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Mercoledì 11 LUGLIO 2012
Spending review e farmacie. Federfarma: “I sindacati condividono le nostre preoccupazioni”

I vertici di Federfarma hanno incontrato stamani i rappresentanti dei sindacati di settore Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil. “Pienamente condiviso il nostro allarme e stigmatizzate le scelte di questi anni, caratterizzate da ripetuti tagli sul servizio farmaceutico territoriale”.

Il “pesante impatto” che il decreto spending review avrà sul servizio delle farmacie e “i conseguenti risvolti sul fronte occupazionale” sono stati al centro di un incontro svoltosi questa mattina tra Federfarma e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali nazionali di settore, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil

Nel corso della riunione Federfarma ha ribadito che “la nuova ulteriore trattenuta imposta alle farmacie e la contestuale drastica riduzione del tetto di spesa farmaceutica territoriale previste dal decreto comporteranno una insostenibile contrazione dei margini della farmacia sui medicinali Ssn, già praticamente prossimi allo zero a causa dei ripetuti tagli imposti negli anni. Per poter continuare a garantire il servizio alla collettività, le farmacie saranno costrette a tagliare drasticamente i costi di gestione e questo avrà inevitabilmente pesanti ripercussioni sui livelli occupazionali che non potranno più essere mantenuti ai livelli attuali: sono circa 20.000 i posti di lavoro a rischio in un settore che finora ha garantito prospettive occupazionali stabili ai laureati in farmacia, senza mai ricorrere a forme di precariato”.

I rappresentanti delle organizzazioni sindacali, riferisce Federfarma, “hanno pienamente condiviso l’allarme lanciato da Federfarma e hanno stigmatizzato le scelte di questi anni, caratterizzate da ripetuti tagli sul servizio farmaceutico territoriale, che invece - anche secondo i sindacati - richiede interventi strutturali di riforma per rendere le farmacie sempre più efficienti e in grado di mantenere alti livelli di servizio, in particolare a favore delle fasce più deboli della popolazione”.
 

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