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Il Rapporto: “La qualità dell’assistenza sanitaria migliora troppo lentamente. Attenzione a spesa farmaceutica: crescerà del 50% nei prossimi 5 anni”


04 NOV - “La qualità dell'assistenza sanitaria sta migliorando troppo lentamente per far fronte all'invecchiamento della popolazione e a crescente numero di persone con uno o più malattie croniche”. È quanto rileva il rapporto Health at a Glance 2015 dell’Ocse che mostra come la “spesa sanitaria globale continua a crescere lentamente in molti paesi, in linea con la crescita del PIL, anche se la spesa  è scesa nel 2013 per il terzo anno consecutivo in Italia e in Portogallo e per il quarto in Grecia”.
  
“Nessun paese – dice l’Ocse - si esibisce costantemente in cima sui principali indicatori di qualità delle cure, anche quelli che spendono di più in salute. C'è spazio quindi per un miglioramento in tutti i paesi nella prevenzione, diagnosi precoce e il trattamento di diversi problemi di salute. Gli Stati Uniti, per esempio, stanno migliorando nella fornitura di cure per gli acuti (per le persone che hanno un attacco di cuore o un ictus), ma non hanno un buon rendimento nel prevenire ricoveri ospedalieri evitabili per le persone con patologie croniche come l'asma e il diabete. È vero il contrario in Portogallo, Spagna e Svizzera, che hanno relativamente bassi tassi di ricoveri ospedalieri per alcune condizioni croniche, ma relativamente alti tassi di mortalità per i pazienti ricoverati in ospedale per un attacco di cuore o ictus. Finlandia e Svezia fanno relativamente bene nel salvare la vita delle persone che seguono la diagnosi per cervicale, tumore al seno o del colon-retto, ma i tassi di sopravvivenza per questi tipi di cancro è più bassa in Cile, Polonia, Repubblica ceca, il Regno Unito e l'Irlanda”.
 
Spesa farmaceutica: nei prossimi 5 anni prevista crescita del 50%.
 Il rapporto mostra che la spesa farmaceutica ha raggiunto circa gli 800 miliardi di dollari in tutti i paesi OCSE nel 2013. Ciò equivale a circa il 20% della spesa sanitaria totale in media.
 
La crescita della spesa farmaceutica ha subito un rallentamento negli ultimi anni nella maggior parte dei paesi OCSE, mentre la spesa per i prodotti farmaceutici in ospedale è aumentata. Molti paesi hanno attuato politiche per incrementare il mercato dei generici, che hanno contribuito al rallentamento o alla riduzione della spesa farmaceutica, ma la quota di mercato dei generici rimane ancora relativamente basso in paesi come la Svizzera, l'Italia, la Grecia e Giappone.
 
“Nonostante il recente rallentamento della crescita della spesa – evidenzia l’Ocse -,  l'invecchiamento della popolazione e l'alto costo dei nuovi farmaci speciali per malattie come il cancro e l'epatite probabilmente porterà ad un nuovo aumento della spesa”. L’Ocse quantifica una “crescita del 50% della spesa farmaceutica entro i prossimi cinque anni”.  Ma l’Organizzazione avverte: “Mentre alcuni di questi farmaci ad alto prezzo portano grandi benefici per i pazienti, altri forniscono un miglioramento solo marginale la salute dei pazienti e non sono costo-efficaci”.
 
Altro focus quello sul consumo di antidepressivi che è aumentato rapidamente dal 2000, quasi raddoppiando in media tra i paesi OCSE. “Ci sono prove in diversi paesi dove il consumo è alto, come l'Australia e il Regno Unito, e c'è qualche eccesso di prescrizione. Allo stesso tempo, però, il consumo potrebbe essere necessario aumentarlo in altri paesi, come la Corea e l'Estonia, al fine di soddisfare le esigenze non soddisfatte per le persone che soffrono di depressione”.
 
