quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 10 NOVEMBRE 2021
Question time/4. Ministro conferma che è allo studio la possibile revoca del green pass in caso di contagio

"Si è ancora in attesa delle regole europee per la creazione degli elenchi di revoca dei certificati, sia perché, al fine di non creare un ulteriore onere ai medici, è in corso di approfondimento con le regioni la possibilità di prevedere una doppia opzione di revoca, con segnalazione del medico ovvero attraverso il flusso dei tamponi molecolari positivi". Così il ministro Speranza rispondendo in aula a Provenza (M5S).

"Per quanto riguarda la non validità del green pass per chi sia stato identificato come caso accertato positivo al Sars-CoV-2, nel Dpcm del 17 giugno 2021 il Governo ha ritenuto opportuno prevedere per le strutture e i professionisti sanitari la possibilità di segnalare alla piattaforma nazionale la revoca delle certificazioni verdi precedentemente rilasciate per il periodo della malattia. Tale funzionalità è in fase di sviluppo, sia perché si è ancora in attesa delle regole europee per la creazione degli elenchi di revoca dei certificati, sia perché, al fine di non creare un ulteriore onere ai medici, è in corso di approfondimento con le regioni la possibilità di prevedere una doppia opzione di revoca, con segnalazione del medico ovvero attraverso il flusso dei tamponi molecolari positivi".
 
Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, rispondendo in aula alla Camera all'interrogazione sul tema presentata da Nicola Provenza (M5S).
 
La risposta di Speranza. Grazie, Presidente. Ringrazio gli interroganti per porre un tema reale e concreto che ha a che fare con questioni importanti di cui stiamo provando a occuparci. Intanto, in premessa, voglio dire che il green pass è un pezzo fondamentale, come è apparso del tutto evidente, della strategia del nostro Governo, perché consente di rendere più sicuri i luoghi dove esso si applica e perché oggettivamente ha costituito un importante incentivo alla campagna di vaccinazione.
 
I numeri, che ho già ricordato, sono chiari e positivi: hanno avuto la prima dose l'86,62 per cento delle persone vaccinabili e l'83,77 per cento ha completato il ciclo di vaccinazione (sono numeri tra i più alti in Europa e nel mondo e credo che questo sia un dato rilevante). I green pass scaricati, a stamattina alle 7, sono oltre 122 milioni, secondo le diverse 3 fattispecie che pure sono state indicate.
 
Per quanto riguarda la non validità del green pass per chi sia stato identificato come caso accertato positivo al SARS-CoV-2, nel DPCM del 17 giugno 2021 il Governo ha ritenuto opportuno prevedere per le strutture e i professionisti sanitari la possibilità di segnalare alla piattaforma nazionale la revoca delle certificazioni verdi precedentemente rilasciate per il periodo della malattia. Tale funzionalità è in fase di sviluppo, sia perché si è ancora in attesa delle regole europee per la creazione degli elenchi di revoca dei certificati, sia perché, al fine di non creare un ulteriore onere ai medici, è in corso di approfondimento con le regioni la possibilità di prevedere una doppia opzione di revoca, con segnalazione del medico ovvero attraverso il flusso dei tamponi molecolari positivi. Resta, comunque, evidente che chi sia stato identificato come caso accertato positivo al SARS-CoV-2 è sempre soggetto all'obbligo di legge dell'isolamento fiduciario e deve conseguentemente essere esclusa, a rigore, la possibilità di utilizzo del green pass in una condizione in cui il titolare possa essere causa di possibile contagio.
 
La replica di Provenza (M5S). Grazie, Ministro. Grazie per la risposta, che ci conferma in qualche modo - e nella sua risposta si evince - che sussiste una problematica di flussi informativi, la cui risoluzione, però, lei ci ha assicurato che è in via di sviluppo. È evidente che il quesito posto e i dubbi che abbiamo sollevato richiedevano un chiarimento - lei lo ha fatto adesso - ma anche, direi, una risoluzione tempestiva, proprio perché intendiamo, in questa fase, che non si ingeneri né si alimenti un clima di incertezza o di scetticismo, proprio in una fase nella quale appare assolutamente fondamentale dare continuità alla campagna vaccinale anche con la terza dose del vaccino, come lei ha sottolineato.
 
Ritengo, Ministro, necessario, proprio in riferimento all'impiego della terza dose, che vi sia anche un'attenta riflessione sulla durata del green pass. È condivisibile il richiamo all'obbligo di legge dell'isolamento fiduciario, che lei ha sottolineato, per chi sia stato accertato come caso positivo al virus, ma anche il conseguente obbligo di non utilizzare un green pass che, nei fatti, non è più valido.
 
Ministro, a mio avviso - e concludo -, rimane imprescindibile - e lei lo ha fatto molte volte, in quest'Aula, durante tutto il percorso della vicenda pandemica - un richiamo alla responsabilità di ciascuno di noi, vaccinato o non vaccinato, nel continuare a osservare tutte le misure igienico-sanitarie che sono volte a prevenire il contagio (in particolare, ovviamente, mi riferisco al distanziamento fisico e all'utilizzo della mascherina). Chiudo augurandole buon lavoro, ricordando che anche nei periodi più difficili della pandemia, quando non c'era ancora il vaccino, c'è stato uno sforzo colossale per tenere in piedi un equilibrio, cioè piegare la curva epidemiologica evitando, però, di piegare il discorso legato all'economia. Oggi possiamo dire che, attraverso la campagna vaccinale e anche attraverso l'uso del green pass, siamo riusciti a ottenere risultati che in Europa parlano per noi, in termini di efficacia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA