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Cosa fare se arriverà un’altra pandemia. Ecdc: “Prima di tutto imparare dagli errori e dalle esperienze con il Covid”. Ecco le nuove indicazioni su come prepararsi per tempo


Con oltre 764 milioni di casi e più di 6,9 milioni di morti la pandemia di Covid 19 ha messo a dura prova i sistemi sanitari e non solo di tutto il mondo. Ma la pandemia ha rappresentato anche un esempio unico di risposta della sanità pubblica a una grave emergenza e sarebbe un errore non trarre le dovute lezioni su cosa fare e cosa non fare nel futuro. IL DOCUMENTO

02 MAG -

Era il 31 dicembre 2019, quando a Wuhan in Cina vennero segnalati alcuni casi di polmonite di origine sconosciuta.

Pochi giorni dopo, il 9 gennaio 2020, il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie della Cina indica un nuovo coronavirus come agente eziologico di questo focolaio. Inizia così quella che sarebbe diventata una pandemia planetaria con oltre 764 milioni di casi confermati e oltre 6,9 milioni di decessi segnalati a livello globale

Il mondo non era preparato ma in ogni caso nel giro di pochissimo tempo la sfida al Covid 19 ha portato a sforzi immani nella organizzazione dei servizi sanitari, nella predisposizione di politiche di contenimento dei contatti sociali e nella ricerca.

Sulla base di queste esperienze, non se sempre omogenee tra una Pese e l’altro, l’Ecdc ha messo a punto un nuovo documento guida dove sono individuate le “cose” da fare per prepararsi e rispondere al meglio ad una possibile nuova pandemia globale.

Anche perché, sottolinea nella premessa l’Ecdc, la pandemia di COVID-19 ha rappresentato un esempio unico di risposta della sanità pubblica a una grave emergenza e sarebbe un errore non trarre le dovute lezioni su cosa fare e cosa non fare nel futuro.


Per farlo l’Ecdc ha raccolto costantemente informazioni e dati a partire dal 2021 su come i diversi Paesi avevano organizzato la propria risposta. Gli insegnamenti tratti da queste attività sono stati raccolti sistematicamente, inizialmente in nove aree tematiche.

Le informazioni sono state poi ulteriormente raccolte in quattro aree, ognuna delle quali rappresenta una componente critica della risposta a una minaccia per la salute:

Area 1: Investimenti nella forza lavoro della sanità pubblica
Area 2: Prepararsi alla prossima crisi di salute pubblica
Area 3: Comunicazione del rischio e coinvolgimento della comunità
Area 4: Raccolta e analisi di dati e prove.

Per ogni area l’Ecdc ha sintetizzato le lezioni apprese dalle diverse esperienze e formulato le relative indicazioni per non ripetere gli stessi errori e migliorare ulteriormente la preparazione e la risposta a future emergenza. Eccole:

Area 1: Investimenti nella forza lavoro della sanità pubblica

Gli insegnamenti
• E’ essenziale poter disporre di un numero sufficiente di operatori sanitari pubblici formati. Questa è un'esigenza fondamentale in quasi tutti gli Stati membri anche nei periodi di non emergenza ma diventa fondamentale in casi di crisi.

• Il personale che lavora sotto notevole pressione per periodi di tempo prolungati ha accusato un significativo burnout, con il risultato di frequenti abbandoni o riduzioni di impiego.

• Il ritorno dei budget per le attività di sanità pubblica ai livelli prepandemici nei prossimi anni avrà un effetto negativo e pregiudicherà la possibilità di mantenere in organico il nuovo personale assunto durante la pandemia.

• La mancanza di risorse a tutti i livelli amministrativi segnalata da diversi Paesi avrà un impatto sulle future attività di pianificazione.

• Serve una formazione ad hoc per il personale per poter gestire le procedure di emergenza anche sotto stress.

Le indicazioni
• E’ importante continuare a mappare la forza lavoro esistente e valutare quante risorse in più saranno necessarie.

• Promuovere il reclutamento e il mantenimento di un personale sanitario pubblico adeguatamente qualificato.

• Continuare a investire nella capacità della forza lavoro esistente per aumentare la qualità e il numero di specialisti qualificati per la preparazione, la sorveglianza e la risposta alle pandemie.

• Essere in grado di supportare le esigenze di reclutamento nei moneti di picco con politiche idonee a livello nazionale e locale capaci di mobilitare giovani professionisti, esperti provenienti da paesi non interessati dall'evento o il personale in pensione.

• L'ECDC continuerà a offrire corsi brevi nell’ambito dello Sviluppo professionale continuo (CPD) per il personale sanitario pubblico europeo, in conformità con le esigenze formative.

• L'ECDC continuerà a costruire la sua Virtual Academy (EVA) e offrire corsi online e webinar gratuiti su vari argomenti relativi alla salute pubblica.

• Un nuovo programma di formazione nell'area della preparazione in programma nel 2024 offrirà una vasta gamma di corsi e workshop per rafforzare le capacità nella preparazione degli Stati membri.

• Gli scambi professionali saranno ulteriormente sostenuti.

• Incoraggiare la partecipazione dei rappresentanti degli Stati membri nelle varie attività di formazione per diffondere ulteriormente le conoscenze acquisite ad altri colleghi all'interno delle proprie organizzazioni.

Area 2: Prepararsi alla prossima crisi di salute pubblica

Gli insegnamenti
• Sono necessari piani di preparazioni generali e costantemente aggiornati.

• Formalizzare il ruolo della sanità pubblica nel processo decisionale e nella gestione delle crisi.

• Il lavoro intersettoriale nella preparazione e risposta alle crisi di salute pubblica è molto importante.

