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Mercoledì 22 SETTEMBRE 2021
Sardegna. Solinas presenta il bilancio di metà mandato: “Stagione complessa, serve leale collaborazione tra istituzioni”

Tra le criticità maggiori, la carenza di personale. “Il Piano relativo al fabbisogno2021-2023 sblocca oltre 1700 posti da mettere a concorso, ma abbiamo previsto anche il completamento delle dotazioni organiche in concomitanza con la nascita delle Asl”, spiega Solinas. Nieddu: “Tra il 2021 e il 2023 in pensione 3.046 dipendenti del Ssr. Per lo stesso periodo sono state programmate 5.127 assunzioni, prevedendo un saldo positivo di 2.081 unità”

Un bilancio di metà mandato per fare il punto sulla sanità e sull’andamento non solo legato alla situazione del Covid, ma all’andamento del sistema sanitario regionale nel suo complesso, è stato fatto ieri mattina durante una conferenza stampa dal governatore Christian Solinas e l’assessore alla Sanità Mario Nieddu. Presenti anche il direttore generale dell’assessorato alla Salute Marcello Tidore e il commissario straordinario Ares-Ats Massimo Temussi.

“Vorrei prima di tutto dare un’inquadratura di carattere generale – dichiara il presidente della Regione -, e cioè che il momento che sta vivendo il SSR, come tutti i sistemi sanitari del mondo, è un momento di grande eccezionalità perché la pandemia, alla quale nessuno era preparato, ha messo in evidenza alcuni errori di programmazione che si sono stratificati negli ultimi decenni. Uno di questi in particolare riguarda il nodo del personale. Oggi la carenza di personale medico e sanitario all’interno delle strutture ospedaliere e all’interno del sistema della sanità territoriale rappresenta il grande nodo che non riguarda solo la Sardegna ma l’intero Paese. E questo probabilmente dipende da un errore di fondo della programmazione, riflettendo lo sguardo anche a quella proiettata al turn over, e quindi della formazione universitaria di medici e specialisti. Basti pensare per citare un esempio, alla carenza, parlando sempre a livello nazionale, di specialisti in anestesia così come di medici dell’emergenza-urgenza. Un tema questo dunque che deve poter essere affrontato con senso di responsabilità da parte di tutti i soggetti istituzionali”.

“Cosa sta facendo la Regione Sardegna per cercare di fronteggiare questo versante – prosegue il capo di Giunta - e cosa stiamo facendo noi per interagire col governo e rendere possibile una via di uscita che generi soluzioni utili per tutto il Paese e quindi anche per l’isola? Abbiamo chiesto ed è stata presentata in Senato, con prima firma del Senatore Doria, un disegno di legge che mira ad utilizzare un meccanismo sui sistemi di specializzazione per consentire che delle quote rimangano nelle regioni periferiche insulari. E cioè, con una scelta anticipata delle sedi di assegnazione definitiva si possa determinare una ripartizione di specialisti più omogenea”.

“Qui in Regione – sottolinea Solinas - abbiamo poi messo in piedi una serie di provvedimenti. Il primo è la riforma sanitaria, che anche se approvata, ricordo non è pienamente attuata. Nel senso che ancora non sono nate le Asl territoriali, che per la prima volta prevedono la separazione netta tra la prestazione sanitaria e gli adempimenti di carattere burocratico e amministrativo. E cioè, dal 1 gennaio 2022, quando nasceranno le Asl previste dalla riforma e Ares entrerà nel pieno delle sue funzioni, noi avremo aziende con all’interno ospedali che si devono occupare soltanto della presa in carico del paziente e della prestazione sanitaria nella sua interezza. Mentre tutte le incombenze dai concorsi, alla gestione del personale, le acquisizioni, il provveditorato, sarà di completa competenza di Ares.  Questa riforma è chiaramente un pilastro di un processo più ampio che va completato con la riforma della medicina territoriale, che presenteremo a breve, e che deve puntare in maniera forte a riportare sui territori tutte quelle prestazioni che non hanno bisogno dell’intensità di cura ospedaliera. Ultima fase del processo di riforma è la rete ospedaliera. Questa ridefinirà la presenza delle diverse specialità negli ospedali e la stessa graduatoria con le intensità e i livelli che i presidi dovranno avere rispetto ai diversi territori”.

