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Venerdì 13 LUGLIO 2012
Assistenza primaria. Il Gisap la definisce come “una nuvola”

Il Gruppo indipendente presieduto da Maria Concetta Mazzeo prepara un manifesto per stabilire ambiti, percorsi e modelli dell’Assistenza Primaria. Per il 44% degli operatori del settore è l’assistenza ai pazienti nel loro contesto, ma c'è ancora un 5% che la indica come “non ospedaliera”.
 


L’assistenza primaria è ormai da anni indicata come uno dei settori che dovrebbe avere maggiore sviluppo nel nostro sistema sanitario, per rispondere, in modo efficace ed economicamente sostenibile, ai bisogni crescenti espressi dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento delle cronicità.
Eppure definire cosa sia esattamente l’assistenza primaria è impresa non facile, tanto che anche la terminologia è variabile: si parla di assistenza territoriale, cure primarie, assistenza primaria, indicando “grosso modo” la stessa cosa.

Proprio per trovare una definizione univoca e soddisfacente, che consenta di sviluppare poi gli interventi in questo settore, si è messo al lavoro il Gisap, il Gruppo indipendente per lo studio dell’Assistenza Primaria, nato nel 2009 intorno all’esperienza di Elio Guzzanti e presieduto da Maria Concetta Mazzeo.

Nel convegno organizzato ieri a Roma, nell’Auditorium del Ministero della Salute all’Eur, proprio Mazzeo ha posto i primi indicatori, che saranno alla base del documento cui il Gisap sta lavorando. Alla base ci sono le definizioni storiche del documento di Alma Ata (1978) e dell’Oms (2004), unitamente al Chronic Care Model sviluppato negli ultimi anni negli Usa. Ma accessibilità, integrazione, coinvolgimento della persona non sono sufficienti a definire a pieno cosa sia assistenza primaria. Per farlo, ha spiegato Mazzeo, occorre indicare il Cosa, Dove, Quando e Come dell’Assistenza Primaria. Ma ancor più è utile individuare il Chi, inteso sia come assistito che come operatore. Tutti gli elementi arrivano a disegnare un “cloud”, una nuvola, che comprende al suo diverse aree variamente sovrapposte.

D’altra parte, gli stessi operatori dell’Assistenza Primaria, a cominciare dai Medici di Medicina Generale, danno del proprio ambito di intervento definizioni diverse, come mostrano i risultati di una ricerca realizzata in collaborazione con il Ceis e presentata nel convegno di ieri da Federico Spandonaro. Per gli intervistati, in prevalenza mmg, l’Assistenza Primaria è “assistenza ai pazienti inseriti nel loro contesto sociale e familiare” (44%), “assistenza ispirata al principio d’iniziativa” (9%), “assistenza erogata in ambulatori o a domicilio” (25%), “assistenza non erogata in ospedale” (5%), “assistenza essenziale” (10%), “assistenza erogata nei punti di primo accesso” (7%). Più orientati verso la definizione di medicina d’iniziativa i giovani medici (21%) e le donne (12%), mentre per i medici più anziani è prevalente la definizione legata all’ambulatorio (36%).

La discussione, guidata da Andrea Pancani, vice direttore TG LA 7, ha visto gli interventi, tra gli altri, di Giacomo Milillo (Fimmg), Giuseppe Mele (Fimp), Giovanni Bissoni  (Agenas), Sergio Dompé, Luca Del Vecchio (Confindustria) e Tommasa Maio (responsabile formazione manageriale Scuola nazionale Quadri Fimmg).

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