• E’ importante predisporre le procedure necessarie per arrivare in tempi brevi alla capacità di impiego massima del personale

• Occorre una legislazione adeguata per le malattie trasmissibili che tenga conto dei profili etici, dei diritti umani, degli effetti intersettoriali e che definisca gli ambiti di responsabilità.

• Ci sono state carenze da superare nella cooperazione internazionale, nel coordinamento e nella solidarietà.

Le indicazioni
• Sviluppare adeguati orientamenti generali per pianificare la preparazione sulla base delle esperienze.

• Facilitare la condivisione dei piani nazionali di preparazione tra gli Stati membri.

• Facilitare la consulenza intersettoriale e il lavoro con le parti interessate e gli esperti esterni della sanità pubblica.

• Organizzare un meccanismo di feedback per gli outpout dell'ECDC.

• Promuovere esercizi di simulazione da parte del personale, predisponendo adeguati supporti formativi.

• Facilitare la condivisione degli insegnamenti tratti dalla pandemia di COVID19 tra gli Stati membri.

• Continuare a collaborare con gli altri Paesi per valutare le azioni avviate e i risultati ottenuti.

• Comunicare e condividere i risultati degli interventi non farmaceutici e sulle altre evidenze scientifiche

• Facilitare la valutazione e il monitoraggio dell’implementazione degli interventi non farmaceutici.

• Definire gli indicatori per la pianificazione della preparazione.

• Valutare la prevenzione, la preparazione e i piani di risposta ogni tre anni.

Lezione 3: Comunicazione del rischio e coinvolgimento della comunità

Gli insegnamenti
• La comunicazione del rischio e il coinvolgimento della comunità sono stati identificati come una delle sfide più significative.

• Per questo va rafforzata la capacità di comunicazione con il pubblico e i media.

• Una cattiva gestione delle richieste dei media e il mancato controllo della disinformazione causano ulteriori pressioni sul personale sanitario.

• Anche gli Stati membri e l'ECDC hanno individuato la necessità di includere indicazioni di scienze comportamentali e sociali nelle loro linee guida.

• Durante la pandemia, ci sarebbe stato bisogno di un migliore coordinamento dei messaggi a livello dell'UE.

• C’è stata carenza di formazione e linee guida sulla comunicazione del rschio e sul ruolo della comunità.

Le indicazioni
• Organizzare corsi di formazione sulla comunicazione del rischio per i professionisti della sanità pubblica.

• Promuovere la ricerca sociale e comportamentale nella pianificazione della preparazione e durante la risposta ai focolai.

• Coordinare una comunità di scienziati comportamentali ed esperti di salute pubblica a livello europeo.

• Aumentare le attività di comunicazione dell'ECDC, ad es. produzione di video, infografiche e materiali che possono essere riutilizzati dagli Stati membri e aumentare l’utilizzo dei social.

Area 4: Raccolta e analisi di dati e prove

Gli insegnamenti
• I sistemi digitalizzati per la sorveglianza del COVID-19 sono stati preziosi per monitorare la situazione epidemiologica e continueranno ad esserlo.

• Va però migliorata l’interfaccia tra la sorveglianza Covid con altri registri di sorveglianza (es. registri delle cause di morte, registri delle vaccinazioni).

• I sistemi di sorveglianza dovrebbero essere agili e adattabili, robusti ma anche flessibili e graduabili.

• Analisi, interpretazione e presentazione dei dati epidemiologici dovrebbero essere rafforzati e rimodellati su misura per le esigenze dei responsabili politici e del pubblico.

• Durante la pandemia, le capacità di test e il sequenziamento del SARS-CoV-2 hanno mostrato carenze e lentezze.

• I sistemi informativi che gestiscono il fabbisogno di dati sulla salute pubblica hanno mostrato debolezze e ridondanze.

• Dovrebbero essere prese in considerazione la protezione e la governance dei dati nel momento in cui di avviano nuovi sistemi di raccolta e in tutte le attività di trasferimento dei dati sanitari.

Le indicazioni
• L'ECDC sta dando la priorità alla sorveglianza delle malattie con più alto impatto e maggiori possibilità di essere prevenute. Ciò comporta lo sviluppo di sistemi orientati agli obiettivi che si basano maggiormente sul network di segnalazioni rapide rapide degli eventi a EpiPulse (il portale online per le autorità sanitarie pubbliche europee e le organizzazioni partner per raccogliere, analizzare, condividere e discutere i dati sulle malattie infettive per il rilevamento delle minacce, il monitoraggio, la valutazione dei rischi e la risposta alle epidemie).

• L'ECDC sta poi riprogettando e integrando i sistemi di information technology che supportano la sorveglianza UE/SEE.

• In questo quadro la digitalizzazione e l’automatizzazione nella raccolta di tutti i dati di sorveglianza dovrebbero essere incoraggiati nel Paesi UE/SEE. In proposito:

− un'azione congiunta sui sistemi di sorveglianza, finanziata dalla Commissione Europea è già avviata

− è stato aumentato lo stanziamento del programma EU4 Health della Commissione per rafforzare la sorveglianza degli Stati membri nel 2023.

• Va poi dato supporto agli Stati membri per aumentare la capacità di sequenziamento genomico.

• E in questo ambito sarà fornita adeguata formazione in analisi di sequenza e genomica applicata all’epidemiologia.

• Vanno migliorati gli strumenti per valutare la capacità dei laboratori degli Stati membri.

• Pre-progettare gli output web per la consapevolezza della situazione in una crisi.

• Pre-progettare e pilotare i protocolli di ricerca operativa (ad es. prime poche centinaia di casi) e fornire formazione per gli strumenti disponibili (es. Go.Data, REDCap, ecc.).



02 maggio 2023
© Riproduzione riservata

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