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Lunedì 26 APRILE 2021
“Un sistema a semaforo anche per la ripartenza degli Ospedali”. Dalla Fadoi le 10 raccomandazioni per la ripresa in sicurezza dell’assistenza 

Dai medici Internisti ospedalieri un decalogo con una serie di indicazioni per fare in modo che anche gli ospedali possano tornare ad assistere tutti i pazienti che durante la pandemia hanno dovuto rinunciare alle cure. Manfellotto: “Nelle ultime settimane stiamo registrando un calo dei ricoveri per Covid praticamente in tutta Italia ed ora dobbiamo assolutamente riprendere ad assistere in Medicina Interna che sono stati tagliati fuori dalle cure ospedaliere a causa dell’elevato numero di ricoveri per Covid”.

Come per la riapertura delle regioni creare un sistema “a semaforo” anche per gli ospedali, con percorsi e anche strutture verdi per pazienti negativi in possesso di “Green pass”, gialli per i casi sospetti e rossi per coloro che sono positivi in modo da evitare il propagarsi di focolai all’interno degli ospedali come accaduto nella prima ondata un anno fa. Un meccanismo di sicurezza che non può però prescindere dalla costante copertura vaccinale del personale sanitario, garantendo la sua “rivaccinazione” anche dopo questa prima fase della campagna.
Sono alcune delle raccomandazioni che la Federazione dei medici internisti ospedalieri (Fadoi) ha messo nero su bianco per fare in modo che anche gli ospedali possano tornare ad assistere tutti i pazienti che durante la pandemia hanno dovuto rinunciare alle cure.
Linee guida per la ripresa a regime e in sicurezza che prevedono anche: una rete informatica ultraveloce, efficiente e diffusa, di facile accessibilità, in grado di smistare i pazienti, il mantenimento della massima protezione per operatori e utenti, strutture ospedaliere flessibili che possano cambiare velocemente a seconda delle esigenze, informazioni ai cittadini per farli rivolgere alla struttura più appropriata rispetto ai loro bisogni e non solo.
“Nelle ultime settimane stiamo registrando un calo dei ricoveri per Covid praticamente in tutta Italia – spiega il presidente della Fadoi, Dario Manfellotto – ed ora dobbiamo assolutamente riprendere ad assistere in Medicina Interna quegli oltre 600 mila pazienti, soprattutto cronici, che i dati dell’Agenas, confermando la stima Fadoi fatta in corso di pandemia, hanno dimostrato che sono stati tagliati fuori dalle cure ospedaliere a causa dell’elevato numero di ricoveri per Covid”.
“Ormai – prosegue - c’è una ventata di ottimismo che condivido pienamente, ma questo non deve farci credere  che sia tutto finito. I vaccini ci stanno aiutando e l’immunità diffusa non è lontana. Però l’entusiasmo di adesso non deve diventare incoscienza, e dobbiamo abituarci a pensare che con il virus dovremo convivere a lungo, mantenendo l’attenzione e le cautele necessarie”.
“Per farlo – sottolinea Manfellotto – occorrerà mettere in atto alcune raccomandazioni e anche per questo il modello ospedale va ripensato. Magari partendo dalle idee dell’architetto Renzo Piano di ospedali del futuro flessibili, moderni e a misura d’uomo, capaci di trasformarsi e dai quali rilanciare un nuovo Umanesimo. Ed anche facendo tesoro dell’esperienza maturata in quest’anno di pandemia, che ha visto noi internisti collaborare fianco a fianco con gli altri specialisti in una gestione integrata dell’area medica. Superando di fatto i tradizionali sbarramenti tra reparti ospedalieri, a vantaggio di una presa in carico a 360 gradi del paziente”.
 
 
Da qui le 10 raccomandazioni di Fadoi per fare in modo che gli ospedali restino sicuri e siano in grado di affrontare le sfide della pandemia:
1. Garantire la presa in carico di tutti i pazienti che hanno bisogno di assistenza, con abbattimento delle liste d’attesa 
2. Mantenere la massima protezione per gli operatori sanitari e per gli utenti. Il crollo dei contagi fra gli operatori sanitari è un indicatore fondamentale di successo delle vaccinazioni 
3. Informare i cittadini che è più alto il rischio di portare il Covid dall’esterno dell’Ospedale piuttosto che prenderlo al suo interno
4. Raccomandare ai cittadini di non andare nell’ospedale più vicino in caso di sospetto contagio, ma nei centri Covid di riferimento, seguendo le indicazioni del proprio medico e dei servizi sanitari regionali
5. A tale scopo, realizzare reti digitali e telefoniche di smistamento dei pazienti in modo da trovare il luogo di cura più adatto ai loro bisogni di salute. 
6.  Evitare che nei collegamenti fra le strutture e i servizi del SSN prevalga la burocrazia sull’efficienza, come purtroppo accade al momento 
7. Creare Ospedali a fisarmonica, dove non si paralizzi l’attività dei reparti per la presenza di malati con Covid, garantendo alle strutture la necessaria elasticità per adeguarsi alle esigenze del momento e reparti di terapia semintensiva nell'area medica per limitare il ricorso alla terapia intensiva
8. Mettere a punto un sistema “a semaforo” anche per gli Ospedali, con strutture “rosse” per i Covid, “verdi” per i non contagiati e “gialle” per i casi sospetti 
9. Garantire una maggiore unità di intenti tra Governo e Regioni nella stesura e applicazione di Protocolli e Linee guida, che devono essere emanati e coordinati da un’unica istituzione centrale
10. Mantenere un rapporto medico paziente costante ed empatico utilizzando anche tutti gli strumenti possibili e moderni di comunicazione, perché il tempo della comunicazione tra medico e paziente costituisce tempo di cura e l'ospedale è più umano se si comunica meglio

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