quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 07 GIUGNO 2021
Tumore della prostata metastatico resistente alla castrazione: 177Lu-PSMA-617 riduce del 38% il rischio di morte

I risultati presentati al Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO). I pazienti trattati con 177Lu-PSMA-617 hanno inoltre dimostrato una riduzione del 60% del rischio di progressione radiografica rispetto al braccio che aveva ricevuto il miglior standard di cura.

Sono stati annunciati i risultati dello studio di Fase III VISION, che ha valutato l’efficacia del farmaco 177Lu-PSMA-617 in aggiunta al migliore standard di cura nei pazienti con carcinoma della prostata progressivo metastatico resistente alla castrazione (mCRPC) e positivo all’antigene di membrana specifico della prostata (Psma).

La differenza nella sopravvivenza globale tra i bracci dello studio è risultata statisticamente significativa, con una riduzione stimata del 38% del rischio di morte nel braccio con 177Lu-PSMA-617 rispetto al braccio con il solo miglior standard di cura. I risultati presentati al Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO).

I pazienti trattati con 177Lu-PSMA-617 hanno inoltre dimostrato una riduzione del 60% del rischio di progressione radiografica rispetto al braccio che aveva ricevuto il miglior standard di cura. Nel braccio di trattamento si è verificato un maggiore tasso di eventi avversi collegati alla terapia (l’85.3% contro il 28.8%). L’11,9% i dei pazienti che hanno ricevuto 177Lu-PSMA-617 più standard di cura ha interrotto 177Lu-PSMA-617 e l’8,5% ha interrotto lo standard di cura; mentre il 7,8%  dei pazienti che hanno ricevuto lo standard di cura ha interrotto il trattamento.

177Lu-PSMA-617 è un trattamento antitumorale di precisione costituito da un ligando che si lega a Psma e da una particella radioattiva. Dopo la somministrazione nel flusso sanguigno, 177Lu-PSMA-617 si lega alle cellule del cancro della prostata che esprimono Psma. A questo punto le emissioni del radioisotopo danneggiano le cellule tumorali, interrompendo la loro capacità di replicarsi e/o innescando la morte cellulare.

“Per la prima volta viene dimostrata l’azione antitumorale selettiva di un radiofarmaco, il lutezio, in pazienti con malattia in fase di resistenza alla castrazione”, commenta Giuseppe Procopio, Responsabile Oncologia Medica genitourinaria della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

“Nel 2020 in Italia sono stati stimati circa 36mila nuovi casi di tumore della prostata”, spiega Sergio Bracarda, Direttore del Dipartimento Oncologico e della Struttura Complessa di Oncologia Medica e Traslazionale dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni . “L’impatto del tumore metastatico della prostata sulla quotidianità dei pazienti che sviluppano sintomi correlati alla malattia può essere importante, arrivando, in alcuni casi, a limitare la possibilità di dormire o camminare per il dolore. La nuova terapia mirata con radioligando, oltre a mostrare un’efficacia clinica molto promettente, rappresenta un approccio terapeutico innovativo e non cross-reagente con altri farmaci già disponibili, in una malattia ‘complessa’ da trattare. 177Lu-PSMA-617 è diretto contro l’antigene di membrana specifico della prostata, che è sovraespresso nella maggior parte delle cellule tumorali della prostata. In particolare, ha la capacità di agire solo sui tessuti malati risparmiando tutto ciò che sta attorno”.

“I radioligandi”, commenta Giancarlo Benelli, Amministratore Delegato Advanced Accelerator Applications (AAA) Italy, “si inseriscono nella strategia di Novartis di re-immaginare la medicina con l’obiettivo di migliorare e prolungare la vita delle persone colpite dal cancro.”

© RIPRODUZIONE RISERVATA