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Giovedì 09 SETTEMBRE 2021
No vax. A Bologna sospesi in 67, due sono medici

All’appello mancano 1.628 nomi. Nonostante questi stop finora non ci sono stati problemi nell’erogazione dei servizi sanitari alla popolazione. Lo scorso aprile è scattato per decreto l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari e da allora sono state circa 6.200 le persone indicate o segnalate non in regola con la norma, questi operatori sono stati contattati e sollecitati. Il 51% (cioè 2.470 sanitari) “si è ravveduto”.

Sono ad oggi meno di 70 gli operatori sanitari, del settore pubblico e privato, che a Bologna sono stati sospesi perché non vaccinati. Tra loro anche due medici di base: uno in città e uno nella provincia. Ma nel complesso sono oltre 1.600 gli operatori sanitari che ancora non si sono vaccinati, su una platea di circa 40 mila lavoratori. A fare il punto della situazione è Paolo Pandolfi, direttore del Dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl di Bologna, parlando alla ‘Dire’. Ad oggi hanno ricevuto l’avviso di accertamento 95 persone: 61 sono dipendenti Ausl, 27 del Policlinico Sant’Orsola e sette sono nel settore privato. Di questi, però, in 28 nel frattempo hanno provveduto a vaccinarsi o a fornire la temporanea giustificazione a differire l’obbligo vaccinale. Di conseguenza risultano sospesi 67 sanitari, di cui sette nel privato. Tra loro appunto anche due medici di base.

“Spero che la maggioranza di queste persone si ravveda- commenta Pandolfi– perché fa male all’immagine della sanità pubblica e perché fa male sapere che ci sono colleghi che non accettano regole stabilite non per fare male a qualcuno, ma per fare del bene agli altri. Penso che ci sarà un momento di riflessione in queste persone”. Nonostante questi stop, comunque, finora non ci sono stati problemi nell’erogazione dei servizi sanitari alla popolazione. “Al momento siamo molto attenti- assicura Pandolfi- ma con questi numeri si riesce a gestire bene la situazione e non ci sono ricadute dannose sui servizi”.

Come si è arrivati a queste sospensioni? Il lavoro è partito mesi fa. Per la precisione dallo scorso aprile, quando è scattato per decreto l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari. Da allora sono state circa 6.200 le persone indicate o segnalate (anche dagli Ordini e dai datori di lavoro) come non in regola con la norma. A una prima verifica, fatta sulla somministrazione di almeno una dose di vaccino o su una pregressa positività al Covid (avuta nel periodo tra tra dicembre 2020 e luglio 2021), sono risultate in tutto 4.646 persone inadempienti con l’obbligo vaccinale. Questi operatori sono stati quindi contattati e sollecitati.

Il risultato è stato che il 51% (cioè 2.470 sanitari) “si sono ravveduti”, dice Pandolfi, e hanno provveduto a vaccinarsi, oppure hanno presentato la documentazione necessaria per differire l’obbligo (ad esempio per motivi medici). E quindi non sono stati oggetto di accertamento. Anche dei restanti 2.376 operatori, circa un quarto ha attestato la necessità di rinviare la vaccinazione.

A conti fatti, dunque, ad oggi risultano a Bologna 1.628 operatori sanitari che non si sono ancora vaccinati su una platea di oltre 40 mila lavoratori tra dipendenti del servizio pubblico e nel settore privato, compresi Operatori socio-sanitari, Veterinari, Psicologi, Dentisti e Farmacisti. Ben oltre la metà, precisa però Pandolfi, ossia circa il 65%, sono dipendenti pubblici.

Passare però da questo dato all’accertamento vero e proprio, con la sospensiva da parte del datore di lavoro, è meno immediato di quanto si possa immaginare, a causa di “procedure complesse- spiega il dirigente Ausl- lavoriamo con difficoltà, con raccomandate e senza poter usare la posta certificata, in particolare per quelle figure che non hanno un albo a cui essere iscritte, come gli Oss”. Negli ultimi tempi, però, “c’è stato un nuovo impulso e so che anche altre aziende stanno andando avanti- assicura Pandolfi- anche i numeri forniti dalla Regione in agosto andranno aggiornati”.

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