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Il Rapporto in sintesi. Dagli ambulatori alle sale operatorie: ecco cosa c'è da migliorare nel Ssn


05 LUG - Quali sono le criticità del Sistema Sanitario Nazionale? Per rispondere a questo interrogativo Senior Italia FederAnziani ha riunito il parere dei pazienti italiani e di 34 realtà differenti, tra Società Scientifiche e Associazioni, che rappresentano le principali specializzazioni mediche.
Risorse insufficienti, difficoltà nell’accesso alla diagnosi e alle cure, liste d’attesa, carenza di nuove tecnologie e nella prescrizione dei nuovi farmaci, blocco del turn-over, differenze regionali, scarsa programmazione territoriale sono solo alcune tra le principali problematiche che si riscontrano trasversalmente nelle diverse aree terapeutiche. Ma vediamo i dettagli delle criticità emerse dal Rapporto, area per area, illustrate da presidenti e rappresentanti di tutte le realtà che hanno collaborato al documento.
 
Medicina Ambulatoriale
“Con il mancato turnover i nostri specialisti sono stati utilizzati anche per colmare carenze ospedaliere – ha spiegato Antonio Magi, segretario generale Sumai, Sindacato Unitario Medicina Ambulatoriale Italiana – Ancora, altre problematiche sono la mancata integrazione ospedale-territorio e lo scarso rinnovamento tecnologico. Il malato cronico troppo spesso non viene preso in carico, c’è un’ assenza di protocolli per dimissioni e ammissioni protette. Infine sarebbero necessarie sia la cartella condivisa che il fascicolo sanitario elettronico”.

Medicina generale
Non è migliore la situazione riscontrata dai medici di famiglia: “accesso alla diagnosi, al trattamento e alle cure, sono le criticità principali, l’una conseguenza dell’altra – ha spiegato Silvestro Scotti, presidente Fimmg, la Federazione italiana Medici di Medicina Generale, che è intervenuto pure sul problema della carenza dei medici di famiglia: “ se le facoltà sono a numero chiuso - ha sottolineato - la quantità di specialisti non può variare, ma dovrebbe essere meglio distribuita tra le varie aree specialistiche”.
 
Ipertensione arteriosa
“Le maggiori problematiche riscontrate – ha detto Giovambattista Desideri, segretario nazionale Siia, la Società italiana ipertensione arteriosa - riguardano la scarsa sensibilità verso la patologia e la mancanza di personalizzazione delle cure. La nostra società è nata proprio per promuovere la cultura dell’ipertensione arteriosa, soprattutto per creare un network tra medici e pazienti. Lo facciamo attraverso diverse attività di studio, di formazione e di promozione delle prevenzione”.
 
Endocrinologia
“Le patologie della tiroide – ha commentato Andrea Lenzi, past president Sie, Società italiana di Endocrinologia sono diffuse tra la popolazione italiana. L’osteoporosi, l’ipogonadismo maschile, i disturbi metabolici sono le altre malattie maggiormente presenti tra i senior. Dobbiamo fare prevenzione, è vero. Ma a 3,8 milioni di persone diciamo che la prima pillola da prendere al mattino è una camminata, un'attività fisica alla quale non bisogna mai rinunciare. Per riassumere le criticità - ha continuato Lenzi  - potrei usare una battuta scherzosa: l'endocrinologia non è solo tiroide. Mancano reti territoriali attive nelle Regioni che servirebbero a ridurre i costi. In generale, sono poche le strutture specializzate. Anche la formazione continua andrebbe incrementata: il medico già formato dev’essere aggiornato. In particolare bisognerebbe dedicarsi a patologie che 30 anni fa neanche esistevano".
 
