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La non autosufficienza fa paura agli italiani: difficoltà economiche per una famiglia su 3


Lo rileva uno studio del Censis, secondo il quale il sistema welfare è statico e inadeguato a rispondere ai bisogni dei cittadini. La pensione e i problemi connessi con la vecchiaia preoccupano il 67,6% degli italiani.

05 OTT - Nell’ultimo anno il 32% delle famiglie ha dovuto affrontare gravi situazioni di disagio legate alla necessità di assistere persone non autosufficienti o malati terminali, oppure portatori di handicap, di affrontare situazioni di dipendenza da alcol o droghe, di sopperire all’improvvisa perdita di reddito o alla disoccupazione di un loro congiunto. Si tratta di disagi gestiti dalle famiglie in totale autonomia (59%) o con il sostegno di amici o parenti (28%), in assenza o con uno scarso apporto del sistema di welfare, che in questi casi presenta delle vere e proprie falle, venendo meno alla sua funzione tradizionalmente universalistica.
Questa sensazione di solitudine si ripercuote direttamente sui timori dichiarati dai cittadini. A generare una forte angoscia nell’animo degli italiani sono, prima di tutto, la non autosufficienza (85,7%) e l’impossibilità di sostenere le spese mediche (82,5%). La pensione e i problemi connessi con la vecchiaia, invece, non fanno dormire sonni tranquilli al 67,6% degli intervistati.

Questi i dati elaborati dal Censis (vedi allegato a fondo pagina) e al centro del confronto organizzato oggi a Roma dal Forum Ania-Consumatori sugli “scenari del welfare tra nuovi bisogni e voglia di futuro”. Assicuratori e consumatori che partendo dall’attuale modello di welfare e dai nuovi assetti che si vanno delineando, cercano un percorso comune finalizzato ad approfondire e affrontare i problemi di una società italiana in rapido cambiamento. La convinzione comune è che il sistema attuale sia statico e non più adeguato a rispondere alle esigenze dei cittadini. Per questo assicuratori e consumatori chiedono un welfare più protettivo, efficiente e responsabile, che dia risposte concrete a tutti i cittadini sui temi della sanità e della previdenza.
Tra le azioni possibili, la maggioranza degli italiani individua l’eliminazione degli sprechi e un maggiore coinvolgimento del privato nel sistema previdenziale e sanitario, stante il ruolo prevalente e di garanzia dello Stato: per il 57,4% il terzo settore e le imprese devono avere un ruolo maggiore nella gestione e nell’erogazione dei servizi sociali. Solo il 15,7% ritiene invece che i servizi forniti dal pubblico siano migliori, mentre il 14,6% preferisce mantenere lo status quo, per il semplice motivo che può usufruirne in forma gratuita. Allo stesso tempo, gli intervistati richiedono un sistema più responsabile e vicino, anche geograficamente, alle loro esigenze: infatti, il 59% del campione dichiara di volere che le amministrazioni regionali si occupino di questi servizi con sempre maggiori responsabilità.
Gli operatori che erogano i servizi e gli amministratori locali sembrano in sintonia con l’opinione pubblica. Il 70% degli amministratori dichiara di considerare efficace la partnership pubblico-privato per i servizi in generale, mentre il 37% è assolutamente favorevole a un maggiore coinvolgimento delle imprese e degli enti anche nel sistema sanitario territoriale.
 

05 ottobre 2010
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