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Martedì 20 LUGLIO 2010
Fecondazione in vitro: bambini ad aumentato rischio cancro

Secondo uno studio pubblicato su Pediatrics i bambini nati con tecniche di fecondazione assistita presentano un rischio del 42 per cento più alto di sviluppare neoplasie. Ma non per “colpa” della procedura.

Era uno dei più grandi timori, quando oltre 30 anni fa, si diede avvio alle procedure di fecondazione in vitro: che una forma così artificiale di concepimento potesse causare alterazioni genetiche o, comunque, problemi alla salute del concepito. Oggi sappiamo che la tecnica è sicura, ma uno studio pubblicato su Pediatrics solleva una nuova questione: la frequenza di tumori nei bambini nati grazie alla fecondazione artificiale è più elevata rispetto a quella che si riscontra nei bambini concepiti naturalmente. 

Lo studio, che ha analizzato i dati relativi a oltre 26 mila bambini svedesi nati tra il 1982 e il 2005, ha rilevato 53 casi di cancro in questa popolazione, con un’incidenza del 42 per cento più alta rispetto alla popolazione pediatrica generale (erano 38 i casi attesi). Sono i tumori ematologici quelli più diffusi (in particolare la leucemia linfoblastica acuta), seguiti dalle neoplasie del sistema nervoso centrale. 

“È il primo studio a dimostrare un aumento statisticamente significativo del rischio di cancro nei bambini nati con la fecondazione in vitro”, hanno commentato gli autori della ricerca, che, tuttavia, hanno precisato che “l’aumento non è attribuibile alle procedure di fecondazione in sè, ma può essere il risultato di caratteristiche non ancora identificate delle donne che si sottopongono alla procedura o delle complicazioni neonatali associate all’intervento”. 

Insomma la fecondazione in vitro rimane una tecnica sicura, anche perché, concludono, “il rischio individuale di sviluppare tumori per i bambini nati con fecondazione in vitro rimane, in termini assoluti, molto basso”.

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