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Giovedì 14 GIUGNO 2012
Latina e Frosinone. Nas scoprono "gravi carenze e irregolarità in strutture sanitarie”

In un caso i Nas hanno provveduto al sequestro amministrativo di oltre 300 cartelle cliniche che non erano state ben compilate e trasmesse ai competenti uffici per il rimborso delle spese di ricovero. Una mancanza costata all’Azienda Usl di Frosinone circa 1 milione di euro.

Mesi di controlli hanno permesso ai Carabinieri del Nas di Latina di accertare “ alcuni casi di gravi carenze (strutturali, tecnologiche ed organizzative)” dei reparti ospedalieri ispezionati in provincia di Latina e Frosinone. Carenze “tali da determinare disagi ai pazienti e gravare significativamente sui trattamenti sanitari erogati”, spiega una nota dei Nas, aggiungendo che nel corso dei controlli sono emersi anche “episodi di superficialità nella gestione amministrativa dei reparti”, anche in questo caso “con ripercussioni sull’efficienza delle prestazioni sanitarie”.

In particolare, spiegano ancora i Nas, “dal controllo ispettivo effettuato presso i reparti di Dialisi e Terapia Intensiva Neonatale di due nosocomi della provincia di Latina, emergevano inconvenienti (accesso per disabili non idoneo, tracce di umidità sugli intonaci, presenza di locali angusti, mancanza di idonea attrezzatura medica) che venivano relazionati ai competenti uffici sanitari della Regione Lazio e dell’Azienda Unità Sanitaria Locale di Latina. La puntuale risposta organismi istituzionali, interessati della vicenda, ha consentito di eliminare gli inconvenienti rilevati e di scongiurare ulteriori disagi agli utenti”.

Irregolarità sono state rilevate anche presso alcuni reparti di un presidio ospedaliero del frusinate. In particolare, all’interno dell’ambulatorio di Emodialisi i Carabinieri del Nas hanno rilevato carenze strutturali ed organizzative (assenza di locali per soggetti affetti da patologie infettive, sovraffollamento dei letti rispetto alle misure dell’ambiente, carenze di personale medico, etc) anche queste segnalate alla Regione Lazio ed alla Direzione Generale della competente Azienda Usl.

Un controllo presso il reparto di Medicina ha portato invece al sequestro amministrativo di oltre 300 cartelle cliniche, relative a pazienti ricoverati e successivamente dimessi, in quanto non erano state compilate e trasmesse, ai competenti uffici sanitari regionali, le relative schede di dimissione. Le stesse, necessarie per richiedere il pagamento delle somme dovute per i ricoveri, hanno causato all’Azienda Usl di Frosinone mancati introiti per circa 1 milione di euro.

Altra situazione irregolare è stata rilevata nel reparto di Ematologia del nosocomio ciociaro, dove i militari hanno sottoposto a sequestro 90 dispositivi medici di varia natura (aghi, siringhe, contenitori per liquidi ematici, vetrini per esami diagnostici, etc.) pronti all’utilizzo nonostante fossero scaduti di validità, contestando al responsabile della struttura sanitaria violazioni amministrative per un ammontare complessivo di oltre 85mila euro.

Controlli nello specifico settore sono stati effettuati anche nei confronti di strutture sanitarie private ed attività commerciali; in quest’ambito, recentemente la Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo (UTG) di Latina, competente per materia, ha concordato con quanto rilevato dal personale del Nas Carabinieri, che ha contestato violazioni alle normative sanitarie nei confronti di 3 nosocomi privati ed una rivendita di oggettistica varia, tutti della provincia latinense. In particolare, “presso due delle strutture sanitarie – spiega la nota dei Nas - è stata rilevata la presenza di dispositivi medici (rispettivamente utilizzati per attività medico oculistiche in sala operatoria e per la rianimazione cardiopolmonare in emergenza) con data di scadenza superata, mentre a carico della terza struttura è stata contestata la produzione, l’acquisto e la messa in servizio di protesi dentarie sprovviste delle certificazioni di conformità alle normative di sicurezza europee. L’esercizio commerciale, gestito da un soggetto di nazionalità cinese, vendeva invece occhiali premontati da vista mancanti delle indicazioni relative agli accorgimenti ed alle modalità d’uso. A carico dei responsabili delle suddette strutture, l’UTG ha pertanto emesso altrettanti provvedimenti ingiuntivi, determinando il pagamento all’erario di una somma complessiva di oltre 170.000 euro”.
 

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