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Invecchiamento, cronicità e non autosufficienza


26 SET - Disabilità e cronicità
Secondo le nostre stime, le persone disabili di età pari e superiore a 6 anni potrebbero ammontare, nel 2010, a circa 2,5 mln., rimanendo sostanzialmente sugli stessi livelli del 2005 (un decremento del -1,86%), per effetto della posticipazione delle condizioni morbili e della maggiore efficacia delle cure.

Rimangono però fortissime differenze regionali: in alcune aree del Paese i livelli di disabilità e cronicità sono molto più alti, con costi che sono ben lungi da essere stati compiutamente valutati e considerati nelle allocazioni delle risorse.

La disabilità nel Sud del Paese (a parte fenomeni di abuso che non possono però modificare il segno delle differenze che citeremo) tocca livelli più elevati rispetto al Nord. In particolare, secondo l’Istat  nel 2005 si arriva nelle Isole al 6,2% e nel Sud al 5,8% contro il 4,1% del Nord-ovest e il 4,0% del Nord-est. Particolarmente critica la situazione delle donne anziane nel Sud, tra le quali la percentuale di disabili sfiora il 30% nelle Isole (26,5% nel Sud) contro il 19,5% delle coetanee nel Nord Italia.

Parallelamente anche per alcune patologie croniche come il diabete, in alcune Regioni meridionali la prevalenza è molto più alta: il tasso standardizzato supera il 7% in alcune Regioni (7,5% in Calabria, 7,2% in Basilicata) contro un valore medio in Italia del 4,6%.
Esistono, quindi, evidenti possibilità di aumentare l’efficienza del sistema, promuovendo la Salute mediante investimenti in prevenzione primaria e, ancor di più, in politiche non sanitarie per la Salute, tese a educare e, specialmente, incentivare a corretti stili di vita.
 
Quanto “invecchia” la popolazione?
In Italia il peso della popolazione anziana sta aumentando e continuerà a crescere nei prossimi anni.  Tuttavia, questo non necessariamente rappresenterà un “problema”.

Oggi registriamo una inadeguatezza dei comuni indicatori di invecchiamento ai fini della valutazione dell’impatto delle modifiche demografiche sul sistema di Welfare e sanitario in particolare.

Misure che tengono conto della possibilità, che inizia a ricevere conferme empiriche, di una stabilizzazione della morbilità, se non di una compressione, portano a rivedere le previsioni catastrofiste sulla sostenibilità del sistema.

Quindi, se con i classici indicatori di invecchiamento nei prossimi 20 anni la quota di over 65 e 85 aumenterà rispettivamente del 6,4% e dell’1,8%, la quota di “anziani fragili” aumenterà solo dello 0,5% considerando la speranza di vita alla nascita -10. [TAVOLA 20]
 
Non‑autosufficienza
Con riferimento al 2010, si stima che l’81,78% dei disabili potrebbe ricevere l’indennità di accompagnamento.
L’incidenza dei percettori sia dell’indennità di accompagnamento che delle pensioni di invalidità civile è superiore rispetto a quella dei beneficiari dell’assistenza domiciliare integrata: nel 2010, il 3,47% della popolazione italiana riceve l’indennità di accompagnamento, l’1,67% la pensione di invalidità civile e solo lo 0,99% cure integrate al proprio domicilio.  [TAVOLA 27]

Si noti che a livello nazionale circa il 66,00% dei disabili appartiene al genere femminile ma tranne che nel settentrione,  ed in particolar modo nel Sud, le quote di ripartizione dell’indennità di accompagnamento tra maschi e femmine tendono a privilegiare i maschi a discapito delle donne: o queste ultime sono affette da patologie meno gravi o, più probabilmente sono discriminate. [TAVOLA 28]

26 settembre 2013
© Riproduzione riservata

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