“Accanto al processo in iter della riforma – rileva il governatore -, abbiamo fatto un intervento importante sulle borse di studio delle scuole di specializzazione per l’annualità 2021-2023, con l’assegnazione di significative risorse regionali in aggiunta, per favorire nuove borse di specializzazione. Al fine di poter avere un domani quei medici specializzati che possano rimanere nel SSR e andare a coprire le carenze. E’ stato fatto, ancora, un Piano del personale col fabbisogno delle diverse aziende sempre per il triennio 2021-2023 e finalmente prevediamo di andare a coprire il turn over che negli ultimi 10 anni non è stato coperto. Siamo arrivati nel 2019, poco prima della pandemia, dove si contavano oltre 1700 posti vacanti di organico tra personale sanitario e medico all’interno delle aziende. Col piano del personale, non solo abbiamo bandito e sbloccato gli oltre 1700 posti da mettere a concorso ma abbiamo previsto anche il completamento delle dotazioni organiche in concomitanza con la nascita delle Asl”.

“Abbiamo inoltre – spiega il presidente -, in tutto questo tempo, utilizzato le norme che ci potevano consentire i reclutamenti straordinari, come quello di cui ci siamo avvalsi per l’emergenza Covid: un reclutamento di 1587 risorse umane tra medici, sanitari e amministrativi, assumendo tutto il personale possibile che in quel momento il mercato sanitario potesse offrirci con dei numeri importanti. Non solo. Abbiamo recuperato anche il pesantissimo ritardo sul fronte dell’assistenza primaria dei medici di base. Non era infatti stata attribuita la titolarità delle sedi carenti dal 2004 al 2017, e nel 2019 abbiamo provveduto a fare tre anni in uno, e a cominciare l’assegnazione di tutte le sedi vacanti”.

“Continuando – ricorda il capo di Giunta -, ricordo che abbiamo autorizzato ed espletato i corsi EST per l’abilitazione di 60 medici del 118, ed abbiamo impegnato risorse importanti, pari a 20 milioni di euro, da destinare alle prestazioni aggiuntive per l’abbattimento delle liste di attesa e, ancora, sullo stesso punto per rafforzare l’azione complessiva, sono stati stanziati ulteriori 11 milioni di euro per il comparto sanitario convenzionato. Oltre ciò, abbiamo potenziato il tetto di spesa per le RSA e per i centri di salute mentale nonchè chiesto al Governo anche una serie di deroghe che hanno consentito alle Usca di operare sul territorio regionale su diversi fronti. Da evidenziare anche i tanti interventi che siamo riusciti a fare di ammodernamento tecnologico e di edilizia sanitaria, adeguando grandissima parte delle dotazioni delle nostre terapie intensive e semi intensive, dai monitor multi parametrici alle stesse macchine respiratorie”.  

“Tra giugno e luglio – evidenzia Solinas –, per sopperire alla carenza di specialisti e ridistribuire le forze in campo abbiamo garantito continuità di servizi, riunendo, con l’apertura di diversi tavoli, tutti gli specialisti, vertici delle aziende, direttori dei pronto soccorso, per la condivisione di soluzioni mirate che riuscissero ad ottimizzare sopratutto gli anestesisti presenti e quelle figure che meno avevano opportunità di essere reperite sul mercato per un loro potenziamento. Tutto questo è un lavoro che si è fatto e si sta portando avanti, e vorrei ben fosse spiegato attraverso la vostra informazione come non ci sia una situazione fuori controllo o non ci sia nella sanità un sinecura, ma ci sono una serie di azioni che la Regione sta mettendo in campo per affrontare problemi che sono omogenei purtroppo in tutte le regioni italiane, così come in molti Stati del mondo”.

