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Mortalità per malattie del sistema circolatorio. In Italia dato tra i più bassi d’Europa    


23 GEN - Le malattie del sistema circolatorio, tipiche delle età adulte e senili, rappresentano la principale causa di morte in Italia e nei paesi dell’Ue. Negli ultimi anni, la mortalità per queste malattie è in diminuzione in tutti i paesi europei. In Italia, dove il livello di mortalità è tra i più bassi in Europa, i tassi sono diminuiti in modo diffuso su tutto il territorio, raggiungendo nel 2009 il valore di 31,2 decessi ogni diecimila abitanti rispetto al 32,1 osservato nel 2008. Gli uomini, con un tasso di 37,9 decessi per 10 mila abitanti, risultano svantaggiati rispetto alle donne (26,4).

Nel 2009, con 16,8 decessi ogni diecimila abitanti (in base al tasso standardizzato per confronti europei), l’Italia si colloca agli ultimi posti dell’Ue, dove il tasso medio è di 21,7. Livelli di mortalità per malattie del sistema circolatorio ancora più bassi che in Italia si riscontrano in Francia (12,0), Spagna (14,3), Paesi Bassi (15,0) e Danimarca (16,0).

All’estremo opposto si trovano i paesi di nuova adesione e dell’ex Unione Sovietica; le situazioni più allarmanti si riscontrano in Bulgaria, Romania, Lituania e Lettonia con valori più che doppi rispetto alla media europea. Per tutti i paesi i tassi di mortalità, se confrontati con i livelli del 2006, risultano in diminuzione, in particolare nei paesi che presentano livelli più elevati come la Lettonia (variazione del tasso di -8,5 per diecimila), Romania (-7,0), Lituania (-6,5), Estonia e Bulgaria. Per l’Italia la diminuzione del tasso è stata di 1,5 per diecimila.

Nel 2009 le malattie del sistema circolatorio rappresentano la prima causa di morte in quasi tutte le province, ad esclusione di alcune province del Nord (in particolare in Lombardia) e sarde (Carbonia-Iglesias e Cagliari), dove la prima causa di morte è rappresentata dai tumori. Dall’analisi della geografia della mortalità emerge uno svantaggio delle province del Mezzogiorno (soprattutto della Campania) che, insieme a quelle di Sicilia e Calabria, risultano particolarmente penalizzate. Infatti, nelle province di Caserta, Enna e Napoli i livelli osservati mostrano valori di oltre il 30 per cento superiori rispetto alla media italiana, pari a 31,2 decessi per diecimila abitanti. I livelli più bassi si osservano nelle province di Rimini, Cagliari, Padova e Sondrio, dove i tassi di mortalità non raggiungono il valore di 26,0 decessi per diecimila abitanti.

Le differenze di genere a livello regionale confermano il generale vantaggio delle donne, con i valori più bassi in Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Veneto e più alti in Campania, Sicilia e Calabria; per gli uomini le regioni più favorite sono la Sardegna e l’Emilia-Romagna. Le più svantaggiate sono la Campania e la Sicilia.

Fonte: Istat, “Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo”, edizione 2013

23 gennaio 2013
© Riproduzione riservata

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