancione. Fascia in cui si trova tutt’ora, a termine delle festività pasquali. Ed in proposito ieri notte Solinas ha prorogato con Ordinanze n. 11 e n. 12, sino al 30 aprile, le Ordinanze n. 5 e n. 6 rispettivamente per la disciplina sui trasporti locali e scuole la prima, e la seconda sul controllo in porti e aeroporti con obbligo di tampone negativo o certificato vaccinale per residenti che rientrano nell’isola o turisti che vi giungono.

Ancora, sino al 30 aprile 2021 il governatore ha prorogato anche, con Ordinanza n. 13 (vedi allegato a fondo pagina), l’Ordinanza n. 9 con cui ha disposto che l'ingresso in Sardegna dei non residenti per recarsi nelle seconde case è consentito solo in presenza di comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, di indifferibilità documentata o per motivi di salute.

Causa di una nuova ‘terza ondata’ dei contagi nell’isola, oltre a quelli che possono essere riconducibili a comportamenti poco attenti da parte di cittadini stessi o di controlli in alcune occasioni carenti o ‘sfuggiti’, è anche l’arrivo e la diffusione della variante inglese, riscontrata in maggior percentuale, ma si sono anche rilevate le varianti Sud Africana e brasiliana. Sino all’ultima di ieri, la variante A.27 non ancora segnalata in Italia.

Da qui l’allerta di molti Sindaci di diversi comuni dell’isola che, tenuto conto del numero significativo dei casi di positività in crescita nelle proprie comunità accertati dall’ATS, hanno provveduto ad emettere per i propri residenti un ‘lockdown’ con delle Ordinanze necessariamente più restrittive di quelle regionali. E attualmente in zona rossa si contano 16 comuni: Siurgus Donigala, Capoterra, Bultei, Soleminis, Burcei, Villa San Pietro, Donori, Pula, Samugheo, Sindia, Gavoi, Golfo Aranci, Bono, Pozzomaggiore, Uri e Sennariolo.

Sentito da Quotidiano Sanità, il sindaco del Comune di Donori (Sud Sardegna), Maurizio Meloni, dichiara: “Mi sono trovato costretto ad adottare questo tipo di ordinanza con non poco dolore, perché le restrizioni sulla libertà rendono sempre complicata la vita dei cittadini e delle attività economiche di un Paese. Dovevo però tutelare la salute pubblica prima di tutto. Ed oggi ho piacere di comunicare che raccogliamo i primi frutti di questi sacrifici. Per fortuna ho delle buone novità: ho saputo poco fa che sono guarite sette persone delle 22 che erano state rilevate dall’ATS positive nel nostro comune, che ha una densità di 2000 abitanti. Quindi gradualmente stiamo rientrando nei parametri di monitoraggio dei dati Covid che ci consentiranno di uscire dalla zona rossa”.

“Si è rilevato da noi molto utile – prosegue concludendo Meloni - lo screening Sardi e Sicuri, svoltosi anche a Donori nei giorni scorsi. Grazie allo screening è stato identificato un caso di positività, e con il tracciamento si è visto che il contagio era esteso purtroppo anche nella famiglia di questa persona. Una decina circa. Questo ci ha permesso di mettere in quarantena per tempo le positività riscontrate, evitando ben peggiori preoccupazioni. Non posso che essere quindi fiducioso ed ottimista, ancor più oggi con questi nuovi dati appresi che mi danno conferma di aver fatto una scelta razionale e corretta”.

Per la sindaca di  Pula, Carla Medau, sentita anch’essa dal nostro giornale: “La situazione a Pula non è drammatica, tuttavia c’è sempre una certa incertezza in quanto i dati purtroppo non arrivano con costanza. E questo ci rende impossibile comprendere quale sia l’andamento del nostro comune. Tuttavia siamo entrati in zona rossa perché il parametro massimo di abitanti in positivi con la presenza di variante è fissato in 18 unità, e noi abbiamo identificato 24 casi di concittadini con questa tipologia di positività, cui si aggiungono i 14 casi del centro Aias. Tuttavia il centro Aias è una categoria chiusa, nel senso che è un gruppo controllato e monitorato e non avendo interazioni e socialità con la comunità, la preoccupazione è più contenuta. Ma comunque ai 24 casi vanno sommati i 14, quindi un numero ancora alto che non ci consente di uscire dalla zona rossa”.

“Quello che registro – prosegue Medau - è che comunque tutti i cittadini positivi al virus hanno delle condizioni di salute abbastanza buone. Alcuni percepiscono dei sintomi molto fastidiosi e persistenti, altri non hanno sintomi. Abbiamo inoltre 51 quarantene che potrebbero determinare ulteriori positivi o finire la quarantena senza avere ulteriori problemi. Su indicazione di ATS, ancora, è stato chiuso al momento un intero plesso scolastico per un caso positivo individuato in una classe. Ciò che mi preoccupa poi molto, e con questo concludo, è la tenuta psicologica e l’emergenza sociale ed economica che si sta profilando anche in questa primavera, e quindi per l’estate, che probabilmente va affrontata con maggior rigore da parte anche delle autorità regionali e nazionali”.

Elisabetta Caredda

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