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Il dibattito politico. Balduzzi (Scelta Civica): "Ssn rappresenta best practice a livello internazionale"

di Gennaro Barbieri

10 GIU - “Il nostro Sistema Sanitario offre molto a costi contenuti ed esprime un livello di competitività, a livello internazionale, di gran lunga superiore a sistemi quali l'istruzione o la giustizia – Lo ha sottolineato il Presidente della Commissione parlamentare per le Questioni Regionali e già Ministro della Salute, Renato Balduzzi, nel corso del confronto che ha seguito lo studio presentato da I-Com - Lo conferma anche l'interesse da parte di altri Paesi, che guardano al nostro modello come ad una best practice. È questo il caso della Cin”.

Secondo Balduzzi, infatti, “l'eccellenza che esprimiamo in fatto di capacitá normativa, di attuazione e di monitoraggio dell'innovazione è possibile anche e soprattutto grazie alla regionalizzazione del sistema sanitario. È importante tenere in considerazione questo dato, per bilanciare il filone di pensiero centralista che pervade oggi il dibattito, anche come risultato della perdita di smalto di alcune esperienze regionali”.

Tuttavia per l’ex ministro è necessario invertire la tendenza prevalente che sta determinando un’enorme frammentarietà nella gestione dei dati. “Ci sono 21 archivi diversi e, addirittura, in molti casi i sistemi informativi non interagiscono tra loro neanche all’interno delle stesse regioni. Questo non è accettabile e serve al più presto una comunanza nella gestione dei flussi di dati”.

L’ipotesi di un unico sistema sanitario europeo viene bocciata da Balduzzi. “Non ci sono né le condizioni né la necessita per intraprendere un cammino di questo genere”. Piuttosto bisogna “creare il terreno fertile affinché tutti gli attori all’interno del sistema imparino a conoscersi e quindi a dialogare realmente”.

Altro nodo cruciale è rappresentato dalla riforma del Titolo V che “ha prodotto effetti inversi a quelli previsti, soprattutto per quanto riguarda la sussidiarietà – ha ragionato Serenella Fucksia – senatrice del M5S – La regionalizzazione ha, infatti, generato un incremento complessivo della spesa”. Nel contempo, altra lacuna esiziale, “è venuta del tutto a mancare un’adeguata rete di continuità e assistenza sui territori”.

Il confronto tra il nostro e gli altri sistemi sanitari europei “mi trasmette forti timori – ha confessato Raffaele Calabrò, deputato per il Nuovo Centrodestra – La direttiva sulle cure transfrontaliere scatenerà una competizione enorme e ho paura che avremo molto da rimetterci”. Per evitare che si creino sperequazioni all’interno dell’Unione “servono allora norme comunitarie che fissino alcuni rigidi paletto all’interno di una precisa cornice entro cui muoversi”. In Italia la priorità deve “essere quella di assegnare una maggiore forza al Ministero della Salute, che deve svincolarsi dalla visione prettamente ragionieristica del Mef”. Per quanto riguarda la governance, “amministrazione e controllo vanno assegnati al potere centrale, mente il governo spetta al livello regionale”.
 

10 giugno 2014
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