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Venerdì 13 LUGLIO 2012
Farmaci ospedalieri. A Catanzaro quelli per i tossicodipenti anche in farmacia

Siglato il 2 luglio scorso, è già operativo il protocollo del progetto pilota che affida alle farmacie convenzionate territoriali la distribuzione della terapia sostitutiva con suboxone per i tossicodipendenti. Parla Corapi (Ordine dei farmacisti): "Più soddisfazione per il paziente e vantaggi per la Asp".

Rappresenta un’importante iniziativa almeno sotto due punti di vista l’innovativo protocollo firmato tra la Asp di Catanzaro, la farmacia ospedaliera di riferimento e le due farmacie convenzionate territoriali De Filippo e Corapi che affida alle farmacie private la distribuzione della terapia sostitutiva con suboxone per i tossicodipendenti.

Non solo, infatti, lo scopo è quello di ricondurre i pazienti tossicodipendenti stabilizzati in un ambiente sociale più consono al pieno recupero dello stato di benessere, ma anche dimostrare che la dispensazione nelle farmacie territoriali dei farmaci oggi di esclusiva ospedaliera può portare più comfort al cittadino e più risparmi per il sistema, a parità di sicurezza e professionalità.

Il protocollo è stato firmato lo scorso 2 luglio e da quel giorno il progetto pilota è entrato in pieno regime. Durerà 6 mesi, ma l’obiettivo è quello di rinnovarlo per il 2013 ed estenderlo sul territorio, regionale ma anche nazionale. Non a caso il progetto sarà presto presentato anche all’Università Bocconi di Milano.

I dettagli dell’innovativa sperimentazione ci sono stati illustrati dal Vitaliano Corapi, presidente dell'Ordine dei farmacisti di Catanzaro e uno dei farmacisti coinvolto praticamente nella dispensazione del suboxone ai pazienti tossicodipendenti.


Presidente Corapi, il protocollo interviene in un ambito estremamente delicato, come quello della tossicodipendenza. Perché questa scelta?
La scelta persegue uno scopo ben preciso, che è quello di favorire l’inserimento graduale nell’ambito sociale, allontanandoli dagli ambienti della tossicodipendenza, come i Sert, dove possono esserci soggetti in uno stadio di recupero inferiore e quindi un ambiente più a rischio. Stiamo parlando, comunque, di pazienti ormai stabilizzati, cioè che svolgono una vita relazione e lavorativa. Questo protocollo consente anche loro di continuare la terapia, nell’assoluto rispetto della privacy, direttamente nel loro ambiente più familiare.

Il servizio dovrebbe quindi ricevere un forte gradimento da parte dei pazienti.
Certo. Anche perché i cittadini possono accedere alla farmacia con più facilità di quanto avvenga per le farmacie delle strutture pubbliche. Le farmacie territoriali sono infatti più inserite nella città e quindi vicine al domicilio del paziente, svolgono inoltre orari di lavoro più prolungati. Il cittadino poi deve sapere che nelle farmacie private è garantita la sua privacy e il massimo della professionalità e della sicurezza.

La dispensazione tramite le farmacie territoriali anche dei medicinali ospedalieri è una delle richieste avanzate dalla categoria con più forza. Il progetto dimostrare quindi che è possibile farlo?
Certo che è possibile farlo. La farmacia territoriale, come dimostrerà il progetto, è in grado di svolgere il suo ruolo al pari del professionista del centro specializzato. Monitorizza, verifica l’aderenza alla terapia e se ci sono degli scostamenti interviene attraverso il rapporto costante sia con il medico di famiglia che con il medico del Sert. Il protocollo prevede anche che ogni venti giorni vi sia una riunione con i medici del Sert per verificare tutti i parametri.
Vorrei inoltre sottolineare che i farmacisti svolgeranno quanto previsto dal protocollo a costo zero. E sarà anche interessante verificare, al termine della sperimentazione, i risparmi che il cittadino privato e la struttura pubblica sono riusciti ad ottenere attraverso questo nuovo meccanismo. Come dicevo, infatti, anche l’utente ottiene convenienza dal fatto di potersi recare in un presidio sul territorio aperto per gran parte della giornata piuttosto che in strutture che possono essere dislocate anche lontane e in servizio solo a brevi e rigidi orari. Tenga conto che nella nostra Regione ci sono paesi che distano anche 30-40 km dai centri di riferimento.
Quanto ai risparmi della struttura, basti pensare ai costi strutturali per erogare un servizio che invece i farmacisti svolgono all’interno di tutto il resto della loro attività.

Chi, tra farmacisti ed Asp, si occupa dell’acquisto del farmaco?
L’acquisto continua ad essere competenza dell’Asp, che li trasmette al presidio ospedaliero che, successivamente, li affida il farmaco alle farmacie private territoriali. Queste ultime, dietro presentazione di un piano terapeutico rilasciato dal Sere e valevole per 90 giorni, rinnovabili, provvederà alla dispensazione al cittadino, che dovrà presentare la prescrizione in farmacia ogni 15 giorni.

Come si assicurerà la privacy del paziente?
Sulla ricetta saranno indicate solo le iniziali del paziente e la dispensazione avverrà in uno spazio che permetta la massima riservatezza. Il farmaco, inoltre, potrà essere rilasciato solo al paziente stesso, anche allo scopo di responsabilizzarlo.

Dopo la fase sperimentale, il progetto potrebbe essere esteso ad altre farmacie?
Le farmacie coinvolte nella sperimentazione sono state scelte perché di riferimento rispetto alla Asl a cui appartiene il Sert. Quello appena partito è un progetto molto piccolo perché deve tenere conto anche della delicatezza dell’ambito trattato, ma l’auspicio è certamente quello di esportare il progetto in tutta la Regione ma anche sul territorio nazionale. A questo scopo il protocollo sarà prossimamente presentato anche all’Università Bocconi di Milano.
 

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