Cosa si può fare? “Serve una leale collaborazione tra istituzioni – afferma il governatore -, perché affrontiamo una stagione particolarmente complessa, e l’obiettivo di tutti è quello di dare e garantire una sanità pubblica ai nostri cittadini e tutto questo non può risolversi in una dinamica conflittuale tra la Regione e gli N mila Comitati che nascono come se la Regione non avesse a cuore la soluzione dei problemi. O ci fosse bisogno di una mobilitazione popolare per sollevare l’attenzione su un tema che non solo è ben presente ma è oggetto di provvedimenti già adottati e in fase di adozione. Questa tendenza che si sta manifestando un po' in ogni luogo a cavalcare un problema che esiste attraverso la costituzione di comitati che vengono, non ad un confronto su soluzioni percorribili e possibili, ma di fatto a lamentare una situazione che è una situazione che tutto il Paese sta affrontando, ha come unica conseguenza quella che alcune sedi, nella percezione anche del personale medico che potrebbe andare a ricoprire qualche ruolo lì, diventano poco appetibili. E quindi su alcune sedi in particolare abbiamo medici che rifiutano l’assegnazione o che una volta assegnata la sede, si dimettono. E questo non è più un problema della Regione o del Comune o del comitato, diventa un problema di tutti i cittadini. Ed è nostra responsabilità precisa costruire invece un clima attorno a tutte queste sedi di serenità, che consenta anche a chi viene destinato a queste località più disagiate, di poter fare la scelta in serenità e poter impegnare la propria professionalità in un luogo dove si sta facendo di tutto perché la sanità funzioni", conclude Solinas.

Sul bilancio delle azioni sanitarie intraprese dalla Regione e ricordate dal Presidente della Regione, interviene anche l’assessore alla Sanità che ne approfondisce alcuni aspetti. Riguardo al Piano della medicina territoriale, Mario Nieddu precisa che “è già in elaborazione avanzata ma che ora sarà integrato sulla base del Piano di investimenti che verranno garantiti dal PNRR, e che rappresentano una quota importante”. Sulle borse di studio di specializzazione, l’assessore sottolinea “il netto cambio di marcia, rispetto al passato, negli investimenti per la formazione. Nel 2018, infatti, le borse di studio regionali per le scuole di specializzazione medica si erano ridotte a poco più di una trentina, e poco più di una decina quelle per l'area non medica. Ora per il triennio 2021-2023 la Giunta ha invece assegnato complessivamente, per le scuole di specializzazione di area medica e non medica, risorse per 30 milioni di euro per un totale di 253 nuove borse di studio per ogni anno considerato”.

Relativamente al Piano del fabbisogno per il triennio 2021-2023, l’esponente di Giunta puntualizza che “tra il 2021 e il 2023 saranno 3.046 i dipendenti del SSR che andranno in pensione, tra personale sanitario, tecnico, amministrativo e professionale. E per lo stesso periodo sono state programmate 5.127 assunzioni, prevedendo un saldo positivo di 2.081 unità. Nel dettaglio: per quanto riguarda l'organico delle aziende che prenderanno il posto dell'attuale Ats, cioè quello che andrà a costituire Ares e le Asl, si auspica si passi da un organico di 14.284 unità a 15.763 a fronte di 2.245 cessazioni; per quanto concerne l'Arnas G. Brotzu, è previsto si passi da 3.133 unità a 3.409, a fronte di 587 cessazioni, all'Aou di Cagliari da 1.371 unità a 1.500, al netto di 57 cessazioni; all'Aou di Sassari da 2.547 unità a 2647, a fronte di 156 cessazioni; all’Areus da 87 a 111 unità. Previo chiaramente il reperimento delle figure necessarie, tenendo conto delle già rimarcate difficoltà espresse circa la carenza di specialisti”.

Sui concorsi, l’assessore spiega che “sono stati banditi 66 concorsi per 799 posti complessivi a tempo indeterminato tra personale sanitario, tecnici e amministrativi delle aziende sanitarie. Le procedure sono state avviate per 62 concorsi di cui 25 già conclusi per un totale di 191 posti già assegnati. Riguardo, ancora, alla medicina territoriale, abbiamo bandito a febbraio le sedi carenti del 2018, e a maggio le sedi carenti del 2019 e 2020 in contemporanea. Quindi abbiamo bandito 170 sedi carenti col primo bando e 244 col secondo bando, attualmente in fase di assegnazione. Il bando per le sedi carenti del 2021, vista la modifica recente nell’accordo collettivo nazionale con la medicina territoriale, potremo pubblicarlo non prima dell’inizio del 2022. L’auspicio è quello di riuscire a coprire almeno buona parte di questi posti di sedi carenti, così da dare risposte alle sofferenze di diversi territori che giustamente lamentano della mancanza di medici di base e pediatri di libera scelta”.