Parodontologia
“Con la società italiana di Paradontologia - ha spiegato il presidnete Mario Aimetti - ci occupiamo prevalentemente di studio, ricerca e formazione. La parodontite è la sesta malattia più diffusa, rigurda il 40% della popolazione, il 10% è affetta da una forma più grave. Si tratta soprattutto di anziani. Non determina solo la perdita dei denti, ma anche della parte ossea. È un’infimmazione cronica. La criticità principale è rappresnetta dal fatto che le persone vanno poco dal dentista: solo il 31% delle persone tra i 65 e i 74 anni è andato a fare un controllo nell’ultimo anno".
 
Urologia Ginecologica del Pavimento Pelvico
“Le principali patologie che riguardano gli anziani - ha detto Valentino Bergamini, dell'Associazione italiana di urologia e ginecologia del pavimento pelvico - sono prolasso urogenitale e incontinenza. Malattie che impattano sulla qualità di vita: non si muore, ma si vive malissimo. Tra le donne c’è troppa disinformazione. Continuavo a vivere con il disagio, senza sapere che la loro salute può migliorare. Soprattutto bisognerebbe incrementare la prevenzione primaria, al momento del parto, e quella secondaria, in età più avanzata. Manca una specializzazione in uro-ginecologia. Ci sono solo due master, in Italia, rivolti a medici che possono usufruire di un'ulteriore specilaizzaizone”.
 
Cardiologia in geriatria
“L’invecchiamento della popolazione ha portato una serie di patologie cardiache a cui prima non eravamo abituati. Per questo - ha spiegato
Alessandro Boccanelli, della Società italiana di cardiologia geriatriaca - organizziamo delle sessioni di studio e di confronto. I problemi principali degli anziani sono l’ipertensione arteriosa, la fibrillazione atriale, lo scompenso cardiaco e malattie valvolari cardiache. Spesso sintomi attribuiti all’invecchiamento, come la mancanza di forze o energie, sono invece causate proprio da malattie cardiache".
 
“C’è una quota di fibrillazione atriale silente - ha aggiunto Giuseppe Boriani, Aiac, Associazione italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione - che potrebbe emergere con la prevenzione e non è a minor rischio, anzi è più pericolosa, di quella diagnosticata. È un killer silenzioso. Lo scompenso cardiaco è un’altra patologia frequente tra gli anziani. Per diminuire le criticità bisognerebbe, dopo i 65 anni, fare uno screening della fibrillazione atriale, migliorare l’accesso alle terapie con nuovi anticoagulanti. Ci sono farmaci, poi, che non sono in convenzione con il Ssn”.
 
Patologie osteoarticolari
“La nostra mission - ha sottolienato Maria Luisa Brandi, della fondazione italiana di ricerca sulle malattie dell’Osso (Firmo) - è prevenire le fratture dovute alla fragilità, che sono circa 500 mila tra le persone anziane, con incidenza maggiore soprattutto tra le donne. Ciò contribuisce ad una spesa di due miliardi di costi diretti per la società, che diventano 15 miliardi se si considerano pure quelli indiretti. La mancata diagnosi impedisce al paziente di rientrare in percorsi di trattamento che migliorerebbero la sua qualità di vita. In più, grazie a dei particolari farmaci si potrebbero prevenire le fratture nei soggetti a rischio. È dunque difficile ottenere una diagnosi di osteoporosi. Questo per una mancata implementazione della carta di rischio, per la non applicazione della nota 79 dell’Aifa. In generale, trattiamo meno del 20% dei fratturati di femore”.

Alimentazione e nutrizione
“Il 16% degli anziani è obeso - ha detto Antonio Caretto, presidente Adi, l'Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica - percentuale che dopo i 74 anni scende al 12%. Le criticità di quest'area sono: malnutrizione porteico-calorica ospedaliera, carenza di Unità Operative di Dietetica e Nutrizione Clinica nelle Asl in tutta Italia e mancanza degli operatori sanitari competenti e dedicati a curare e prevenire le malattie di questo tipo”.
 
