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Lunedì 26 LUGLIO 2021
Covid. Aumentano i casi positivi nella Sardegna devastata ora anche dagli incendi

Sono 324 i casi confermati nella sola giornata di ieri, 209 oggi, 64 i pazienti ricoverati in area medica e 10 in terapia intensiva. Il tutto in una situazione in cui l’emergenza incendi rischia, in alcuni territori, di far passare in secondo piano quella Covid, almeno per qualche giorno. Assistenti sociali: “Valutiamo azioni concrete a supporto dei territoriin difficoltà”. Da Cossa: “Laboratori e farmacie applichino gli stessi prezzi sui test antigenici”.

L’emergenza Covid in Sardegna non si placa, anzi, peggiora. Per la seconda settimana i numeri dei casi positivi rilevati dall’Unità di crisi regionale sono significativamente in rialzo: parliamo di 324 casi confermati nella sola giornata di ieri, 209 quelli di oggi, in totale si contano 64 pazienti ricoverati in area medica e 10 in terapia intensiva. E a complicare le cose arrivano gli incendi, che da venerdì stanno devastando alcune aree dell’isola, provocando circa 1.500 sfollati.

Nel frattempo, a Cagliari, nonostante le sollecitazioni del Presidente della Regione, Christian Solinas, e dell’Assessore alla Sanità, Mario Nieddu, sul rispetto delle misure anti-contagio nei comportamenti individuali, nel pomeriggio di sabato scorso circa 2000 persone si sono riunite per manifestare contro le restrizioni ancora in vigore e il green pass. Il timore è che tra manifestazioni e le difficoltà create dagli incendi (che almeno in alcune aree, per alcuni giorni, rischiano di rallentare in la campagna vaccinale e le operazioni di tracciamento), i contagi possano ulteriormente salire sino a raggiungere i dati che potrebbero far scattare per l’isola il colore Giallo.

Intanto solidarietà alle comunità colpite dagli incendi, tra le tantissime giunte, è arrivata oggi anche dall’Ordine regionale degli Assistenti sociali della Sardegna: “Si tratta - scrive l’Ordine in una nota - di eventi che stanno mettendo a repentaglio la vita delle persone, che sono causa di morte di moltissime specie animali e di distruzione di abitazioni, terreni, attività, siti naturalistici, interi ecosistemi, con danni incommensurabili”.

“È a rischio l’equilibrio economico, sociale e ambientale di interi paesi – sostiene la Presidente Milena Piazza -. Nelle prossime ore valuteremo possibili azioni concrete che il nostro ordine professionale potrà attivare a supporto delle colleghe e dei colleghi che lavorano in quei territori e in aiuto alle tante persone che si trovano e si troveranno in difficoltà. Gli eventi che abbiamo sotto gli occhi in questi giorni, oltre alle inevitabili reazioni di sgomento e rabbia, sollecitano alcune riflessioni anche come categoria professionale. Occorre dare nuovo impulso al servizio sociale di comunità, per rafforzare il senso di appartenenza e di cura dei contesti in cui viviamo e per attivare meccanismi di solidarietà e collaborazione in casi di emergenza”.

Sentita inoltre da Quotidiano Sanità, la Presidente dell’Ordine ci precisa: “Tra le ipotesi che il Consiglio vaglierà nella seduta del 04 agosto p.v. si evidenziano: una raccolta fondi finalizzata al finanziamento di specifici programmi di ricostruzione, fondati su modelli di progettazione partecipata, in base delle effettive esigenze che i professionisti assistenti sociali che operano in quei territori potranno rilevare; la ricerca di sinergie con altri ordini professionali regionali con i quali valutare azioni condivise; la proposta di intese con la Direzione Generale delle Politiche Sociali della RAS per il supporto nell’implementazione di specifiche progettualità; il coinvolgimento immediato dell’Associazione Assistenti sociali per la Protezione Civile per la valutazione di eventuale supporto o interventi sul campo”.

Sul fronte rilevamento dei contagi una proposta arriva dal vice presidente dei Riformatori, Michele Cossa: “Tutte le farmacie e i laboratori che eseguono i test antigenici rapidi - spiega a Quotidiano Sanità - dovrebbe seguire le direttive imposte dalla Giunta regionale e non applicare un ‘prezzario’ a propria discrezione. Nel corso delle ultime settimane, infatti, raccogliendo sempre più numerose denunce che fanno intravedere un rischio di ingiustizia sociale che colpisce i cittadini, a vantaggio di chi applica le tariffe più alte”.

“Stiamo vivendo un momento delicato che richiama tutti al senso di responsabilità e rispetto per il prossimo - prosegue Cossa -. E soprattutto chi, in base ad accordi e convenzioni ufficiali, ha gli strumenti per operare in termini di screening con tamponi antigenici, ha il dovere di non far ricadere l’onere sulle tasche dei cittadini. La Sardegna, nel bel mezzo della stagione turistica si sta trovando ad affrontare una nuova emergenza che rischia di vanificare, almeno in parte, gli sforzi fatti. Davanti all’aumento dei casi di positività e alla luce degli arrivi di turisti nell’Isola che inevitabilmente condizionano la situazione, anche le farmacie devono fare la loro parte basandosi però su quelle che sono le indicazioni regionali”, ha concluso il Consigliere.

Elisabetta Caredda

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