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Martedì 02 NOVEMBRE 2021
Covid. A Trieste chiude la Riabilitazione per garantire assistenza ai positivi. Fisioterapisti e Tsrm Pstrp contestano la scelta

Infermieri ed OSS di Medicina Fisica e Riabilitativa sono stati trasferiti nei reparti infettivi, lasciando sfornita la riabilitazione, che quindi ha sospeso l'attività. Per Salina e Agostini “quando c’è bisogno di personale, si va sempre a pescare in riabilitazione non considerandolo, evidentemente, un servizio essenziale. Sbagliando perché la riabilitazione è un Lea, esattamente come lo sono prevenzione e la cura”.

Restano alti i contagi in Friuli Venezia Giulia: 267 nuovi contagi e un decesso; 249 nuovi contagi e 3 decessi; 295 nuovi contagi e nessun decesso. Questo il trend da venerdì 29 ottobre a lunedì 1 novembre comunicato dalla Regione, che si conferma una delle zone più contagiate dal Covid-19 con un Rt più alto rispetto alla media nazionale. Per far fronte all’emergenza il vicegovernatore ha attivato nuovi posti letto nella palazzina degli infettivi al Maggiore. Una decisione che però non è sembrata opportuna alla presidente dell’Albo Fisioterapisti, Ordine TSRM PSTRP, Melania Salina, e alla Presidente Ordine, TSRM PSTRP, Susanna Agostini.

“Apprendiamo con molta preoccupazione della chiusura a tempo indeterminato del reparto di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Ospedale Maggiore di Trieste, struttura che ospita 24 posti letto di riabilitazione intensiva, palestre, ed equipe multiprofessionali attrezzate per la presa in carico dei bisogni riabilitativi post acuti e di tipo complesso, garantendo uno standard di 3 ore al giorno di riabilitazione”, commentano Salina e Agostini.

“Questo significa che i pazienti, d’ora in avanti, probabilmente, dovranno rinunciare alla certezza di vedere garantito il diritto alla riabilitazione intensiva dopo un grave evento acuto – spiega Melania Salina - come ad esempio un ictus, un grave trauma cranico, una lesione midollare, un politraumatismo dopo incidente, o una riacutizzazione di una sindrome neurologica in un quadro di complessità. Per quanto riguardano i 18 ricoverati di ora, la direzione sanitaria ci ha comunicato che verranno valutate altre soluzioni, ma senza dire quali. Lavorando in questa Azienda Sanitaria so bene che i pazienti ricoverati presso la Struttura Complessa di Medicina Fisica e Riabilitativa hanno bisogni riabilitativi di tipo complesso che, per quanto mi riguarda, non possono trovare facilmente soddisfacimento in altre strutture riabilitative triestine”.

Il problema vero sono i grossi focolai che si sono verificati in questi ultimi giorni per cui, come fa sapere il vicepresidente della Regione con delega alla Salute, Riccardo Riccardi. “Il focolaio Covid-19 più importante in questo momento è a Trieste e ha origine dalle manifestazioni di protesta contro il Green pass. Stiamo assistendo ad un'evoluzione rapida del numero dei contagi sebbene al momento l'impatto sugli ospedali sia modesto”.

In conseguenza dell’innalzamento dei contagi, infermieri ed OSS di Medicina Fisica e Riabilitativa sono stati trasferiti nei reparti infettivi, lasciando di fatto senza operatori dell’assistenza i pazienti in riabilitazione. “Secondo noi – dicono Melania Salina e Susanna Agostini – si potevano spostare infermieri ed Oss, uno-due per reparto senza chiudere la riabilitazione. Quello che contestiamo è che, quando c’è bisogno di personale, si vada sempre a pescare in riabilitazione non considerandolo, evidentemente, un servizio essenziale. Sbagliando perché la riabilitazione è un Lea, esattamente come lo sono prevenzione e la cura”.

“Gli effetti delle manifestazioni in piazza oltre al rifiuto a vaccinarsi dei sanitari, stanno già producendo pesanti conseguenze e contrazioni nei diritti fra i più fragili e che spesso non hanno voce per protestare. Di fronte alla legge, alla deontologia e al rispetto del vivere comune queste persone si stanno assumendo gravi responsabilità, ed è bene che ne siamo tutti consapevoli”, concludono le due presidenti Salina ed Agostini.

Endrius Salvalaggio

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