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Mercoledì 01 SETTEMBRE 2021
Violenza no vax. Anelli (Fnomceo): “Chi aggredisce un medico, ma anche un giornalista, aggredisce se stesso”

“Cosa hanno in comune queste professioni? Di essere poste a garanzia di due diritti fondamentali, costituzionalmente protetti: la tutela della salute, da una parte, la libertà di stampa e di espressione”, così il presidente dei medici italiani dopo gli ultimi episodi di violenza ad opera dei no vax.

“Forte preoccupazione per il clima di intimidazione e violenza messo in atto in queste ore nei confronti di medici e giornalisti”.
Ad esprimerla è la Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, per voce del suo Presidente, Filippo Anelli, che manifesta “solidarietà a Matteo Bassetti, inseguito e minacciato da un uomo che contestava le sue posizioni a favore dei vaccini, al Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna e ai suoi colleghi Antonella Alba e Francesco Giovannetti”.
 
“Rivendichiamo il diritto a svolgere le nostre professioni secondo i principi di libertà, autonomia, indipendenza – argomenta Anelli -. È inaccettabile che un medico venga minacciato per aver seguito e divulgato le evidenze scientifiche, per aver raccomandato la vaccinazione. Altrettanto intollerabile è che un giornalista non sia messo nelle condizioni di documentare i fatti e di diffondere notizie”.
 
“Chiediamo dunque, per i medici, che sia data piena applicazione alla normativa vigente: al Testo unico sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro, e alla nuova Legge sulla sicurezza degli operatori sanitari – auspica Anelli -. Sosteniamo inoltre le richieste di analoghe leggi per la categoria dei giornalisti, come richiesto dall’Ordine e dai Sindacati”.
 
“Cosa hanno in comune queste professioni? Di essere poste a garanzia di due diritti fondamentali, costituzionalmente protetti: la tutela della salute, da una parte, la libertà di stampa e di espressione, dall’altra – conclude il Presidente Fnomceo -. Sono diritti fondamentali perché, se vengono meno, viene meno l’essenza stessa della società civile, che salvaguarda i diritti dell’individuo nell’interesse della collettività. Chi aggredisce un medico – ma anche un giornalista - aggredisce se stesso, perché rinnega e si nega i suoi stessi diritti. È una società triste e al tramonto quella che, per la pretesa di una gratificazione immediata – una notizia ‘gradita’, una prestazione medica da lui ritenuta preferibile a un’altra - violenta i propri diritti, distrugge – oltretutto, come in questi casi, pretendendo di difenderla - la propria libertà. È urgente ripartire da una nuova alleanza sociale tra medici, giornalisti, insegnanti, intellettuali, cittadini, istituzioni, che, con uno scatto di orgoglio, ricostruisca sulla base di valori condivisi non solo le nostre professioni, ma la stessa società civile”.
 

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