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Mercoledì 30 GIUGNO 2021
Covid. Sindacati: “Nessuna risposta al taglio delle indennità deciso dalla Regione Umbria. Passeremo alla lotta”

“Taglio di quasi tre milioni di euro alle indennità destinate al personale sanitario umbro per la lotta contro il Covid, deciso in maniera del tutto unilaterale dalla Regione Umbria”. Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl, Fials e Nursing Up fanno presente che “alla denuncia non è stata data alcuna risposta. Non si tratta di riaprire il tavolo di confronto regionale, che è stato del tutto inconcludente, ma di rispettare gli accordi”.

“Abbiamo denunciato da due settimane, con volantinaggi, comunicati e social network, il taglio di quasi tre milioni di euro alle indennità destinate al personale sanitario umbro per la lotta contro il Covid, deciso in maniera del tutto unilaterale dalla Regione Umbria. Alla denuncia di Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl, Fials e Nursing Up, i sindacati che rappresentano la stragrande maggioranza del personale sanitario umbro, non è stata data alcuna risposta”: così in una nota le sigle di lavoratrici e lavoratori della sanità.

“Deve essere chiaro - continuano i sindacati - che qui non si tratta di riaprire il tavolo di confronto regionale, che è stato del tutto inconcludente, ma di rispettare gli accordi. E se la Regione non ha i fondi per pagare quanto deve a lavoratrici e lavoratori che hanno fronteggiato la pandemia, allora bisognerebbe preoccuparsi seriamente per la tenuta economica del sistema sanitario umbro. Inoltre, la Regione ha disatteso un altro impegno sbandierato ai quattro venti a inizio anno: fare 1.550 assunzioni di personale a tempo indeterminato. Dove sono queste assunzioni?”.

“Su tutto questo - per i sindacati -, il confronto, non ha prodotto alcun passo avanti e la risposta e' stata la conferma dei tagli. Così abbiamo chiuso negativamente il tentativo di conciliazione in prefettura. Ora siamo in una fase diversa, quella della mobilitazione. A questo punto è inevitabile passare alle iniziative di lotta. Gli accordi vanno rispettati, così come le lavoratrici e i lavoratori della sanità pubblica”.

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