quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 10 NOVEMBRE 2021
Question time/1. Governo al lavoro per acquisto nuovi farmaci contro il Covid di Merck e Pfizer

Ministero della Salute, Aifa e struttura commissariale pensano di ricorrere allo stesso meccanismo di autorizzazione e di acquisto utilizzato per l'approviggionamento degli anticorpi monoclonali anche per l'acquisto dei nuovi farmaci anti virali orali contro il Covid. Ad annuncialo il ministro Speranza intervenuto alla Camera per rispondere al question time di Bologna (CI).

"Proprio in questi giorni, siamo a lavoro con Aifa e con la struttura commissariale perché lo stesso meccanismo di autorizzazione e di acquisto possa essere utilizzato anche per i nuovi farmaci promettenti di Merck e Pfizer".
 
Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, rispondendo in aula alla Camera all'interrogazione sul tema presentata da Fabiola Bologna (CI) sull'utilizzo della giacenza degli anticorpi monoclonali. 
 
La risposta di Speranza. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole interrogante per l'occasione di poter chiarire un tema che è particolarmente delicato. Il Ministero della Salute, con il supporto di Aifa, ha immediatamente orientato la propria azione di prevenzione e di cura, favorendo - voglio ricordarlo -, tra i primi in Europa, l'uso tempestivo degli anticorpi monoclonali, indirizzandone l'impegno verso le condizioni nelle quali vi fossero chiare evidenze scientifiche, nel rispetto dei principi di sicurezza ed appropriatezza. Sin dal febbraio 2021 ho provveduto ad autorizzare l'utilizzo dei primi monoclonali disponibili tramite un'autorizzazione temporanea e straordinaria adottata con il decreto del Ministro della Salute del 6 febbraio 2021. Al proposito, va ricordato che gli acquisti di anticorpi monoclonali anti-COVID-19 sono sin qui stati disposti tramite il commissario all'emergenza da COVD-19, formalmente titolato per lo Stato italiano alla stipula dei contratti sia nell'ambito di attività di joint procurement, curate nei termini generali dalla Commissione UE, a valle dei quali avviene la stipula di contratti a cascata da parte dei diversi Stati interessati, sia direttamente da parte dello Stato italiano al fine di accedere quanto prima possibile a tali rilevanti presidi terapeutici nelle more delle precitate attività di joint procurement europeo.
 
Secondo le comunicazioni rese dal medesimo commissario, le attuali giacenze complessive presso le strutture sanitarie regionali sono adeguate ai fabbisogni delle regioni e le richieste da parte dei territori hanno sempre avuto un riscontro positivo da parte della struttura commissariale. Gli attuali andamenti di impiego di tali presidi terapeutici, così come registrati nelle diverse regioni, sono oggetto di costante monitoraggio da parte dell'Agenzia italiana del farmaco e del Ministero della Salute, proprio al fine di bilanciare la necessità di averne una congrua riserva e la riduzione al minimo del paventato rischio di mancato utilizzo nei termini di validità dei suddetti prodotti.
 
Segnalo, infine, che, a differenza di quanto affermato nell'interrogazione, il costo di tali terapie non è a carico del Fondo sanitario nazionale, ma è ricompreso nell'apposito fondo, di cui all'articolo 20, comma 1, del decreto-legge 22 marzo 2021, convertito dalla legge n. 69 del 2021, che modifica l'articolo 1, comma 447, della legge n. 178 del 2020 e che sarà rifinanziato anche con la prossima legge di bilancio, dove, per acquisti di vaccini e di farmaci e per la cura del COVID, è previsto uno stanziamento di ben 1.850 milioni. Voglio aggiungere che, proprio in questi giorni, siamo a lavoro con Aifa e con la struttura commissariale perché lo stesso meccanismo di autorizzazione e di acquisto possa essere utilizzato anche per i nuovi farmaci promettenti di Merck e Pfizer.
 
La replica di Bologna (CI). Grazie Presidente. Ringrazio il Ministro per la risposta e per le delucidazioni. Sappiamo che abbiamo davanti mesi in cui dovremo fronteggiare ancora il COVID e che bisogna avere la massima attenzione, anche se al momento i numeri in Italia sono migliori rispetto agli altri Paesi europei e il livello di vaccinazione è sicuramente alto. Ma l'incidenza di COVID settimanale a livello nazionale continua ad aumentare ed è ora al di sopra della soglia dei 50 casi settimanali per 100 mila abitanti. Questo andamento va monitorato e controllato con estrema attenzione, anche alla luce delle intensa recrudescenza epidemica in corso nei Paesi vicini del Centro-Est Europa. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 4,2 per cento, in aumento rispetto alla settimana precedente, con un aumento del numero delle persone ricoverate in aree mediche, e chi si ammala sono prevalentemente persone non vaccinate.
 
Lo vogliamo ribadire ancora una volta: le vaccinazioni rimangono il primo argine alla pandemia, perché la cosa più importante è non ammalarsi. Sappiamo che chi si ammala anche in forma lieve può avere delle conseguenze di salute, a breve e a lungo termine, permanenti e anche gravi. Il vaccino è l'unico presidio che riduce enormemente la possibilità di ammalarsi, di avere forme gravi e di trasmettere il virus, insieme alle mascherine, al distanziamento e all'igiene. Nel caso in cui ci si ammala abbiamo oggi a disposizione gli anticorpi monoclonali, che possono essere usati precocemente per evitare le forme gravi, ma in alcune formulazioni si possono utilizzare anche in caso di ospedalizzazione; arriveranno poi le pillole antivirali per il trattamento della malattia da lieve a moderata per ridurre il rischio di ricovero e la probabilità di decesso.
 
Quindi i vaccini rimangono la prima linea di difesa per evitare di ammalarsi ma, nel caso di infezione, possiamo contare, grazie alla scienza e alla ricerca che stanno andando avanti, anche sugli anticorpi monoclonali e sugli antivirali. Quindi è necessario attivare una strategia nazionale per pianificare le attività di trattamento, d'intesa con le regioni e i professionisti sanitari competenti, al fine di utilizzare al meglio le quantità già acquistate di anticorpi monoclonali e prepararsi ad affrontare, sfruttando tutte le opzioni terapeutiche a disposizione, il periodo invernale, in cui, purtroppo, è prevedibile un ulteriore aumento dei casi

© RIPRODUZIONE RISERVATA