“Vi anticipo – annuncia Nieddu – che stamane abbiamo appena chiuso l’incontro col Comitato consuntivo regionale della pediatria di libera scelta assumendo delle decisioni importanti che ci permetteranno di dare respiro alle zone disagiate dove i pediatri sono carenti, perché abbiamo cercato delle soluzioni alternative come per esempio quella di abbassare il numero minimo di bambini 0-6 anni per consentire la pubblicazione dell’ambito carente. Con questo dovremo dare finalmente soddisfazione a zone che sono in sofferenza come le località di Bosa, Arzachena, Calasetta, dove tanti bambini sono privati dell’assistenza pediatrica”.

Sui 60 medici che hanno seguito i corsi EST e preso l’abilitazione, l’assessore accenna che “non tutti hanno accettato poi la contrattualizzazione. Anche in questo caso probabilmente sarà necessario intervenire con qualche modifica. E’ impensabile che si occupino i corsi, e dopo non si voglia eseguire ciò per cui si è stati formati, considerato che il costo di questi corsi lo paga la collettività. Riguardo alle Usca invece, che ricordava il Presidente, è stato chiesto al Ministro della Salute di modificare la legge istitutiva delle stesse unità per consentire ad esse di fornire assistenza sul territorio anche al di fuori dell'emergenza Covid, là dove risultassero carenti i presidi di guardia medica. Risposta che ancora non ci è stata fornita ma sulla quale insisteremo”.

“Altra specifica deroga – prosegue l’esponente di Giunta - che è stata chiesta al Ministero è quella diretta ad attivare i compensi per prestazioni aggiuntive per tutti coloro che collaborano per dare sollievo in situazioni di criticità presso gli ospedali, come gli specialisti che operano nei pronto soccorso, con l’aumento da 60 a 80 euro l'ora, oggi previsti solo per il personale impegnato nelle vaccinazioni. L'obiettivo è quello di incentivare ulteriormente l'adesione alle prestazioni aggiuntive per i medici impegnati su tutti gli altri fronti dell'emergenza. Laddove è presente un punto di Guardia medica e risulti la carenza del medico di base, inoltre, è stato chiesto al Ministero di poter estendere l'operatività del Punto di Guardia medica da 12 ore a 24 ore. Mentre dove non ci fosse un punto di Guardia, ma sussista la carenza del medico di base, è stato richiesto di prevedere l'istituzione di un Punto di Guardia. Anche su questo attendiamo risposta”.

Riguardo le RSA Nieddu sottolinea: “Abbiamo inoltre aumentato di un milione di euro il tetto di spesa per le RSA e di 645mila euro quello per i Centri di salute mentale. Importante inoltre l’accordo raggiunto con i sindacati dei medici di specialistica ambulatoriali con il quale sono state aumentate di 110mila (in modo strutturale e quindi permanente) le ore disponibili per le prestazioni nei poliambulatori, azione messa in campo con l'obiettivo ulteriore di riportare nei presidi del territorio tutte quelle prestazioni specialistiche cancellate per effetto del blocco del turnover deciso nel corso della passata legislatura. Ed altri 13 milioni sono inseriti nella legge “Omnibus” come risorse aggiuntive per incentivi ai medici allo scopo di favorire la copertura di tutte quelle sedi periferiche per cui risulti difficile attribuire incarichi nonostante i concorsi”.


Tra gli altri interventi, l’assessore ha ricordato i 3 milioni di euro per l'acquisto di prestazioni dal completamento privato, con riequilibrio tra il nord e il sud Sardegna, l’aggiudicazione della gara per la realizzazione del nuovo sistema informatico/informativo sanitario regionale, l’estensione a tutti i cittadini del Fascicolo sanitario elettronico, lo stanziamento di 141 milioni di euro per l'ammodernamento tecnologico e gli interventi in edilizia sanitaria degli ospedali e delle strutture territoriali della Sardegna, cui si aggiungono 9 milioni e 959mila euro del Programma di riqualificazione e ammodernamento tecnologico dei servizi di radio terapia oncologica di ultima generazione.
 
Elisabetta Caredda

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