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05 NOV - La salvaguardia del Servizio Sanitario Nazionale può essere garantita agendo su tre diverse direttrici:
 
- Prevenzione e salute
- Organizzazione e finanziamento
- Industria e crescita
 
Di seguito 11 linee di azione suggerite da Meridiano Sanità 2013
 
Prevenzione e salute
1) Preservare il livello di finanziamento dei servizi di prevenzione e sanità pubblica secondo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, destinando a queste attività il programmato 5% della spesa sanitaria in tutte le Regioni italiane (attualmente è mediamente pari al 4,2%). Nelle Regioni in crisi strutturale escludere dal calcolo del disavanzo la quota destinata alla prevenzione
2) Supportare le scelte di investimento in prevenzione (nuovi vaccini, screening, campagne di educazione sanitaria) con modelli di valutazione di costo-efficacia che, oltre alla componente sanitaria, includano i benefici attesi in termine di riduzione costi socio-assistenziali e incremento della produttività lavorativa
3) Incrementare le attività di promozione della salute (incluse le attività non strettamente sanitarie) con particolare riguardo alle patologie ad alto impatto sanitario e sociale. Eliminare le pratiche inutili e obsolete a favore di interventi evidence based
4) Integrare gli interventi di prevenzione nei Percorsi Diagnostico Terapeutico Assistenziali (PDTA) gestendo, rallentando il decorso e riducendo i rischi di complicanze, soprattutto per le patologie croniche invalidanti (prevenzione terziaria)
5) Implementare le attività formative e informative al personale sanitario con riferimento ai fattori di rischio più importanti (ambientali e individuali), ai comportamenti protettivi (dieta, attività motoria) e alle strategie preventive di provata efficacia
6) Integrare gli interventi di medicina predittiva, per i quali sia stata provata l’effettiva validità diagnostico/predittiva, nei programmi di prevenzione e screening già esistenti
 
Organizzazione e finanziamento
7) Adottare nuovi modelli di organizzazione e gestione dell’attività sanitaria che contribuiscano a garantire la sostenibilità del sistema e l’equità di accesso alle cure (anche innovative) ai pazienti. In particolare:
− adottare il Lean Management come approccio gestionale innovativo delle attività sanitarie per migliorare l’efficacia assistenziale, l’appropriatezza clinica e organizzativa e ottimizzare l’allocazione e l’utilizzo delle risorse. In particolare, in ambito ospedaliero si tratta di riorganizzare i processi per intensità di cura ed eliminare ogni attività che non genera valore per il paziente e che spesso si traduce in sprechi e inefficienze
− progettare i Percorsi Diagnostico Terapeutico Assistenziali (PDTA) in una visione integrata e basata sul valore per il paziente (Health Pathway Design), organizzando l’erogazione dei servizi e delle prestazioni in modo da massimizzare il rapporto tra benefici e costi riferibili all’intero percorso e non al singolo episodio di cura o alla singola tecnologia. Il finanziamento dei PDTA, soprattutto per le patologie croniche di grande impatto sociale ed economico, dovrebbe quindi corrispondere al valore di costo-efficacia dell’intero processo in un continuum prevenzione-diagnosi-cura
8) Proseguire nel processo di ammodernamento delle strutture ospedaliere italiane e dotarle delle migliori tecnologie disponibili impiegando una parte dei fondi strutturali europei disponibili, in modo da ridurre le differenze Nord-Sud, favorire una maggiore competizione tra pubblico e privato e incrementare l’attrattività del nostro sistema sanitario nel nuovo scenario europeo di assistenza sanitaria transfrontaliera
9) Definire le prestazioni da coprire attraverso forme di sanità integrativa, in modo coordinato con il Servizio Sanitario Nazionale e coerentemente ai fabbisogni socio-sanitari e promuoverne la diffusione attraverso il completamento della disciplina normativa in materia, una migliore definizione della governance dei fondi e adeguati incentivi fiscali per le aziende e per i cittadini
 
Industria e crescita
10) Riconoscere alle Life Sciences, e in particolare all’industria farmaceutica, il ruolo di settore strategico per la crescita del Paese e realizzare iniziative di policy integrate e di lungo periodo, evitando al contrario provvedimenti erratici che incrementino il profilo di rischio del settore, già strutturalmente elevato
11) Ridefinire la governance della spesa farmaceutica per evitare le distorsioni che comprimono il mercato interno, penalizzano l’industria (la spesa farmaceutica pubblica è in calo e più bassa del 25% rispetto alla media dei Big UE in termini pro capite) e i cittadini (disomogeneità dell’accesso alle terapie e ritardi rispetto ad altri Paesi), attraverso:
− la valutazione di un fondo specifico per la spesa farmaceutica, che dovrebbe derivare da policy condivise tra Ministero della Salute, Sviluppo Economico, Economia e Università e Ricerca per far convergere obiettivi di salute, innovazione e ricerca, competitività, crescita industriale e sostenibilità economica
− il rispetto da parte di AIFA delle tempistiche previste per l’immissione in commercio dei farmaci
− l’eliminazione dei passaggi di valutazione dei farmaci da parte delle commissioni regionali e locali/ospedaliere per l’immissione nei prontuari terapeutici e delle linee guida regionali relative all’utilizzo dei farmaci, attività già svolte a livello centrale da EMA e AIFA
− la semplificazione del sistema di controllo della spesa farmaceutica (già articolato in tetti di spesa territoriale e ospedaliera) eliminando i tetti per singolo farmaco e classe terapeutica
− l’introduzione di un sistema di compensazione dei debiti e crediti dell’industria verso la Pubblica Amministrazione per evitare le attuali distorsioni del sistema del payback
 

05 novembre 2013
© Riproduzione riservata

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