Otorinolaringologia
“Le principali problematiche della terza età - ha spiegato Ettore Cassandro, della Società italiana di otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale (Sio) -  sono legate alla patologia dell’udito, l’ipoacusia riguarda il 29% della popolazione tra il 60-70 anni. Nei nuovi Lea sono stati fatti dei passi avanti,ma non basta. Oggi di fatto un paziente non può scegliere una protesi acustica. Sono tanti pure i problemi di equlilibrio non diagnosticati che portano a cadute che causano ulteriori gravi problemi. Anche la riabilitazione post operatoria necessiterebbe di rivisitazione: andrebbe effettuata in ambiente protetto. L’epistassi ricorrenti costringono molti anziani ad andare la pronto soccorso, ma seppur ricoverati spesso non trovano una soluzione e finiscono per essere a carico dell loro famiglie”.
 
Chirurgia geriatrica
“Si fanno tanti esami probabilmente inutili - ha detto Pierluigi Marini, presidente Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani, Acoi - i pronto soccorso sono troppo affollati. Più del 70% dei chirurghi va in sala operatoria preoccupato del contenzioso medico-legale e questo porta i giovani medici a non scegliere la chirurgia tra le specializzazioni. È molto probabile che tra 4-5 anni dovremmo importare dall’estero anche i chirurghi”.

Antonio Crucitti, della Società italiana di chirurgia geriatrica è invece intervenuto sulle patologie che interessano gli anziani: “sono soprattutto le malattie del sistema cardiocircolatorio e i tumori. Il 34% dei malati oncologici ha più di 75 anni. Le criticità che da chirurgo vivo sono: la scarsa programmazione territoriale e soprattutto la mancata conoscenza di Hub geriatrici. Manca un approccio integrato tra tutti i medici che provvedono alle cure dell’anziano. Ancora, è scomparso l’insegnamento della chirurgia geriatrica. Appare insufficiente il trattamento transizionale post-chirurgico riabilitativo/di follow-up”.
 
Per Luciano Landa, segretario e tesoriere Sic, Società italiana di Chirurgia, “la formazione è la prima criticità: il giovane chirurgo italiano ha meno capacità tecniche di un coetaneo di un altro paese. Qualche colpa va ricercata anche nelle scuole di specializzazione che non portano a termine il programma prefissato. Il giovane chirurgo all’estero durante gli anni di specilaizzazione ha operato almeno una volta tutte le parti del corpo. Questo in Italia non avviene. Altra grossa problematica rigurada le denunce e il contenzioso medico-legale. I timori di denuncia hanno determinato medicina e chirurgia preventiva, astensione terapeutica o dirottamento in altre strutture. La chirurgia è troppo settorializzata. Questo comporterà che nell’arco di alcuni decenni non ci saranno chirurghi in grado di affrontare interventi più complessi ed a più ad ampio raggio”.
 
Pneumologia
“Il 57% dei ricoverati anziani - ha detto Fernando De Benedetto, della Sip, la Società italiana di Pneumologia - ha difficoltà respiratorie e quindi necessita di terapie ad hoc. Tra le criticità : l’ insufficienza nella formazione pneumologica di studenti di medicina, specialisti e professionisti sanitari. Sono carenti gli specialisti pneumologi e in pneumologia riabilitativa e, soprattutto, distribuiti disomogeneamente sul territorio. Addirittura in alcune regionie provincie sono assenti”.
 
Oncologia
“Oltre mille persone al giorno - ha commentato Giuseppe Procopio, consigliere nazionale Aiom, l’Associazione italiana di oncologia medica - scoprono di avere un tumore e una grossa percentuale ha più di 70 anni. Prostata per gli uomini e seno per le donne sono le zone più a rischio per le patologie oncologiche. Oggi persistono ancora troppe differenze tra il nord e sud Italia per i trattamenti offerti. Per quanto riguarda gli anziani va sottolineato che, seppure le cure sono analoghe per giovani e senior, lo stesso non si può dire per i percorsi di prevenzione, dai quali, molto spesso, glia anziani sono totalmente esclusi”.
 