 
La sintesi del Rapporto:
 
 
Uno sguardo sulla sanità 2015 presenta comparazioni internazionali sullo stato di salute delle popolazioni e sulla performance dei sistemi sanitari dei Paesi dell’OCSE, dei Paesi non membri candidati all’ingresso l’Organizzazione e delle principali economie emergenti. Questa edizione propone due nuovi aspetti: una serie d’indicatori di riferimento del quadro operativo dei risultati della salute e dei sistemi sanitari (si veda Capitolo 1), che sintetizza i risultati comparativi dei Paesi dell’OCSE e un capitolo speciale sulle recenti tendenze della spesa farmaceutica nei Paesi dell’OCSE. Le principali conclusioni di questa pubblicazione sono le seguenti:
 
I nuovi farmaci aumenteranno la spesa farmaceutica se non si procede a un adeguamento delle misure governative previste in materia.
- Nell’area dell’OCSE, la spesa farmaceutica si è attestata a circa 800 miliardi di dollari statunitensi nel 2013, che equivalgono a circa il 20% della spesa sanitaria totale media, se all’acquisto di farmaci nel settore al dettaglio si somma il consumo di farmaci in ambito ospedaliero.
- Nella maggior parte dei Paesi dell’OCSE, la spesa farmaceutica al dettaglio è cresciuta meno negli ultimi anni, mentre generalmente è aumentata la spesa farmaceutica ospedaliera.
- La comparsa di nuovi farmaci molto onerosi destinati a popolazioni poco estese e/o utilizzati per problemi di salute complessi ha suscitato nuovi dibattiti sulla sostenibilità a lungo termine e sull’efficienza della spesa farmaceutica.
 
La speranza di vita continua ad aumentare ma persistono ampie differenze tra diversi Paesi e gruppi socio‑demografici.
 - Nei Paesi dell’OCSE, la speranza di vita continua ad aumentare costantemente, in media di 3‑4 mesi l’anno. Nel 2013, la speranza di vita alla nascita era in media di 80,5 anni, con un incremento di oltre dieci anni dal 1970. Giappone, Spagna e Svizzera sono in testa, in un gruppo di otto Paesi dell’OCSE in cui la speranza di vita supera gli 82 anni.
 - La speranza di vita nelle principali economie emergenti come India, Indonesia, Brasile e Cina, è aumentata durante gli ultimi decenni, convergendo rapidamente verso la media dell’OCSE. I progressi sono stati molto meno visibili in Paesi come il Sud Africa (scarsa progressione principalmente ascrivibile all’epidemia di HIV/AIDS) e nella Federazione Russa (scarsa progressione principalmente ascrivibile a comportamenti maschili che aumentano i rischi per la salute).
 - Nei Paesi dell’OCSE, le donne possono sperare di vivere 5 anni di più rispetto agli uomini, ma questo divario è diminuito di 1,5 anni dal 1990.
 - In media, le persone con un più alto livello d’istruzione possono aspettarsi di vivere sei anni in più rispetto a persone con un livello più basso d’istruzione. Questa differenza è particolarmente marcata per gli uomini, con un divario medio di quasi otto anni.
 
Il numero di medici e di infermieri non è mai stato così alto nei Paesi dell’OCSE
 - Dal 2000, il numero di medici e di infermieri è aumentato in quasi tutti I Paesi dell’OCSE, sia in termini assoluti sia in base percentuale pro capite. La crescita è stata particolarmente rapida in alcuni dei Paesi che nel 2000 avevano meno medici rispetto agli altri (ad esempio: Turchia, Corea, Messico e Regno Unito), ma si è registrato un forte aumento anche nei Paesi che si potevano già avvalere di un numero relativamente cospicuo di medici (ad esempio Grecia, Austria e Australia).
- La crescita è stata trainata da un aumento delle ammissioni di studenti nei programmi nazionali d’istruzione medica e infermieristica, nonché da un maggior numero di medici e di personale infermieristico formati all’estero che lavorano nei Paesi dell’OCSE rispondendo a esigenze di breve termine.
- In media nei Paesi dell’OCSE si annoverano più di due medici specialisti per un medico generico. In numerosi Paesi, la lenta crescita del numero dei medici generici desta preoccupazioni circa l’accesso alle cure primarie per tutta la popolazione.
 
La spesa sostenuta per accedere alle cure rimane un ostacolo.
- Tutti i Paesi dell’OCSE hanno un regime di copertura sanitaria universale per un insieme di servizi essenziali, eccetto Grecia, Stati Uniti e Polonia. In Grecia la crisi economica ha condotto a una perdita della copertura assicurativa‑sanitaria per i disoccupati di lungo termine e per molti lavoratori autonomi. Tuttavia, da giugno 2004, sono state prese misure per fornire alla popolazione priva di assicurazione un accesso ai farmaci prescritti e alle cure di pronto soccorso. Negli Stati Uniti, la percentuale della popolazione senza assicurazione è diminuita dal 14,4% nel 2013 all’11,5% nel 2014, a seguito dell’applicazione dell’Affordable Care Act e si prevede che la quota di popolazione non assicurata diminuisca ulteriormente.
- I pagamenti diretti sostenuti dalle famiglie possono creare ostacoli all’accesso all’assistenza sanitaria. In media nei Paesi dell’OCSE, circa il 20% della spesa sanitaria è sostenuta direttamente dai pazienti, la spesa a carico delle famiglie varia da meno del 10% in Francia e nel Regno Unito, a oltre il 30% in Messico, Corea, Cile e Grecia. In Grecia, la quota della spesa sanitaria finanziata direttamente dalle famiglie è aumentata di 4 punti percentuali dal 2009, aumento che ha coinciso con la riduzione della spesa pubblica.
-Le famiglie a basso reddito sono da quattro a sei volte di più propense a riportare esigenze non soddisfatte per le cure mediche e dentistiche per motivi finanziari o altri, rispetto alle famiglie con un reddito elevato. In alcuni Paesi, come la Grecia, è più che raddoppiata la quota della popolazione che dichiara di non avere accesso alle cure mediche necessarie durante la crisi economica.
 
Ancora troppe vite perse a causa di progressi troppo lenti nella qualità delle cure
- Un migliore trattamento delle malattie potenzialmente mortali come gli infarti e gli ictus ha condotto a tassi di mortalità più bassi nella maggior parte dei Paesi dell’OCSE. In media, i tassi di mortalità dopo un ricovero in ospedale per infarto sono diminuiti di circa il 30% tra il 2003 e il 2013 e per gli ictus di circa il 20%. Nonostante i progressi compiuti fino ad oggi, in molti Paesi, resta ancora un margine di manovra per migliorare l’applicazione di pratiche esemplari in terapia intensiva per ridurre ulteriormente la mortalità causata da un infarto o da un ictus.
- La sopravvivenza è anche migliorata per molti tipi di cancro nella maggior parte dei Paesi, grazie a una diagnosi più precoce e migliori terapie. Per esempio, in media, il tasso di sopravvivenza relativa a 5 anni al cancro del seno e colon rettale è aumentato da circa 55% per le persone diagnosticate e seguite nel periodo 1998‑2003, a più del 60% per i pazienti diagnosticati e seguiti dieci anni dopo (2008‑13). Tuttavia, molti Paesi come Cile, Polonia, Regno Unito sono ancora leggermente indietro rispetto ai Paesi che ottengono i migliori risultati di sopravvivenza dopo la diagnosi per diversi tipi di tumore.
- La qualità delle cure primarie è migliorata in molti Paesi, come dimostrato dalla continua diminuzione dei ricoveri ospedalieri evitabili in caso di malattia cronica. Cionondimeno, per tutti i Paesi, vi è ancora un margine per migliorare le cure primarie, al fine di ridurre ulteriormente i ricoveri ospedalieri, nel contesto dell’invecchiamento demografico e del numero crescente di persone con una o più malattie croniche.
- Le pratiche di prescrizione di farmaci possono altresì essere utilizzate come indicatori di qualità delle cure sanitarie. Per esempio, gli antibiotici dovrebbero essere prescritti solo quando la scelta è fondata su una necessità dimostrata da elementi di prova fattuali, al fine di diminuire il rischio di resistenza antimicrobica. I volumi totali di consumo di antibiotici variano di più del quadruplo tra i diversi Paesi dell’OCSE: Cile, Paesi Bassi ed Estonia registrano i volumi più bassi, all’opposto Turchia e Grecia registrano i tassi più alti. Ridurre un utilizzo inutile di antibiotici è un problema urgente ma complesso che richiede iniziative multiple e coordinate tra cui la vigilanza, la regolamentazione la formazione dei professionisti del settore e dei pazienti
 

04 novembre 2015
© Riproduzione riservata

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