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Differenze regionali. Venturi (Regioni): “Tornare allo stato centrale sarebbe un fallimento”. Il dibattito


10 NOV - Uno degli aspetti principali enfatizzati dal rapporto Meridiano Sanità è stato quello delle differenze regionali. Per l’occasione si è svolta una tavola rotonda ad hoc dove sono state analizzate a 360 gradi le difficoltà del sistema a garantire uniformità nell’erogazione delle cure.

“Alla fine nonostante tante cose negative che vengono dette ci sono molte regioni che hanno i conti a posto. Quindi è possibile ma bisogna volerlo,  e serve una forte determinazione e saper  compiere anche scelte drastiche. Il cambiamento avverrà se si supera l’idea che la sanità è un sistema solo di concertazione. Bisogna seguire cittadini”. Ha detto Antonio Saitta assessore alla sanità della Regione Piemonte che nel suo intervento ha ripercorso gli interventi che la Regione ha fatto nell’ultimo anno e mezzo per rimettere in carreggiata i conti e l'organizzazione.

“Il rapporto certifica la difformità delle performance tra le regioni e questo è uno degli aspetti su cui siano maggiormente impegnati” ha evidenziato Tonino Aceti coordinatore di Cittadinanzattiva-Tdm che ha evidenziato come “l’attività di monitoraggio, accompagnamento del livello nazionale nei confronti delle regioni non è stato così efficace dal punto dei vista dei Lea mentre molto si è fatto dal punto di vista dei conti”. In questo senso per Aceti “è importante coinvolgere i cittadini per la riorganizzazione” e “migliorare l’accessibilità ai servizi e aggiornare gli strumenti per garantire i Lea” su cui Aceti propone di rivedere la “Griglia che è uno strumento superato e va rivisto. Per esempio non c’è monitoraggio su accesso ai farmaci innovativi. E vanno pure coinvolti i cittadini”. Critiche anche alla Stabilità: “Si continua a  prevedere l’automatismo dell’aumento di irpef e irap per le regioni in piano di rientro. Non è più accettabile, basta mettere le mani in tasca ai cittadini”.

Nel dibattito è intervenuto anche Giuseppe Zuccatelli, presidente Agenas che ha ricordato come il “tema fondamentale è quello dell’accesso e le liste d’attesa sono solo un di cui”. Bisogna puntare sull’empowerment del paziente perché è evidente “ che il cittadino informato risolve prima il problema e consuma meno risorse e viceversa”.
Altro tema caldo toccato da Zuccatelli è poi quello del management. “In questi anni nel nostro paese c’è un orientamento ad aggregare in modo macro i servizi sanitari. A mio parere i professionisti devono avere un ruolo fondamentale, ma manca purtroppo una competenza manageriale diffusa ed è uno dei limiti maggiori”.

Una governance diversa è la strada suggerita anche da Domenico Mantoan, Dg Sanità Regione Veneto per cui “l’aziendalizzazione va cambiata”. Altra questione sono poi i ticket. “Dai dati risulta che i veneti pagano i ticket più alti, ma noi abbiamo solo i ticket nazionali per cui o in alcune regioni non si paga o si va nel privato”. Ma per Mantoan è importante anche la programmazione e l'individuazione degli standard sul personale perché è “fondamentale per andare a valutare i sistemi”. E poi una battuta anche sull’accesso alle innovazioni farmaceutiche. “Noi dobbiamo capire cos’è innovativo. La valutazione di farmaco-economia va utilizzata”.

Presente al dibattito anche Sergio Venturi assessore alla sanità dell'Emilia Romagna e coordinatore della commissione Salute delle Regioni.
“La spesa sanitaria italiana è clamorosamente bassa e ne sono sicuro – ha detto -. Il Ssn costa poco e ha anche mostrato un grande ed elevato livello di efficienza che consente all’Italia di ottenere risultati migliori in termini di indicatori di salute”.

Venturi poi ha parlato dell'abbassamento dell’aspettativa di vita in buona salute che “ va calando anche perché la rete di relazioni e solidarietà intorno alle famiglie oggi sta scomparendo e manteneva in passato alti i livelli”. Spesa bassa sì ma ci sono anche gli sprechi che “ci sono e sono visibili e ci sono anche nelle regioni più virtuose. Noi siamo impegnati fortemente a ridurre sprechi ed è un esercizio a cui non possiamo sottrarci”.

Ma anche per il coordinatore degli assessori alla sanità il punto nodale è il cambio di governance, anche sui piani di rientro. “Se non si riflette sulla governance ho paura che i divari  tra le regioni non caleranno anche perché sono divari che sono frutto di anni di azioni differenti”. E in questo senso una prima tappa è che la “politica esca dalla gestione tecnica. E in questo senso non è funzionale anche l’approccio del Mef. Un approccio che si ferma alla fase del barbiere. Arriva in un luogo e  taglia le risorse. Ma senza governance tecnica i servizi peggiorano. Il Mef è felice ma i cittadini devono rivolgersi al privato”.

Ma per Venturi le Regioni devono essere “proattive e devono essere d’accordo sugli obiettivi. Non dobbiamo aspettare che il Governo per esempio faccia il piano vaccini, facciamo noi le proposte, altrimenti arriva qualcuno che pensa che è meglio tornare allo stato centrale che secondo me sarebbe il fallimento totale del servizio sanitario. Lo stato centrale c’è già nelle regioni in piano e non è che i servizi sono aumentati. Lo Stato taglia i costi ma non entra nello specifico”. Poi Venturi ha anche parlato delle norme previste in Stabilità sui commissariamenti degli ospedali. “Bene se il commissariamento viene dalla Regione, se è  invece il Governo che pensa di farlo da solo, questo non sarà efficace”.

E infine l’assessore è tornato a parlare di vaccinazioni. “è una questione che va affrontata con molta determinazione. Ogni regione calerà dentro i suoi servizi quello che sarà l’impatto di un calendario vaccinale che deve essere uniforme. E poi c’è il tema dell’obbligo ai bambini che va posto e ci dobbiamo porre. In Emilia Romagna ce lo porremo. Per esempio per i bambini prima della scuola dell’obbligo lì abbiamo tutta l’intenzione d’intervenire”.

A chiudere la tavola rotonda Emilia Grazia De Biasi, presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato che ha evidenziato come nella legge di Stabilità “abbiamo presentato un emendamento per dare competenza al Parlamento e coinvolgere le associazioni sui Lea. I Lea sono il cuore dell’universalismo e non può essere una questione tra governo centrale e regionali. Vanno aggiornati e applicati in modo uniforme”.

In  tema di risorse De Biasi ha poi specificato come “ora abbiamo 111 mld e, o facciamo il lamento, o facciamo quello che va fatto,  ovvero la riorganizzazione della spesa se vogliamo togliere sprechi e fare i lea. Le criticità del sistema sono le difformità regionali”. Poi un riferimento anche ai farmaci innovativi. “La vicenda del farmaco è la cartina di tornasole di come il mondo sia cambiato. Le persone devono essere uguali di fronte al cancro e no di fronte all’aspirina” se possono permettersela. In ogni caso la senatrice ha dichiarato che è stato presentato un “ emendamento per aumentare fondo degli innovativi (500 mln) togliendoli dalla farmaceutica territoriale”.

10 novembre 2015
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