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L’assistenza primaria in Europa prevede gli Psicologi: ora tocca all’Italia

di David Lazzari

Ora la domanda non è più “perché in Italia?” ma “perché in Italia no?”. Non ci sono più alibi per aggirare questa domanda, ricordandoci che stiamo parlando dei bisogni psicologici della popolazione, aumentati enormemente a causa della pandemia ma anche della diversa consapevolezza delle persone

14 APR - Da diversi anni in Italia si sono fatte sperimentazioni locali sull’inserimento dello Psicologo nella rete dei Medici di Medicina Generale (MMG) e dei Pediatri di Libera Scelta (PLS). Quella che ho seguito più da vicino è quella finanziata dalla Regione Umbria in collaborazione con l’Ordine degli Psicologi. Una esperienza svolta sulla base di protocolli operativi condivisi, supervisione e monitoraggio indipendente dal punto di vista dell’efficacia degli interventi parametrata anche al tempo dedicato, della soddisfazione di cittadini e medici coinvolti.

Il miglioramento del benessere, della sintomatologia e del funzionamento generale è risultato molto significativo, basti pensare solo al raddoppio medio dell’indice di benessere psicologico. Il 67% degli utenti ha espresso il livello massimo di soddisfazione (10) e il 30% il livello 8/9. Tra i medici il 69% si è dichiarato “molto soddisfatto” e il 25% “estremamente soddisfatto”.

Le attività non sono state solo di risposta alle richieste ma di iniziativa, con interventi di prevenzione, psicoeducativi e di empowerment (soprattutto nelle cronicità), di counseling, supporto al cambiamento, sostegno in situazioni di disagio e malessere di vario tipo, collegate o meno a problemi di salute fisica.

Nel 2018 ho avuto l’opportunità di coordinare un gruppo di lavoro nazionale promosso dal CNOP che ha visto la partecipazione dei MMG e dei PLS per definire protocolli operativi condivisi per lo Psicologo nell’assistenza primaria. 

Nel maggio 2020 un nutrito gruppo di senatori, prima firmataria la sen. Paola Boldrini, ha presentato un DDL per istituire anche in Italia la figura dello Psicologo nella medicina di famiglia. Peraltro già c’era una legge (la 60 del giugno 2019) che aveva modificato la normativa sulla convenzione dei MMG (D.Lgs. 502/92) prevedendo la possibilità di inserire le figure dell’infermiere e dello psicologo “nell’ambito dei modelli organizzativi multi-professionali”. 

Il DDL va avanti lentamente purtroppo ma nel frattempo diverse Regioni si stanno muovendo per attivare questa risorsa, il che è un bene ma genera il rischio di generare tanti modelli diversi.

Nel frattempo c’è stata la pandemia che ha fatto scoprire che l’Italia non solo non ha gli Psicologi nell’assistenza primaria (PsicAP) ma ne ha pochissimi e mal gestiti nelle Aziende Sanitarie, tra ospedali e territorio.

Peraltro molte resistenze alla concretizzazione dello Psicologo nelle cure primarie vengono supportate da tre argomenti, il costo, il tipo di attività e il fatto che altrove non c’è.

Sui costi invito a leggere le ricerche esistenti sul rapporto costi benefici, qui vorrei solo citare uno studio classico sulla prevenzione della depressione nell’assistenza primaria: efficace nell’80% dei soggetti e con una riduzione della spesa nel 69% dei casi (Smit et asl. 2006). Tutti gli interventi psicologici si ripagano da soli e producono risparmi importanti per un motivo semplice quanto ignorato (spesso volutamente): vanno a modificare determinanti fondamentali di benessere e salute.

Si continuano a vedere solo i determinanti ambientali e quelli biologici dimenticando la funzione fondamentale che svolge la persona, e quindi la sua psiche, nel regolare il rapporto tra società e biologia.

Sull’ultima obiezione risponde il rapporto pubblicato in questi giorni da AGENAS, che ha esplorato come funziona l’assistenza primaria nei principali Paesi europei (Monitor, Suppl. aprile 2022): ebbene in tutti i Paesi - Germania, Regno Unito, Francia, Spagna, Svezia – tranne in Italia c’è lo Psicologo nell’assistenza primaria. Mancava in Francia ma ha recuperato recentemente Macron.

Ora la domanda non è più “perché in Italia?” ma “perché in Italia no?”. Non ci sono più alibi per aggirare questa domanda, ricordandoci che stiamo parlando dei bisogni psicologici della popolazione, aumentati enormemente a causa della pandemia ma anche della diversa consapevolezza delle persone. E che purtroppo aumenteranno a causa delle dinamiche socioeconomiche che si prospettano. Ragione in più per introdurre nel campo della salute misure che faranno risparmiare le persone e la collettività, come lo Psicologo nell’assistenza primaria.

David Lazzari
Presidente Cnop

14 aprile 2022
© Riproduzione riservata


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