Istat in audizione sul Def. In Italia aumentano i poveri e cala la spesa dei cittadini per la sanità. Il testo
15 APR - “Le difficoltà economiche delle famiglie si sono tradotte, tra il 2007 e il 2012, in un peggioramento degli indicatori di povertà. In particolare, l’indicatore di povertà assoluta (una famiglia si definisce povera in senso assoluto quando ha una spesa inferiore a quella minima necessaria per acquisire i beni e servizi considerati essenziali), stabile fino al 2011, è cresciuto di 2,3 punti percentuali nel 2012.
La quota di persone in famiglie assolutamente povere è passata dal 5,7 all’8%, per un totale di 4 milioni 814 mila persone. Si tratta di 1 milione 725 mila famiglie, il 6,8% del totale”. Numeri illustrati dal presidente dell’Istat
Antonio Golini, nel corso di un’
audizione sul Def 2014 davanti alle commissioni riunite (V Commissione "Bilancio, tesoro e programmazione" della Camera dei Deputati e V Commissione "Programmazione economica, bilancio" del Senato della Repubblica).
Ma nel corso del suo intervento il presidente Istat ha evidenziato anche come proprio a causa di un aumento della povertà gli italiani hanno tagliato alcune spese. Così si scopre che tra il 2007 e il 2012, è diminuita la spesa media mensile (in valori correnti) per abbigliamento e calzature (-23,3%), per mobili, elettrodomestici e servizi per la casa (-17,9%) e, soprattutto, per la
sanità (-11,7%), in particolare quella per la prevenzione e per dentista.
E per invertire questa spirale Golini giudica positivo l’intervento di riduzione dell’Irpef che intende portare avanti il Governo: “Le nuove detrazioni avrebbero inoltre un effetto di riduzione della percentuale di individui a rischio di povertà relativa, con un calo dell’incidenza pari a quasi un punto percentuale. Il maggiore beneficio si registrerebbe per gli individui residenti nelle regioni del Sud”.
15 aprile 2014
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