Nefrologia
“La malattia renale cronica - ha detto Sandro Feriozzi, consigliere Sin, la Società italiana di Nefrologia - è stata riconosciuta recentemente nei nuovi Lea e colpisce il 7 per cento della popolazione. Il 16% dei pazienti in dialisi è in attesa di trapianto. La spending review ha portato ad una diminuzione delle unità di nefrologia e i pensionati vengono sostituiti in numero nettamente minore. Il ruolo del nefrologo nell’ospedale è così fortemente penalizzato”.
 
Urodinamica
Enrico Finazzi Agrò, presidente Siud, Società Italiana di Urodinamica, ha spiegato che i probelmi di questo settore “sono soprattutto di natura organizzativa, perché il paziente non riesce ad accedere tempestivamente ad un percorso di cura. Ancora, è critica la non rimborsabilità di alcuni farmaci. In molte regioni, poi, la mancanza di torunover crea una riduzione di specialisti dedicati al trattamento dell’incontinenza”.

Oftalmologia
“Cataratta, degenerazione maculare e glaucoma - ha spiegato Luca Menabuoni, presidente Aimo, l'Associazione Italiana Medici Oculisti - sono le patologie più frequenti tra gli anziani. Patologie che però devono essere trattate in un contesto di risorse insufficienti, in cui appare difficile acquisire nuove tecnologie. Gli ambulatori territoriali sono spesso inadeguati e le strutture ospedaliere ingolfate”.
 
Nutrizione artificiale e metabolismo
Luca Gionnotti, Sinpe, la Società italiana di nutrizione artificiale e metabolismo parla della nutrizione artificiale come di “una terapia salvavita. Tra gli anziani sono quasi 13 mila che, in questo momento, ne hanno bisogno. Il costo della nutrizione artificiale domiciliare è di circa 12 euro al giorno. Ovviamente più la popolazione invecchia, più sarà necessario utilizzarla. Manca una regolamentazione e legislazione nazionale sulla Nutrizione Artificiale domiciliare che dica chi ne ha diritto, questo può comportare che il servizio non sia offerto in modo omogeneo su tutto il territorio. Questa terapia non è stata inserita nei nuovi Lea. È assente pure una legislazione sui integratori alimentari a fini medici speciali”.
 
Psichiatria
Emilio Sacchetti, past president Sip, la Società Italiana di Psichiatria con il suo intervento ha fatto emergere come “tra gli anziani ci siano anche problematiche nuove come la dipendenza dal gioco d’azzardo. Mancano strumenti di prevenzione e persistono troppe disuguaglianze territoriali sui servizi di assistenza garantiti. La specificità degli interventi è scarsa e non c’è un team multi professionale che possa collaborare per la cura del paziente. Il rapporto tra psichiatra neurologo e geriatra non sempre è un rapporto attivo, ma un solo specialista non è in grado di garantire una conoscenza approfondita di tutti i settori".
 
Diabetologia
Un paziente su 3 non controlla HbA1c. Solo il 25% ha effettuato visita cardiologica e l’11% ha effettuato visita oculistica. Si riscontra un uso eccessivo di sulfaniluree e limiti di accesso a farmaci innovativi e più sicuri. Il controllo metabolico è insoddisfacente.
 
Radioterapia 
"C'è scarsa attenzione alla formazione radiobiologica e un deficit di corretta informazione sul rapporto rischi/benefici delle radiazioni a scopo medico. Persistono differenze regionali nei Drg di trattamenti di radioterapia oncologica. Ancora - ha detto Donatella Tirindelli Danesi, presidente Firr, federazione italiana ricerche sulle radiazioni - ci si lamenta della mancata istituzione di dottorati di ricerca e master”.
 
Conclusioni: unire le forze e le conoscenze
“In programma per il futuro - ha concluso Roberto Messina, presidente di Senior Italia FederAnziani - l’idea di costruire una società scientifica geriatrica che metta in comunicazione i pazienti e tutti gli specialisti”.
 

05 luglio 2017
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